Gli antociani del mirtillo rosso sono antibatterici naturali

Gli antociani del mirtillo rosso sono antibatterici naturali
Una dieta sana, equilibrata e ricca di frutta e verdura è il punto di partenza per una vita qualitativamente migliore. Gli alimenti di origine vegetale costituiscono infatti un’ottima fonte di sostanze antiossidanti che intervengono positivamente su varie funzioni del nostro organismo.
Tra tutti i frutti consumati abitualmente, il mirtillo rosso sembra sicuramente attirare l’attenzione dei ricercatori. Negli ultimi anni si è sentita una necessità sempre maggiore di dare importanza a questi frutti, date le loro molteplici proprietà benefiche sull’organismo. Alcune tra le principali proprietà sono:
  • Riduzione dello stress ossidativo (e, indirettamente, un naturale effetto “anti-invecchiamento”);
  • Miglioramento della circolazione;
  • Prevenzione di aterosclerosi e ipertensione;
  • Proprietà antitumorali;
  • Proprietà antibatteriche.

Gli antociani
I composti maggiormente associati agli effetti benefici del mirtillo sono gli antociani, una classe di pigmenti vegetali responsabili della classica colorazione blu-violacea-rossiccia. Il nome, infatti, deriva dai termini greci anthos (fiore) e kyáneos (blu). Gli antociani appartengono alla più ampia classe dei flavonoidi, presenti in numerose tipologie di frutta (mele, fragole, pere, arance), verdura (peperoni, ravanelli, cipolle)  e altri alimenti (vino, tè verde, cioccolata).


Struttura base degli antociani e alimenti

Studi recenti si sono soffermati sulla particolare capacità degli antociani contenuti nei mirtilli nel combattere batteri patogeni come lo Staphylococcus aureus. Gli estratti vegetali infatti, potrebbero essere dei potenziali conservanti per inibire la crescita di patogeni alimentari.
S.aureus è un batterio Gram (+) particolarmente pericoloso responsabile di molte malattie infettive nell’uomo e negli animali. E’ inoltre molto importante in quanto è tra le cause più diffuse di gastroenteriti da intossicazioni alimentari associate ad una inadeguata manipolazione dell’alimento o a una contaminazione accidentale. Il termine “intossicazione alimentare” si riferisce all’ingestione delle tossine prodotte dai batteri presenti nel cibo contaminato.

Il serbatoio di questo batterio è rappresentato dall’uomo, in quanto commensale di pelle e mucose. E’ inoltre molto abituale la sua presenza in latte non pastorizzato, ed è una delle cause principali di mastite negli animali.
Gli alimenti maggiormente implicati sono quelli soggetti ad un’eccessiva manipolazione, come alimenti cucinati consumati freddi (uova, carne, salse fredde, creme pasticcere). Il consumo di cibi contaminati da S.aureus porta inevitabilmente ad una intossicazione alimentare da stafilococco, spesso accompagnata da vomito, diarrea o distensione addominale che si manifestano all’incirca tra le 2 e le 6 ore seguenti l’ingestione. Occasionalmente, l’intossicazione alimentare da stafilococco potrebbe essere fatale, specialmente nei soggetti a rischio come bambini e anziani.

Carne, batteri e mirtilli
Già da qualche anno si ritiene che le antocianine abbiano un’efficace azione antibatterica contro i patogeni di origine alimentare. In particolare, uno studio molto recente ha messo in evidenza la capacità dell’antocianina del mirtillo rosso (Vaccinium macrocarpon) nell’inibire la crescita di S.aureus.
I ricercatori hanno inoculato di campioni di carne cotta con S.aureus e li hanno poi trattati con antociani estratti dal mirtillo per testare il loro effetto inibitorio. I risultati ottenuti si sono dimostrati molto soddisfacenti, in quanto il trattamento con antociani ha portato a:
  • Modifiche della morfologia del batterio: l’aggiunta di antociani ha portato ad una modifica della cellula batterica, la quale ha assunto una forma ruvida e irregolare. Inoltre, le cellule trattate una quantità maggiore di antociani hanno mostrato una deformazione più pesante, inclusa la separazione della membrana citoplasmatica dalla parete cellulare e la perdita del citoplasma;
  • Abbassamento del pH: I valori di pH della carne cotta trattata con antociani hanno subito una significativa riduzione;
  • Diminuzione dei livelli intracellulari di Atp: L’Atp, oltre ad essere la “valuta energetica della cellula”, svolge un ruolo importante nel trasporto e nello scambio di sostanze attraverso le membrane cellulari. I livelli intracellulari di Atp delle cellule di S. aureus trattate con antociani hanno subito un importante riduzione, suggerendo quindi un possibile danno della membrana cellulare.
Il mirtillo rosso, secondo alcuni studi in vitro, agirebbe bloccando la biosintesi della parete batterica, come d’altronde alcune tipologie di antibiotici (β-lattamici). Per questo, una combinazione tra estratto di mirtillo rosso e antibiotici β-lattamici potrebbe rappresentare una valida opzione terapeutica.
Gli antociani estratti da mirtillo potrebbero essere quindi utilizzati in ambito alimentare come antibiotici naturali e agenti conservanti per il controllo di S. aureus.

Qualche conclusione
L’azione degli antociani non si limita solamente a S.aureus: il consumo di mirtillo rosso esercita un’azione anti-adesiva nei confronti di Escherichia coli uropatogeno, un batterio implicato nell’insorgenza di infezioni del tratto urinario. In particolare, quest’azione sembrerebbe essere associata ai metaboliti prodotti a partire dai vari antociani (e in particolare dalle proantocianidine o PAC), più che agli antociani stessi.
L’utilizzo smodato di antibiotici ha portato all’inevitabile aumento della resistenza di alcuni patogeni a molti dei farmaci oggi utilizzati. La presenza di alternative naturali potrebbe quindi rappresentare un valido aiuto per la cura e la profilassi di numerose patologie. Tuttavia vi sono ancora troppe poche evidenze scientifiche che siano in grado di dimostrare l’effettività nei confronti di infezioni del tratto urinario e la dose necessaria per raggiungere tale effetto.

Fonte: Microbiologiaitalia.it