Lievita il progetto Besana per la frutta secca nell'Est

Calcagni: buon raccolto in Polonia, sviluppo in Ucraina, Croazia, Ungheria, Moldavia. Punto consumi

Lievita il progetto Besana per la frutta secca nell'Est
Lievita e si consolida il progetto di Besana per espandere la produzione di frutta a guscio, in particolare noci e nocciole, in aree particolarmente vocate dell’Est Europa. Italiafruit News ne ha parlato venerdì con Giuseppe Calcagni, leader del Gruppo e vicepresidente dell’Inc (International nut and dried fruit council foundation) a pochi minuti dalla sua partenza per una “missione” in Ucraina. Alla base dell’iniziativa, la volontà di creare nuovi impianti produttivi in grado di soddisfare il crescente fabbisogno di frutta a guscio, riconvertendo i terreni da altre colture e sostenendo tramite la ricerca l’introduzione di nuove varietà.

“Siamo molto soddisfatti di come vanno le cose - sottolinea Calcagni - quest’anno abbiamo raccolto un migliaio di  tonnellate di nocciole solo in Polonia mentre in Ucraina l’attenzione è focalizzata su 500 ettari con piante certificate di vivai italiani e tecnologie rigorosamente made in Italy per le serre da vivaio. Procediamo spediti grazie anche al supporto da parte dell’ambasciata in Ucraina e alla collaborazione con l’Istituto centrale di ricerca”. Gli altri Paesi dell’Est coinvolti sono Croazia, Ungheria e Moldavia. “Nel 2016 si assisterà a un’ulteriore espansione”, aggiunge Calcagni. “I produttori sono molto interessati e le banche italiane ci stanno assistendo: ci sono i presupposti per fare bene”.

Per quanto riguarda la situazione generale del mercato della frutta secca in Europa, Calcagni mette in rilievo che  “i consumi, pur non brillantissimi, vanno bene, con un -4% in Italia e una sostanziale stabilità negli altri Paesi, mentre i prezzi negli ultimi mesi sono lievemente calati".

Una battuta anche sull’embargo russo alla Turchia, grosso produttore di nocciole: “abbiamo notizia di molti camion bloccati alle frontiere, i russi hanno aperto ai soli limoni perché considerati medicamentosi. Che dire? Forse questa misura può correggere alcune distorsioni del passato, la Turchia era infatti diventato un corridoio in cui confluivano numerosi prodotti dei Paesi occidentali. Eventuali benefici legati a questa situazione si potranno verificare però solo dopo Natale”.

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