Grandinate al Nord, aziende preoccupate

Grandinate al Nord, aziende preoccupate
Maltempo estivo sul Friuli Venezia Giulia e in particolare nella zona orientale della regione. Poco dopo le 18 un violento temporale accompagnato da forti raffiche di vento e grandine ha investito le zone di Palmanova e Torviscosa, Fiumicello, San Canzian d'Isonzo e anche Cormons e il Collio.

Notevole grandinata domenica sera a San Canzian d'Isonzo (Gorizia). La località bisiaca è solo una di quelle in zona colpite dai chicchi di ghiaccio. I danni maggiori li hanno patiti le vigne del Collio e della pianura isontina.

Dal Friuli alla Lombardia. Qui la grandine ha colpito i frutteti in provincia di Sondrio. "Grandine non grossa e mista a pioggia", hanno spiegato gli agronomi della Fondazione Fojanini, che hanno realizzato una mappa delle aree interessate. Si tratta di eventi circoscritti, ma la zona frutticola tra Tirano e Sernio, in fasce nel comune abduano ha visto "circa 10 ettari riportare danni dal 40 al 60%. Altri 40 ettari hanno registrato danni del 10%".

Sempre tra fine giugno e in questo inizio luglio si sono verificate grandinate a Chiavenna, Talamona e nei dintorni di Colico. E' una sorta di stillicidio che lascia preoccupati e si spera vada a interrompersi con un miglioramento meteorologico previsto per i prossimi giorni. Nel frattempo, le associazioni di rappresentanza degli agricoltori tengono alta la guardia.

In Piemonte, una violenta grandinata aveva colpito il Torinese nella notte tra mercoledì e giovedì scorso. Ora si iniziano a contare i danni. Secondo una prima ricognizione effettuata sul campo dalla Confederazione italiana agricoltori di Torino, tra le zone agricole più colpite ci sono i comuni di Cambiano, La Loggia, Moncalieri, Trofarello, Vinovo e Beinasco.

Piero Ferrero, ortofrutticoltore di Trofarello, dichiara che le zucchine della sua coltivazione sono irrecuperabili, comprese le 1.500 piantine messe a dimora il giorno precedente alla grandinata. Analoga la situazione per pomodori e peperoni. Per le prugne, le albicocche e il mais, il danno è almeno al 50%. "Per le ciliegie se ne riparla il prossimo anno – dice Ferrero -, sui fichi la valutazione sarà possibile solo tra qualche giorno".

A La Loggia, nelle coltivazioni orticole a pieno campo dell’azienda di Michela Testa Sina non c’è più nulla da raccogliere: costine, catalogna, basilico, zucchine, prezzemolo e insalata sono andati irrimediabilmente persi. "Siamo costretti a lasciare a casa i dipendenti - osserva Michela Testa Sina - staremo fermi qualche giorno per riorganizzarci e poi ripartiremo, come sempre".

Significativo è che nessuno di questi agricoltori è coperto dall’assicurazione. "La ragione è che le polizze assicurative ormai sono troppo costose - spiega il presidente di Cia Torino, Roberto Barbero - mentre il valore dei prodotti viene puntualmente sottostimato, le condizioni dei contratti sono troppo restrittive e gli eventuali rimborsi arrivano dopo anni, se va bene. Così, soprattutto nel settore ortofrutticolo, gli agricoltori tendono a non più assicurarsi. E’ un problema a cui va trovata una soluzione, come denunciamo da anni. La tutela del reddito agricolo continua a ridursi, senza che nessun governo intervenga".

Fonte: Il Piccolo, La Provincia di Sondrio, Cia Torino