Dal campo
Controlli sui prodotti bio, si può fare di più
Lo dice la Corte dei conti Ue. Tre raccomandazioni per migliorare la fiducia dei consumatori
Migliorare la vigilanza sulle importazioni, anche attraverso una maggiore cooperazione con gli organismi di accreditamento e con le autorità competenti di altri importanti mercati di importazione; espletare controlli di tracciabilità più esaustivi e ovviare alle restanti debolezze rilevate nei sistemi di controllo e di rendicontazione degli Stati membri. Queste le tre raccomandazioni che la Corte dei conti Ue ha presentato alla Commissione Ue nella sua relazione speciale "Il sistema di controllo per i prodotti biologici è migliorato, ma rimangono da affrontare alcune sfide”, pubblicata giovedì 14 marzo.
Non vi sono test scientifici che consentano di stabilire se un prodotto sia biologico, ha sottolineato in una nota la Corte dei Conti. "Un rigoroso sistema di controllo che copra l’intera filiera agroalimentare, dai produttori ai trasformatori, agli importatori e ai distributori, è quindi indispensabile per fornire ai consumatori la certezza che i prodotti biologici da essi acquistati siano effettivamente tali", si legge.
“Quando i consumatori acquistano prodotti biologici, fanno affidamento sull’applicazione delle norme vigenti in ogni fase della filiera di approvvigionamento, a prescindere dal fatto che si tratti di prodotti Ue o importati - ha dichiarato Nikolaos Milionis, membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione - La Commissione dovrebbe adoperarsi, assieme agli Stati membri, per porre rimedio alle restanti debolezze e rendere il sistema di controllo il più efficace possibile. Tale condizione è fondamentale per preservare la fiducia del consumatore nel marchio biologico dell’Ue”.
Dall’audit della Corte dei conti è emerso, in particolare, che il sistema di controllo è migliorato rispetto alla precedente relazione del 2012. Gli Stati membri hanno infatti preso provvedimenti per migliorare i propri sistemi di controllo, mentre la Commissione ha ripreso le visite di controllo e ha ora visitato la maggior parte dei Paesi. Permangono, tuttavia, una serie di debolezze: "Il ricorso a provvedimenti per far applicare la normativa a fronte delle inosservanze constatate non è stato armonizzato a livello dell’Ue - si legge nella sintesi - e le autorità e gli organismi di controllo degli Stati membri sono stati talvolta lenti nel segnalare le inosservanze".
La Corte dei conti ha esaminato anche i regimi di importazione, riscontrando "debolezze nei controlli svolti dagli Stati membri sulle partite in entrata" e "rilevando anche che, in alcuni Stati membri, i controlli espletati dagli appositi organismi sugli importatori sono stati ancora incompleti". Circa la verifica della tracciabilità dei prodotti biologici, la relazione evidenzia invece che "per molti prodotti non è stato possibile risalire al produttore agricolo, mentre in alcuni casi tale procedura ha richiesto più di tre mesi".
Dall'Italia è arrivato, intanto, il commento di Coldiretti: "Occorre dare al più presto seguito alla raccomandazione della Corte dei Conti europea che invita a rafforzare i controlli sui prodotti biologici importati che, nel 2018, hanno raggiunto il quantitativo record di 3,4 miliardi di chili, 415 milioni dei quali arrivano dalla Cina che è il principale fornitore. Si tratta di un pronunciamento importante per l’Italia, dove nel 2018 si è registrato un aumento del 10% negli acquisti di alimenti biologici che peraltro finiscono nel carrello del 64% degli cittadini del Belpaese, tra i quali un 22% li acquista regolarmente e un 42% qualche volta secondo l’indagine Coldiretti/Ixe".