Attualità
Eplì, è partita la prima campagna commerciale della «mela sostenibile»
Il nuovo brand di Lagnasco parla ai consumatori: qualità e valori al centro
La qualità, al giorno d'oggi, è una conditio sine qua non per potersi presentare sul mercato. Quindi per lanciare un prodotto serve altro: trasmettere valori, per esempio. E' proprio quello che Lagnasco Group sta facendo con Eplì, la nuova mela del gruppo cooperativo piemontese di cui recentemente è partita la prima campagna di commercializzazione.
Eplì è il brand pensato per il mercato italiano, un progetto per parlare direttamente al consumatore, ma con la varietà Story Inored l'azienda cuneese punta anche ai mercati esteri. Il 16 febbraio scorso è partita ufficialmente la campagna di commercializzazione, con la mela che si è presentata al Teatro Toselli di Cuneo. Il sostegno alle manifestazioni di culturali è uno degli aspetti che caratterizzano il progetto. Il prodotto è presente nella rete Coop Consorzio Nord Ovest, tra cui il nuovo concept store Fiorfood in galleria San Federico a Torino.
La produzione 2016 di Story Inored è stata di 200 tonnellate. “Ma i produttori ci stanno credendo, l'anno prossimo arriveremo a 100mila piante”, spiega a Italiafruit News Simone Bernardi, presidente di Lagnasco. “Siamo partiti nel 2013/14 facendo assaggiare questa varietà, i test hanno dato soddisfazione, sul mercato spagnolo si sono aperte importanti opportunità. Al secondo anno registriamo una produzione media per pianta di 10 chilogrammi, un dato interessante; andremo a regime a partire dal 2020. La Story Inored è una mela di facile gestione, naturalmente resistente alla ticchiolatura, necessita di un 30% di trattamenti in meno rispetto alle altre varietà ed è adatta al biologico. Alcuni produttori stanno partendo col bio, ma finché non avremo volumi congrui non attiveremo una linea dedicata”.
Altra caratteristica importante è la buccia leggermente più spessa, “che permette una riduzione dei danni da scaffale – fa notare il presidente di Lagnasco – Nei punti vendita italiani non c'è ancora una sufficiente cultura nella manipolazione dei prodotti, il personale sarebbe da formare. Diciamo che la Story Inored si danneggia meno di altre mele”.
“La mela, essendo una varietà libera, sta avendo successo – prosegue Bernardi – siamo partiti con questo progetto di nicchia, dedicato al mercato italiano e probabilmente ci affacceremo anche a quello inglese, e continuiamo a lavorare sui valori aggiunti del prodotto. Avevamo bisogno di una mela che potesse garantire una Produzione lorda vendibile (Plv) sostenibile per il produttore, un grado brix elevato... E queste caratteristiche ci permettono di avere una mela post Gala, ideale per i mercati d'Oltremare. Con la Story Inored è possibile proporsi in zone emergenti, come l'India, dove lavoriamo da quattro anni”.
Ma è il progetto di marketing che supporta Eplì ad entusiasmare Bernardi. “Nella vecchia Europa c'è bisogno di brand che diano riconoscibilità ai prodotti e trasmettano un valore aggiunto che vada oltre al concetto di gusto e qualità – prosegue il presidente di Lagnasco – per questo abbiamo puntato sul cerchio delle responsabilità: ambientale, civile, sociale. Valori che iniziano a diventare spendibili e che decliniamo nella comunicazione del prodotto, dal packaging al sito, per arrivare sui social”.
Per far questo, però, c'è un grande lavoro sulla qualità. “Diventano Eplì solo mele con calibri dedicati, come i 70-75 e i 75-80 – spiega Bernardi – e in futuro non è detto saranno sempre delle Story Inored. Il prezzo? Con Eplì vogliamo trasmettere un messaggio di un buon prodotto che deve essere accessibile alla maggior parte delle persone. Insieme a Coop stiamo costruendo un prezzo che sia dignitoso per gli agricoltori, concorrenziale per la grande distribuzione organizzata e accessibile per i consumatori: parliamo di circa due euro il chilogrammo, un prezzo intermedio tra una Gala e una Fuji. Questo primo anno di commercializzazione lo portiamo avanti a livello territoriale, con la Coop Consorzio Nord Ovest che ci ha affiancato durante il test della scorsa stagione. Nel frattempo, però, altre catene si sono affacciate per capire il progetto e il nostro messaggio. Oltre alla Gdo vogliamo rivalutare i mercati di vicinato, probabilmente lanceremo Eplì va al mercato, un prodotto da dare in mano a una rete di ambulanti selezionati”.
Il packaging di Eplì è coinvolgente: il vassoio in cartone si può trasformare in simpatici giochi e creazioni per i bambini. Inoltre è riciclabile al 100%, mentre il bollino apposto sulla mela è biodegradabile e quindi può finire nella raccolta differenziata organica. “Tra qualche settimana partiremo anche con il prodotto sfuso – conclude Bernardi – nel contenitore Cpr ci sarà un alveolo al 100% riciclabile e lo saranno anche le bande laterali per la personalizzazione della cassetta”. Una mela che vuole proprio essere sostenibile.
Copyright 2017 Italiafruit News
Eplì è il brand pensato per il mercato italiano, un progetto per parlare direttamente al consumatore, ma con la varietà Story Inored l'azienda cuneese punta anche ai mercati esteri. Il 16 febbraio scorso è partita ufficialmente la campagna di commercializzazione, con la mela che si è presentata al Teatro Toselli di Cuneo. Il sostegno alle manifestazioni di culturali è uno degli aspetti che caratterizzano il progetto. Il prodotto è presente nella rete Coop Consorzio Nord Ovest, tra cui il nuovo concept store Fiorfood in galleria San Federico a Torino.
La produzione 2016 di Story Inored è stata di 200 tonnellate. “Ma i produttori ci stanno credendo, l'anno prossimo arriveremo a 100mila piante”, spiega a Italiafruit News Simone Bernardi, presidente di Lagnasco. “Siamo partiti nel 2013/14 facendo assaggiare questa varietà, i test hanno dato soddisfazione, sul mercato spagnolo si sono aperte importanti opportunità. Al secondo anno registriamo una produzione media per pianta di 10 chilogrammi, un dato interessante; andremo a regime a partire dal 2020. La Story Inored è una mela di facile gestione, naturalmente resistente alla ticchiolatura, necessita di un 30% di trattamenti in meno rispetto alle altre varietà ed è adatta al biologico. Alcuni produttori stanno partendo col bio, ma finché non avremo volumi congrui non attiveremo una linea dedicata”.
Altra caratteristica importante è la buccia leggermente più spessa, “che permette una riduzione dei danni da scaffale – fa notare il presidente di Lagnasco – Nei punti vendita italiani non c'è ancora una sufficiente cultura nella manipolazione dei prodotti, il personale sarebbe da formare. Diciamo che la Story Inored si danneggia meno di altre mele”.
“La mela, essendo una varietà libera, sta avendo successo – prosegue Bernardi – siamo partiti con questo progetto di nicchia, dedicato al mercato italiano e probabilmente ci affacceremo anche a quello inglese, e continuiamo a lavorare sui valori aggiunti del prodotto. Avevamo bisogno di una mela che potesse garantire una Produzione lorda vendibile (Plv) sostenibile per il produttore, un grado brix elevato... E queste caratteristiche ci permettono di avere una mela post Gala, ideale per i mercati d'Oltremare. Con la Story Inored è possibile proporsi in zone emergenti, come l'India, dove lavoriamo da quattro anni”.
Ma è il progetto di marketing che supporta Eplì ad entusiasmare Bernardi. “Nella vecchia Europa c'è bisogno di brand che diano riconoscibilità ai prodotti e trasmettano un valore aggiunto che vada oltre al concetto di gusto e qualità – prosegue il presidente di Lagnasco – per questo abbiamo puntato sul cerchio delle responsabilità: ambientale, civile, sociale. Valori che iniziano a diventare spendibili e che decliniamo nella comunicazione del prodotto, dal packaging al sito, per arrivare sui social”.
Per far questo, però, c'è un grande lavoro sulla qualità. “Diventano Eplì solo mele con calibri dedicati, come i 70-75 e i 75-80 – spiega Bernardi – e in futuro non è detto saranno sempre delle Story Inored. Il prezzo? Con Eplì vogliamo trasmettere un messaggio di un buon prodotto che deve essere accessibile alla maggior parte delle persone. Insieme a Coop stiamo costruendo un prezzo che sia dignitoso per gli agricoltori, concorrenziale per la grande distribuzione organizzata e accessibile per i consumatori: parliamo di circa due euro il chilogrammo, un prezzo intermedio tra una Gala e una Fuji. Questo primo anno di commercializzazione lo portiamo avanti a livello territoriale, con la Coop Consorzio Nord Ovest che ci ha affiancato durante il test della scorsa stagione. Nel frattempo, però, altre catene si sono affacciate per capire il progetto e il nostro messaggio. Oltre alla Gdo vogliamo rivalutare i mercati di vicinato, probabilmente lanceremo Eplì va al mercato, un prodotto da dare in mano a una rete di ambulanti selezionati”.
Il packaging di Eplì è coinvolgente: il vassoio in cartone si può trasformare in simpatici giochi e creazioni per i bambini. Inoltre è riciclabile al 100%, mentre il bollino apposto sulla mela è biodegradabile e quindi può finire nella raccolta differenziata organica. “Tra qualche settimana partiremo anche con il prodotto sfuso – conclude Bernardi – nel contenitore Cpr ci sarà un alveolo al 100% riciclabile e lo saranno anche le bande laterali per la personalizzazione della cassetta”. Una mela che vuole proprio essere sostenibile.
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