Fruitimprese: segnali positivi dai mercati, ora creiamo un nuovo sistema Paese

Assemblea ricca di spunti a Roma. «Rimuovere le criticità, aziende più strutturate»

Fruitimprese: segnali positivi dai mercati, ora creiamo un nuovo sistema Paese
"Un sistema per l'export, la vera sfida per il Paese e le imprese": questo il significativo titolo della 66ma assemblea annuale di Fruitimprese celebrata ieri pomeriggio a Roma alla presenza di un folto e qualificato numero di imprenditori.

Un'occasione, come di consueto, per fare il punto sull'andamento dell'import-export dell'anno precedente (valore del saldo attivo 2014 della bilancia commerciale in calo del 14% rispetto al 2013, per un surplus comunque corposo pari a 869 milioni di euro) ma anche, e soprattutto, per lanciare alcuni precisi messaggio ai protagonisti del settore e agli esponenti della politica nazionale e comunitaria intervenuti. In sintesi: il settore ortofrutticolo continua ad essere uno dei fiori all'occhiello dell'economia e dell'agroalimentare e le prospettive sono positive ma per crescere occorre aggregarsi, aumentare le dimensioni e internazionalizzare. Un'operazione possibile a patto di fare rete e di ottenere il supporto degli amministratori sui punti critici, puntualmente elencati dal presidente Fruitimprese Marco Salvi. Nel mirino è più volte finita la politica - o meglio, la lacunosa politica - dell'Unione Europea.

"Non credo di poter essere tacciato di ottimismo se dico che questa è la prima assemblea della ripresa dopo anni di crisi", ha esordito il moderatore, il giornalista Rai Attilio Romita, introducendo i temi della giornata.



"Con questo convegno - ha esordito Salvi dopo aver citato la famosa frase di Einaudi sul ruolo e l'abnegazione delle aziende - vogliamo proporre un nuovo modo di collaborare per dar vita ad un sistema Paese che ci consenta di raggiungere obiettivi alla nostra portata, ma che ci sfuggono per una serie di fattori endogeni ed esogeni. Abbiamo tutto per essere vincenti: prodotto, imprese, imprenditori, know how. Dobbiamo fare sistema, condividere Paesi obiettivo e arrivare a un tavolo di settore nella cabina di regia sull'internazionalizzazione costituita al Mise".

Segnali positivi dal mercato: ora si risolvano i problemi

"Dal mercato giungono segnali positivi perché si riconosce l'elevata qualità al prodotto italiano e beneficiamo del cambio favorevole con il dollaro, mentre i Paesi asiatici sono in forte crescita. E tuttavia le imprese si scontrano con difficoltà ormai annose: una burocrazia soffocante, barriere fitosanitarie penalizzanti, costi di produzione superiori a quello dei competitor". Salvi ha qui citato uno studio Nomisma secondo cui il costo medio orario in agricoltura è 13,7 euro l'ora contro i 9,4 della Spagna; il prezzo media dell'energia industriale è pari a 0,18 euro chilowatt a fronte di una media Ue di 0,13, il costo dell'autotrasporto 1,60 euro a km contro 1,22 della Spagna e 1,55 della Germania. "A pari distanza spendiamo mille euro in più della Spagna per spedire un camion di frutta", ha esemplificato Salvi.

Tra le altre note dolenti citate da Salvi il peso dell'Irap, l'art.62 "che ha di fatto aumentato scontistica iniziale e burocrazia", il reverse charge "che, se introdotto, ridurrebbe la liquidità alle imprese e rischierebbe di mettere in crisi finanziaria il settore senza garantire benefici risolutivi alle casse dello Stato".  E per quanto riguarda i rapporti con la Gdo Salvi ha lancianto una proposta:  imporre alle catene di chiedere ai fornitori il Durc per garantire la regolarità del mercato.

Luci ed ombre dell'export di frutta: bene il kiwi, male agrumi e pesche

"Da 10 anni il nostro è un settore trainante anche se le performance sono diverse a seconda dei prodotti. Esportiamo solo il 10% delle arance ma siamo leader per le produzione di mele, di cui inviamo all'estero il 40% del totale; va un po' meno bene per le pere di cui esportiamo solo il 20%, mentre l'uva oltre confine è il 40%, con una forte riconversione varietale in atto. E poi il kiwi: siamo i primi produttori al mondo ed esportiamo oltre l'80% in 100 Paesi. Male invece pesche e nettarine: abbiamo perso 1,1 milioni di export in 10 anni".



Europa debole, questione russa gestita male

L'Europa è debole, ha proseguito Salvi e deve cambiare passo: "ogni volta che c'è un problema  non lo si riesce a gestire a livello comunitario, per l'embargo russo ogni Paese ha tirato l'acqua al proprio mulino, il recente caso xylella ha confermato l'estrema fragilità dell'Ue. Sull'embargo si poteva avere un approccio più "corretto" evitando di litigare con il principale "cliente". Le risorse di aiuto, inoltre, non sono state ben distribuite e gestite. L'Europa dovrebbe guardare di più agli Stati membri e meno a quello che ci suggeriscono dall'altra parte dell'Oceano, ha aggiunto Salvi.

Barriere fitosanitarie e "embargo" francese per la xylella

Manca, insomma, una strategia comune: "il frammentato panorama del sistema sanitario e fitosanitario è lì a confermalo, servono ancora oggi accordi bilaterali, azioni singole: possibile che verso un mercato strategico come la Cina possiamo esportare solo kiwi mentre Belgio e Olanda sono già là con le pere?" . "Assurdo poi che la Francia si permetta di chiudere i confini per la xylella, con effetto domino nei Paesi del Maghreb anche per zone che con la Puglia non hanno niente a che fare. Batteriosi del kiwi e colpo di fuoco sulle pere hanno dimostrate che le criticità si possono gestire. E comunque non dimentichiamo che la sharka ce l'ha regalata proprio la Francia…".



«Progetto comune per promozione e comunicazione»

"Un progetto comune serve anche su fronti strategici come promozione e comunicazione. Sulle fiere, il Mipaaf deve dire chiaramente qual è la rassegna nazionale di settore: seguiamo l'esempio della Spagna, dove Fruit Attraction punta a scalzare Fruit Logistica dal primo posto", ha detto Salvi. "E poi facendo riferimento alla puntata delle Iene sui "pesticidi": "serve informare l'opinione pubblica in modo corretto, bisogna rispondere con dati precisi: il 99,6% dei prodotti  ortofrutticoli risulta in regola, con residui sotto i limiti".

Caroli: scenari positivi per il commercio internazionale...

In apertura dei lavori Matteo Giuliano Caroli, docente della Luiss ha proposto un'analisi sulle tendenza del commercio internazionale: "gli scenari sono positivi, vi sarà crescita consistente del commercio internazionale e nei prossimi anni si recupereranno le perdite causate dalla crisi".

Nel 2014-2017 in particolare è previsto aumento dell'export dei beni agricoli dell'8,7%. Nel dettaglio, ha detto Caroli, si notano ottime prospettive nel Sud Est Asiatico, un forte traino dei Paesi arabi, bene Usa e Regno Unito; più complessa la situazione in America Latina, più lenta la ripresa nei Paesi dell'area Euro.


Matteo Giuliano Caroli

Le Pmi sono chiamate a riorganizzarsi, arrivando a generare sistemi internazionali di produzione: "il gruppo internazionale cerca l'efficienza di tutto il sistema, tende a sviluppare una catena globale del lavoro".  Ma la competitività internazionale rimane comunque legata alle condizioni del contesto geografico in cui operano le aziende.

"Le imprese vincenti dal 2011 al 2013, quindi in piena crisi", ha proseguito Caroli "sono quelle che nel 2011 avevano maggiore propensione all'export, non hanno ridimensionato l'attività, hanno investito all'estero  e nella competenza del personale, sviluppando una rete di relazioni produttive con altri soggetti".

... ma le dimensioni contano

La variabile dimensionale è importante; serve capacità d'investimento, orizzonte temporale, capacità organizzativa, dimensione produttiva e capacità distributiva. La dimensione critica sta rapidamente aumentando. E i dati Nomisma 2015 dicono che la dimensione italiana, nel settore, è inferiore a quella dei competitor europei.

Le strategie per essere vincenti sono in sintesi legate a marketing e innovazione (IV e V gamma; orientamento al mercato; sistema di valore), crescita, capitale umano e relazionale.
"L'internazionalizzazione in definitiva, è la grande opportunità di questi e dei prossimi anni ma ha reso più complesse le dinamiche competitive. Va maturata cultura della collaborazione ed è importante il contesto in cui si opera", ha concluso Caroli.
 

L'on Boccia: preoccupa l'aumento dell'import

L'on. Francesco Boccia, presidente della V Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera dei Deputati ha ricordato che il comparto anche negli anni di crisi pesante, ha sempre avuto il segno più davanti "perché la ristrutturazione delle imprese è iniziata prima". Boccia ha definito "preoccupante l'aumento dell'import di frutta fresca e ortaggi: c'è qualcosa che non ha funzionato" e ha sottolineato l'opportunità di istituire fondi di rotazione per sostenere finanziariamente l'internazionalizzazione delle imprese.

Bruno Caio Faraglia del Mipaaf ha parlato successivamente nel dettaglio delle barriere fitosanitarie, elemento strategico nel commercio internazionale: "le trattative bilaterali in corso sono tante - ha concluso - ma hanno bisogno di adeguato sostegno anche da parte degli imprenditori".

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