Crolla la frequenza d’acquisto di frutta e verdura

Il Monitor ortofrutta di Agroter ha analizzato le nuove abitudini degli italiani

Crolla la frequenza d’acquisto di frutta e verdura
In tempo di restrizioni alla mobilità personale gli italiani comprano più frutta e verdura (vedi news) ma modificano anche le abitudini d’acquisto quasi dimezzando la frequenza nel fare la spesa più volte alla settimana e più che raddoppiando la frequenza delle compere fatte una sola volta alla settimana.

E’ quanto emerge dall’ultima ricerca realizzata qualche giorno fa dal Monitor Ortofrutta di Agroter sul campione rappresentativo della popolazione italiana sviluppato in partnership con Toluna nell’ambito del nuovo Quick Service (clicca qui per maggiori informazioni), realizzato durante l’emergenza coronavirus.

Infatti, l’acquisto di ortofrutta 2 o più volte la settimana, compreso anche chi la fa tutti i giorni, passa dal 67,6% degli intervistati prima dell’emergenza, al 32,4% durante la stessa, mentre una volta alla settimana o più raramente si muove all'opposto. A livello geografico le modificazioni più importanti si sono registrate nel Sud del Paese, l’area dove prima dell’emergenza era più alta la frequenza giornaliera (ben il 21%), seguita dal Nord-ovest, dove prima sono intervenute le limitazioni alla mobilità. Negli over 55, poi, significativo è lo spostamento dell’acquisto una volta ogni 15 giorni, che quintuplica. Per maggiori informazioni sul Quick Service del Monitor Ortofrutta clicca qui.



Si tratta di cambiamenti epocali, considerando che la frequenza di acquisto dell’ortofrutta - che monitoriamo dal 2006 con il nostro Osservatorio - è uno degli indicatori più stabili, poiché legato a radicate abitudini nel fare la spesa, retaggio della tradizione e con poche variazioni anche fra le diverse classi di età in una stessa area.

Pensate che dieci anni fa coloro che acquistavano frutta e verdura una volta alla settimana erano il 17% del totale, contro il 21% del periodo precrisi, balzati però al 43% durante la stessa. Una situazione nuova, dunque, mai sperimentata nel medio periodo, che probabilmente si protrarrà abbastanza a lungo da giustificare un parziale adattamento dei formati da proporre in vendita e delle modalità di promozione almeno per i prodotti più durevoli.

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