Usa: rivincita dell'ortofrutta e del cibo sano

The New York Times: più centrifugati, insalate pronte, verdure e semi, meno zuccheri

Usa: rivincita dell'ortofrutta e del cibo sano
Il mercato dell'ortofrutta presenta importanti opportunità di crescita negli Stati Uniti d'America.

Secondo il New York Times, gli abitanti delle grandi città non sono gli unici a voltare sempre più le spalle ai cibi dei fast food, cereali zuccherati, bevande gassate e prodotti confezionati, tanto che Hans Taparia (New York University Stern School of Business) e Pamela Kochnov (Teachers College della Columbia Univrersity) parlano di un "movimento sismico" legato al "modo di mangiare". "Oggi è molto facile vedere persone fissate sugli alimenti senza glutine, i semi di chia o i centrifugati, e non solo nelle grandi città" sottolineano Taparia e Kochnov. "Le abitudini alimentari – proseguono – stanno cambiando in tutto il Paese e le aziende alimentari sono in lotta per tenere il passo".

A farne le spese sono i marchi più iconici degli Usa: Mc Donald's, Coca Cola, General Mills, Kraft, ecc.; multinazionali, queste ultime, che "pur muovendosi nella giusta direzione, avranno bisogno per sopravvivere di un cambiamento radicale del loro approccio", ossia "modificare con audacia i loro prodotti più venduti, ridurre drasticamente lo zucchero, fare meno lavorazioni e utilizzare più frutta, verdura e altri alimenti integrali, locali e biologici".

Negli ultimi vent'anni, spiegano i due autori dell'articolo, "il comportamento dei consumatori americani si è modificato in maniera sostanziale e ciò ha rimodellato il panorama competitivo". Catene di insalaterie come Sweetgreen (nella foto di apertura) rubano quote di mercato alle tradizionali catene di fast food, mentre marchi come Amy Kitchen (biologico e no-OGM) e Kind bars (snack salutari) acquistano sempre più spazio sugli scaffali dei supermercati, come prime alternative a brand affermati come Nestlé e Mars.



Le conseguenza per le grandi multinazionali del cibo sono disastrose. Alcuni esempi? Il consumo pro capite di bevande gassate è sceso del 25% dal 1998 e, in larga parte, è stato sostituito dall'acqua. Nello stesso periodo il consumo pro capite di succo d'arancia zuccherato è crollato del 45%. Le vendite di cereali confezionati zuccherati sono in calo del 25% dal 2000, a vantaggio di yogurt e muesli. Ancora: le vendite di piatti surgelati per la cena sono scese del 12% dal 2007 al 2013, così come il fatturato di Mc Donald's è in riduzione da tre anni a questa parte. "Mc Donald's deve offrire pollo senza antibiotici - dicono gli autori - e assomigliare maggiormente a una cucina che prapara e offre cibi freschi".

Secondo un recente sondaggio citato dal New York Times, il 42% dei giovani con età compresa tra 20 e 37 anni "non si fidano delle grandi aziende alimentari". Intanto, dal 2009 ad oggi, i consumi di ortofrutta fresca sono aumentati anche tra i bambini ed i "giovani adulti". Negli ultimi 5 anni, in particolare, il consumo pro capite di verdura è in crescita del 10% e quello di cibi freschi già preparati, come le insalate, è aumentato di quasi il 30%. A supportare questo trend ha contribuito senz'altro eat brighter!, la mega campagna consumer della Produce Marketing Association (PMA) che vede come leader-testimonial la First Lady Michelle Obama. Eat brighter! è sostenuto da oltre 40 catene distributive negli States e in Canada, in rappresentanza di più di 19 mila negozi.

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