Attualità
Alce Nero Fresco, il biologico innovativo
Ambiziosi obiettivi per la joint venture a tre con La Linea Verde e Brio
Prodotti biologici freschi ad alto contenuto di innovazione e di servizio per l’Italia e l’estero: sarà questo il “frutto” della joint venture tra Alce Nero, La Linea Verde-DimmidiSì e Brio da cui nasce Alce Nero Fresco, costituita il 20 giugno e presentata alla stampa ieri mattina a Milano. Il debutto ufficiale sul mercato è fissato per settembre quando, alla fiera Sana di Bologna, sarà lanciata la nuova gamma che si comporrà inizialmente di sei insalate pronte in busta, tre insalatone arricchite e quattro zuppe fresche pronte, di ricettazione nuova. Poi toccherà a yogurt e altri prodotti, dai succhi ai latticini. Obiettivo: presentare varietà selezionate bio che vogliono offrire un’esperienza di consumo gratificante, unendo bontà e salubrità.
Sbocco di riferimento principale sarà l’Italia, sia grande distribuzione che negozi specializzati ma l’ambizione è sfondare in tutta Europa, in particolare nei Paesi dove i consumi di prodotti bio hanno quote di mercato più significative rispetto alla Penisola. Protagonisti dell’accordo, è stato ricordato in conferenza stampa, tre aziende leader nei rispettivi comparti: Alce Nero, ai vertici nella produzione e distribuzione di prodotti biologici non freschi; Brio, che da oltre 25 anni si occupa di produzione e commercializzazione di ortofrutta bio, struttura di riferimento, nel comparto, per il bio delle cooperative agricole del gruppo Apo Conerpo; La Linea Verde, forte di una pluriventennale esperienza e numero uno in Italia nella produzione e distribuzione di prodotti di IV gamma, principalmente insalate pronte in busta e piatti pronti freschi.
Presidente di Alce Nero Fresco sarà Andrea Battagliola, amministratore delegato Massimo Monti, direttore commerciale Tom Fusato, che insieme hanno presentato ieri il progetto. Il capitale sociale è di un milione di euro, il 60% delle quote sono in mano ad Alce Nero, che non esclude l’ingresso di ulteriori realtà nella compagine e gestirà anche la comunicazione, mentre la logistica sarà gestita da La Linea Verde (35%) e Brio (5%) si occuperà della creazione, strutturazione e controllo delle filiere ortofrutticole biologiche.
L’alleanza, è stato spiegato nella conferenza stampa milanese, promuove un modello imprenditoriale evoluto, originale ed esemplare in ottica di "reti di imprese" che fa leva sulla forza produttiva delle tre aziende nel rispetto della missione e dei valori del marchio Alce Nero, coniugando qualità con varietà di assortimento e gusto, con la garanzia delle produzioni biologiche. Vuole concorrere alla crescita del bio guardando lontano: una formula aggregativa complessa, quella che ha portato all’intesa, che punta a ottenere il massimo risultato nel medio-lungo periodo.
Da sinistra Cavazzoni, Battagliola, Monti e Fusato
Dal punto di vista commerciale, è stato detto ieri a Milano, il progetto nasce dalla convinzione che il comparto sia ancora in grado di esprimere un forte potenziale di sviluppo.
Il consumo quotidiano di frutta e verdura come pratica salutistica sta diventando sempre più mainstream ed è in questo contesto che si inserisce Alce Nero Fresco che vuole porsi come punto di riferimento anche per vegetariani, vegani, flexitariani aumentando l’assortimento e il contenuto di servizi, sviluppando sempre più le tecnologie “minimal processing” che riducono al minimo l’alterazione delle caratteristiche organolettiche o l’impoverimento nutrizionale, promuovendo lo sviluppo di una filiera corta e fortemente integrata, favorendo una maggiore accessibilità a prodotti di valore nutrizionale e dietetico.
Nel suo intervento Lucio Cavazzoni presidente di Alce Nero Spa ha sottolineato che “con questa operazione entriamo in un nuovo territorio cercando di assicurare valore aggiunto: oggi siamo di fronte a un grande sviluppo del bio, la cui superficie in Italia è oggi pari al 12-13% della Sau, ma anche a una sua banalizzazione".
“Sono due anni che lavoriamo a questo progetto, di Brio siamo soci dal 2011 ma con La Linea Verde è un rapporto nuovo – ha spiegato Massimo Monti amministratore delegato di Alce Nero -. Il mercato del bio sta crescendo molto ma nel 2017 si sta consolidando, sono in crisi i negozi specializzati: serviva una nuova area di sviluppo. Abbiamo alle spalle cinque anni favolosi ottimi per l’intero settore e in particolare per i prodotti Alce Nero, il cui fatturato è triplicato passando dai 21 milioni del 2011 ai 61 del 2016 crescendo assai più del mercato di riferimento".
“Alce Nero - ha aggiunto Monti - non è un semplice marchio ombrello ma una marca che rappresenta, attraverso i prodotti, un modo innovativo di fare impresa. Mancavano a questo punto i prodotti freschi bio verso i quali sono più forti le attenzioni dei fruitori e più alte le aspettative di sicurezza, qualità nutrizionale e bontà organolettica. Abbiamo costruito una partnership eccezionale per prospettive e potenzialità. Il bello deve ancora venire”.
“Le tendenze del consumo - ha detto Andrea Battagliola, direttore commerciale La Linea Verde - sono chiare, si va sempre più verso una dieta vegetale e il bio è elemento essenziale di un'alimentazione sana, alla quale si chiede però di garantire anche il piacere del buon mangiare. La IV gamma in Italia vale 800-900 milioni ed è in crescita, così come crescono le zuppe fresche, in ascesa a doppia cifra, di cui deteniamo il 50% del mercato. Abbiamo scelto Alce Nero per specializzazione, notorietà e qualità e per i tanti punti di contatto tra le nostre aziende: dall'amore per la terra all'italianità, dal controllo dell’intera filiera all'unione tra esperienza e innovazione. Ci avventuriamo nel segmento del biologico sicuri di aver contribuito a scrivere una storia che sarà di sicuro successo con una joint venture per la quale non è stata scelta la via più semplice ma quella destinata a dare più soddisfazioni in futuro”.
Per Tom Fusato, direttore commerciale di Brio “in un settore, quello ortofrutticolo, ancora parcellizzato, merita di essere sottolineato il valore aggregativo di questa operazione; crediamo fermamente che l'unione potrà portare importanti risultati per il mondo del fresco e in particolare per i nostri soci agricoltori, che per le diverse referenze metteranno a disposizione il meglio delle aree più vocate. Confidiamo che uno sbocco commerciale per le nostre produzioni nell’ambito dei piatti pronti possa contribuire ad incentivare le conversioni di nuove aziende al bio per quella che, in ultima analisi, è la nostra mission aziendale. E abbiamo un sogno: vorremmo che per Alce Nero il fresco arrivasse a valere come il secco ossia una sessantina di milioni di euro. Assumeremo nuove figure, soprattutto commerciali, per raggiungere gli obiettivi”.