Bruxelles: fari puntati sulla riforma bio, Italia preoccupata

Ieri e oggi il Consiglio dei ministri agricoli. Intanto Gentiloni conferma Martina

Bruxelles: fari puntati sulla riforma bio, Italia preoccupata
E’ l’ultimo Consiglio dei ministri agricoli Ue del 2016 quello che si è aperto ieri e terminerà oggi a Bruxelles. Tre i dossier agricoli all'ordine del giorno: Agricoltura e cambiamento climatico; Rafforzamento della posizione degli agricoltori lungo la filiera alimentare e lotta alle pratiche commerciali sleali; Riforma dell'agricoltura biologica. Proprio su quest'ultimo era concentrata l’attenzione dell'Italia. Il Consiglio, però, si è tenuto in contemporanea con il cambio di governo in Italia e la presentazione, da parte del premier Paolo Gentiloni, dei nuovi ministri. Così, mentre Maurizio Martina è stato riconfermato alle Politiche agricole, a rappresentare l’Italia c’era il direttore generale delle politiche internazionali e dell’Unione Europea del Mipaaf, Felice Assenza.

“Se il risultato del processo di riforma del biologico dovesse finire per peggiorare lo status quo sarebbe meglio non approvare il nuovo regolamento”, ha detto pochi giorni fa il coordinatore del gruppo S&D della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro. L'idea di costituire una rete europea di città che si occupano di promuovere l'agricoltura bio e un consumo sostenibile del cibo nasce quattro anni fa e finalmente sarà formalmente fondata a febbraio del prossimo anno a Norimberga durante la più importante fiera al mondo del biologico. “Ciò che il network promuove - ha spiegato De Castro - è l'unione fra le città per soddisfare le sempre maggiori richieste di cibo di qualità, attraverso un metodo sostenibile che favorisce la biodiversità, il benessere animale e un uso attento del suole e delle risorse naturali”. Fondamentale per questa nuova rete diviene l'aggiornamento del regolamento europeo sul biologico, su cui, però emergono nuove incertezze: "Al momento - ha aggiunto De Castro - sembra che, invece di sostenere il settore biologico europeo, il processo di revisione lo stia minando".

“L'Italia deve confermare in questi giorni di discussione in Europa la sua posizione di difesa del biologico, un settore che non può permettersi di scendere a compromessi con le logiche di mercato”, ha auspicato Vincenzo Vizioli, presidente di Aiab, l’Associazione italiana agricoltura biologica. Infatti, la riforma voluta da molti Paesi europei, Germania e Paesi Bassi in primis, avrebbe almeno tre controindicazioni per l'Italia: controlli, import, soglie più rigorose per la presenza accidentale di residui di sostanze chimiche.
 “Se devono passare posizioni peggiorative e meno garanti per consumatori e produttori seri – ha detto Vizioli – l'opzione del nulla di fatto non solo è la meno dolorosa, ma anche la base da cui ripartire per correggere le debolezze invece di convalidare un sistema quasi biologico”.

Anche Confagricoltura ha denunciato il rischio di una riforma annacquata. Per Paolo Parisini, presidente della Federazione nazionale dell'agricoltura biologica di Confagri, “si rischia di approvare regole che annacquerebbero la qualità della produzione agricola biologica italiana ed europea”.
Sulla spinta dei Paesi del Nord si vuole, infatti, permettere di coltivare i prodotti bio anche senza seminarli su terra, perdendo così la naturale difesa della biodiversità, uno dei cardini dell’agricoltura biologica. Altrettanto grave è la richiesta di poter vendere prodotti biologici contaminati accidentalmente da pesticidi, senza alcun rispetto per i consumatori e per i produttori”.
 “Sono scelte che mettono in pericolo un settore in forte espansione – ha concluso Parisini – e che avrebbe bisogno di una maggiore tutela, sia nei controlli, sia nelle regole di produzione. Voler fare agricoltura biologica a tutti i costi, stemperando le regole, rischia di snaturare un comparto che basa il suo operare su principi quali il rispetto dei cicli naturali di coltivazione e allevamento, la tutela della biodiversità del suolo, la valorizzazione di specie antiche, il divieto assoluto di uso di pesticidi non organici”.

Al momento non sappiamo con quale esito si chiuderà oggi il Consiglio. Resta però il timore per una riforma, attesa da anni, che potrebbe penalizzare le produzioni italiane.

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