Bio, l'importanza di marchio e controlli di qualità

Per il Monitor Ortofrutta il gusto è la terza motivazione d'acquisto. Fusato e Pari a confronto

Bio, l'importanza di marchio e controlli di qualità
Il buon sapore è la terza motivazione d'acquisto per i consumatori che scelgono il biologico. I dati del Monitor Ortofrutta di Agroter, raccolti nella monografia “Think Fresh – I consumi in testa”, mostrano come il fattore bontà nel 2015 sia tornato a crescere dopo un calo costante dal 2009 al 2014.

“Il concetto del prodotto senza prodotti chimici è ormai arrivato al consumatore, ora bisogna andare oltre”: questo il commento di Tom Fusato, direttore commerciale di Brio, tra i partecipanti del laboratorio sull'ortofrutta biologica all'evento di Firenze. Brio è una delle realtà pioniere del biologico in Italia e fornisce l'ortofrutta commercializzata con il marchio Alce Nero. “In azienda – spiega il manager – conduciamo panel test sul prodotto e ciò che non raggiunge determinati livelli di punteggio non viene etichettato col brand Alce Nero. Per sostenere il nostro payoff, Il Buono del Biologico, i controlli vengono infatti effettuati anche sul gusto, per mantenere uno stato di qualità elevata”.



Qualità sostenuta da una politica di marca, come nel caso di Almaverde Bio. “La politica di marca è fondamentale per noi e per tutto il comparto”, evidenzia il direttore Paolo Pari, anche lui tra i relatori di Think Fresh. “All'inizio il vissuto del prodotto bio era molto critico; non era nel mass market ma un prodotto consigliato dai medici per chi aveva intolleranze alimentari. Noi abbiamo pensato che una marca, invece, potesse rafforzare il plus del comparto, cioè il sistema di certificazione che ha alle spalle, un vero elemento competitivo. Di qui la scelta del brand, un marchio con cui comunicare come il bio potesse essere scelto quotidianamente dal mercato di massa. Una scelta che ci ha portato nei canali della Gdo: il marchio rassicura il consumatore e amplia il mercato". 

"Comunque – sottolinea Pari – nonostante la crescita del comparto restiamo in un mercato di nicchia in cui la private lable (marca del distributore) rischia di diminuire l'importanza della differenziazione, che è una delle valvole che fa muovere il mercato stesso”.

Copyright 2016 Italiafruit News