«Abbiamo reagito al coronavirus evitando uno tsunami»

La testimonianza di Palmino Rotundo dal Centro agroalimentare di Catanzaro

«Abbiamo reagito al coronavirus evitando uno tsunami»
"Siamo stati investiti dal coronavirus ma abbiamo reagito tempestivamente evitando conseguenze peggiori per noi, per il Centro agroalimentare di Catanzaro e non solo". Lo racconta Palmino Rotundo, 61 anni (sopra in una foto di archivio), titolare di Ortofrutta Multierre e presidente dell'Associazione grossisti di Catanzaro, oltre che referente della locale Fedagromercati. 

Titolare con il fratello di una delle più importanti realtà grossiste calabresi in grado di impiegare complessivamente una trentina di persone dentro e fuori la piattaforma catanzarese, Rotundo a fine settembre ha verificato che un proprio dipendente presentava sintomi compatibili con il Covid-19: febbre e perdita del gusto. "Ci siamo attivati immediatamente per il tampone - spiega - e una volta risultato positivo, abbiamo esteso la procedura a tutte le 16 persone attive nel nostro stand, oltre al sottoscritto. Ma per prima cosa, abbiamo avvisato la direzione del Comalca, la società di gestione; subito è stata chiusa in via precauzionale la nostra azienda, poi  il sindaco ha deciso di sospendere l'attività mercatale per tre giorni e avviare una sanificazione su larga scala".



I tamponi hanno fatto emergere la positività (asintomatica) di tre persone, compreso lo stesso Palmino Rotundo, ricoverato in via precauzionale, ed è scattata immediatamente la quarantena. "Nel nostro Mercato vengono persone da tutta la Calabria, se non avessimo avvisato subito si sarebbe potuto innescare un focolaio di ben altre dimensioni", aggiunge Rotundo. "Una tempestività che è stata riconosciuta ed apprezzata sia da Comalca che dall'amministrazione comunale". 

Tutte le persone che lavorano nel Centro sono state sottoposte a tampone e dopo tre giorni la struttura ha riaperto. Anche lo stand di Ortofrutta Multierre ha rialzato la saracinesca, "affidata" alle persone risultate negative al tampone, ripetuto poi a distanza di otto giorni.



"Dopo quella esperienza - racconta Rotundo - abbiamo deciso di limitare il flusso di operatori separando conferenti e acquirenti; i primi scaricano la sera mentre i compratori accedono la mattina. Il mio consiglio? Rispettare alla lettera le procedure anti-Covid, il che vuol dire indossare la mascherina correttamente, lavarsi le mani e, anche se è un punto controverso, indossare i guanti: per noi che maneggiamo e assaggiamo i prodotti e poi tocchiamo penne e scaffali è essenziale". 

Adesso all'esterno del Mercato di Catanzaro viene misurata quotidianamente la temperatura. "La perdita del gusto è un segnale da non trascurare, soprattutto tra i più giovani", conclude l'imprenditore. "Abbiamo evitato conseguenze peggiori e ora facciamo tesoro dell'esperienza tenendo la guardia alta". 

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