Attualità
Frutta esotica a km zero, a Cerea arrivano i vigili
Arriva a Cerea la frutta esotica a chilometro zero. Al mercato di Campagna Amica, promosso da diversi anni in via Paride dal Consorzio Veronatura, mercoledì mattina era possibile acquistare cesti natalizi addirittura con mandarini e ananas. Insomma, sembrerebbe che nella pianura veronese si riescano a coltivare anche varietà di frutta esotica ed agrumi prodotti normalmente nel sud Italia. In realtà, come purtroppo hanno invece rilevato gli agenti della polizia locale di Cerea, si trattava di una «beffa» ai danni del consumatori.
A vendere la frutta incriminata era il banchetto di un'azienda agricola di Oppeano, dove di piantagioni di ananas non c'è nemmeno l'ombra. Gli ambulanti hanno provato a giustificare la presenza dei cesti affermando che non erano in vendita, ma i vigili hanno appurato la presenza del cartellino con tanto di prezzo che ha lasciato ben poco spazio all'immaginazione. Al termine del sopralluogo, gli agenti hanno fatto rientro al comando di via Cesare Battisti per verificare cosa prevede la legge in materia. Stando alle normative, i trasgressori «pizzicati» con l'ananas sul bancone riceveranno una multa di oltre 5mila euro per la vendita di prodotti non autorizzati in aree pubbliche. I mercati di Campagna Amica - che è completamente estranea ai fatti contestati al pari di Veronatura e dell'associazione di categoria Coldiretti - sono nella provincia scaligera oltre una ventina.
Si tratta di posti dove devono essere venduti solo prodotti agricoli italiani, provenienti dai territori regionali e quindi rigorosamente a km zero. Le aziende devono essere iscritte a Coldiretti e rispettare un apposito regolamento sulle tipologie di prodotti che possono essere vendute. Cosa che nel caso di Cerea non è avvenuta. «Dispiace», esordisce il sindaco Paolo Marconcini, «che un'importante opportunità data alle aziende agricole, come quella dei mercati a chilometro zero, sia sfruttata impropriamente». «Continueremo a vigilare sui prodotti venduti», prosegue il primo cittadino, «per tutelare i consumatori».
Soddisfatto per l'intervento dei vigili anche Giorgio Bissoli, consigliere comunale con delega all'Agricoltura e presidente dell'associazione «Azione Rurale» che ormai da qualche anno si batte per la difesa del made in Italy. «Ai venditori del banchetto controllato dalla polizia locale», spiega Bissoli, «più volte in passato era stato detto di non vendere frutta che non proviene dal nostro territorio».
«Da tempo», continua l'agricoltore ceretano, «ricevo segnalazioni e proteste da parte di altri commercianti del settore ortofrutticolo, titolari di negozi che pagano tasse salate e che devono fare i conti con una concorrenza sleale a cui è bisogna mettere fine». Lo scorso anno, un'azienda agricola del Pestrino, associata alla Coldiretti e che frequenta i mercatini a km zero della provincia di Verona, era stata smascherata dal programma televisivo «Le Iene» di Italia uno. Le telecamere della trasmissione avevano documentato come i titolari vendessero prodotti acquistati in gran parte al Mercato ortofrutticolo spacciandoli per provenienti dal loro orto. Ma non solo: la verdura veniva rivenduta come prodotto biologico e ad un prezzo maggiorato. Peccato che i pesticidi furono trovati e i titolari espulsi dal Consorzio Veronatura.
Fonte: l'Arena
A vendere la frutta incriminata era il banchetto di un'azienda agricola di Oppeano, dove di piantagioni di ananas non c'è nemmeno l'ombra. Gli ambulanti hanno provato a giustificare la presenza dei cesti affermando che non erano in vendita, ma i vigili hanno appurato la presenza del cartellino con tanto di prezzo che ha lasciato ben poco spazio all'immaginazione. Al termine del sopralluogo, gli agenti hanno fatto rientro al comando di via Cesare Battisti per verificare cosa prevede la legge in materia. Stando alle normative, i trasgressori «pizzicati» con l'ananas sul bancone riceveranno una multa di oltre 5mila euro per la vendita di prodotti non autorizzati in aree pubbliche. I mercati di Campagna Amica - che è completamente estranea ai fatti contestati al pari di Veronatura e dell'associazione di categoria Coldiretti - sono nella provincia scaligera oltre una ventina.
Si tratta di posti dove devono essere venduti solo prodotti agricoli italiani, provenienti dai territori regionali e quindi rigorosamente a km zero. Le aziende devono essere iscritte a Coldiretti e rispettare un apposito regolamento sulle tipologie di prodotti che possono essere vendute. Cosa che nel caso di Cerea non è avvenuta. «Dispiace», esordisce il sindaco Paolo Marconcini, «che un'importante opportunità data alle aziende agricole, come quella dei mercati a chilometro zero, sia sfruttata impropriamente». «Continueremo a vigilare sui prodotti venduti», prosegue il primo cittadino, «per tutelare i consumatori».
Soddisfatto per l'intervento dei vigili anche Giorgio Bissoli, consigliere comunale con delega all'Agricoltura e presidente dell'associazione «Azione Rurale» che ormai da qualche anno si batte per la difesa del made in Italy. «Ai venditori del banchetto controllato dalla polizia locale», spiega Bissoli, «più volte in passato era stato detto di non vendere frutta che non proviene dal nostro territorio».
«Da tempo», continua l'agricoltore ceretano, «ricevo segnalazioni e proteste da parte di altri commercianti del settore ortofrutticolo, titolari di negozi che pagano tasse salate e che devono fare i conti con una concorrenza sleale a cui è bisogna mettere fine». Lo scorso anno, un'azienda agricola del Pestrino, associata alla Coldiretti e che frequenta i mercatini a km zero della provincia di Verona, era stata smascherata dal programma televisivo «Le Iene» di Italia uno. Le telecamere della trasmissione avevano documentato come i titolari vendessero prodotti acquistati in gran parte al Mercato ortofrutticolo spacciandoli per provenienti dal loro orto. Ma non solo: la verdura veniva rivenduta come prodotto biologico e ad un prezzo maggiorato. Peccato che i pesticidi furono trovati e i titolari espulsi dal Consorzio Veronatura.
Fonte: l'Arena