Attualità
Lotta alla cimice asiatica, il Crea «scarta» l'Anastatus
La formichina rimane fuori dalla lista degli antagonisti efficaci
Utilizzare gli antagonisti naturali che provengono dall'area di origine della cimice asiatica (Halyomorpha halys), quindi Cina e Giappone. Questa la strada che suggerisce Pio Federico Roversi, direttore dell'area Difesa e certificazione del Crea come risposta all'invasione dell'insetto in Italia.
"Noi pensiamo - ha detto Roversi in Commissione Agricoltura del Senato - che non c'è più la possibilità di puntare su antagonisti indigeni", come ad esempio l'Anastatus, la piccola formichina scoperta dalla Bioplanet di Cesena. "Anastatus ha un problema: è lento. Cosa significa? Riesce ad avere una buona attività solo nel pieno dell'estate, quando però la cimice, che fa almeno due generazioni l’anno, è già diventata numerosa”.
Halyomorpha halys è dannosa fin dalla sua nascita e poi si moltiplica in maniera smisurata. "Prima si riesce a effettuare il controllo, prima si riescono a evitare i danni", ha evidenziato Roversi facendo l'esempio di un ettaro di frutteto con dieci esemplari, in cui le cinque femmine depongono 200 uova ciascuna. Al terzo anno l'impianto sarà ospitato da 256 miliardi di cimici, anche ammettendo tassi di mortalità particolarmente elevati: 20% per la prima generazione e 80% per la seconda.
Ma a che punto siamo con la ricerca? Il Crea-Dc ha quasi finito la valutazione di impatto ambientale (analisi del rischio) sul ceppo cinese Trissolcus Japonicus, importato in Italia per metodi di studio. A breve, le autorità competenti potranno quindi avere tutti gli elementi per decidere se passare alla liberazione massale.
Attenzione però: serve l'assist dello Stato per approvare la modifica legislativa sulla lotta biologica classica. Forse non tutti sanno, infatti, che il nostro Governo nel 2003, recependo la Direttiva Habitat, si è dimenticato di definire un percorso in deroga per gli interventi di lotta biologia che prevedano una fase di analisi dei rischi. Risulta quindi tutt'ora vietata qualsiasi introduzione di specie non autoctone.
Roversi si aspetta sviluppi a stretto giro, perché "la bozza del nuovo Decreto, redatto dal ministero dell'Ambiente, è in attesa di diventare norma della Stato". Questo passaggio burocratico potrà "ripristinare la possibilità di eseguire la lotta biologica classica". Una decisione che aiuterà sicuramente anche il comparto dei pinoli italiano, da quindici anni sotto attacco della cimice americana dei pini (Leptoglossus occidentalis).