Italiani a tavola, a confronto tradizionalisti e innovatori

Ricerca Coop su settemila persone: il 31% sperimenta nuovi cibi e cucine

Italiani a tavola, a confronto tradizionalisti e innovatori
E’ un Belpaese che comincia a muoversi dalla tradizione quella che fotografa "Stili d’Italia", l'ultima ricerca condotta da italiani.coop, lo strumento di analisi sui mutamenti della società curato dall’Ufficio Studi Coop. Settemila intervistati, italiani, con una età compresa tra 18 e 65 anni sono stati sottoposti a una cinquantina di domande su molteplici ambiti, dal tempo libero al rapporto con i media, dai consumi alla tecnologia, dai valori all’estetica. E, per quanto gli stili alimentari, il risultato è che la nostra popolazione non è più così affezionata alla tradizione come un tempo. I tradizionalisti, ossia chi ama le vecchie ricette di famiglia e i prodotti che già conoscono, sono infatti il 38% del campione; un intervistato su tre sperimenta nuovi cibi e cucine (31%), mentre quasi uno su dieci (9%) sceglie cosa mangiare condizionato da vincoli economici. Il 22%, infine, non sa attribuire a se stesso nessun regime stile alimentare.

La ricerca di Coop identifica quindi tre "tribù" della tavola: tradizionalisti, innovatori e low cost. Tre segmenti che le aziende del settore alimentare dovrebbero conoscere prima di definire la propria value proposition



Come ogni famiglia, sottolinea lo studio, anche quella alimentare si traduce in un diverso modo di concepire la vita in genere. I tradizionalisti amano infatti i vecchi mezzi di comunicazione, come la televisione (l'81% la guarda tutti i giorni), leggono poco, preferiscono la musica pop e non praticano molto sport. Tutto questo però li rende tra i più felici del campione, tra i più soddisfatti e in grado di definire positivamente le proprie relazioni con la famiglia e con gli amici. "Ciò che affascina i tradizionalisti - rimarca il report - è la cucina per passione, l'hobby più amato con il 39% che lo pratica regolarmente".



Gli innovatori, al contrario, sono coloro che vogliono sperimentare, tanto nei fornelli quanto nella vita. Tra loro ci sono i vegani e vegetariani (8%), i reducetariani, vale a dire chi riduce i consumi di carne (9%); chi rinuncia a lattosio e glutine (9%) e i biosalutisti (7%). "Sportivi e iperattivi - spiega l'Ufficio Studi - sono gli italiani più attenti alle mode, all’estetica, ai cambiamenti del mondo, alla comunicazione, ai social e alle nuove spiritualità. Gli innovatori sono i veri iperattivi. Ogni attività, dal tempo libero agli hobby, li vede molto più impegnati di tutti gli altri. Le loro priorità sono in ordine: tutela dell’ambiente, non violenza e aiuto agli italiani in difficoltà". 



L'ultima “tribù" è quella dei consumatori low cost, chiamati così perché la loro scelta alimentare deriva da un vincolo di reddito e non proprio da una reale volontà. Se potessero, secondo l'analisi, sarebbero infatti degli innovatori. Ecco perché quando risparmiano sulla tavola, acquistano più degli altri le ultime tecnologie. “Amano i pranzi e le cene fuori (44% almeno una volta a settimana) - conclude la ricerca - al punto di somigliare agli innovatori, fanno molto sport scegliendo attività non troppo costose, sono su tutti i social network e seguono le nuove serie Tv”.



Copyright 2018 Italiafruit News