Lipparini: Assosementi protagonista su più fronti

Norme fitosanitarie e proprietà intellettuale temi prioritari. Road to quality punta a crescere

Lipparini: Assosementi protagonista su più fronti
Dopo aver chiuso in maniera positiva il 2014 (cliccare qui per leggere la news in merito), il comparto delle sementi continua ad essere protagonista di numerose "sfide". Italiafruit News ha fatto il punto della situazione con Alberto Lipparini (nella foto), responsabile del settore orticolo di Assosementi. Ecco cosa ci ha detto.

Regolamento comunitario sementi, controlli fitosanitari, proprietà intellettuale: quale lo stato dell'arte e le vostre richieste in merito?
C’è molta carne al fuoco in questa domanda, per cui suddividerei la risposta in due parti. La prima riguarda il processo di revisione della disciplina europea in materia di sementi e degli altri materiali di moltiplicazione (ornamentali, fruttiferi, vite ecc..), che comprende un pacchetto di proposte presentate sotto il nome di “Smarter rules for safer food”.  Dopo il voto negativo del Parlamento Ue e le forti resistenze incontrate, la Commissione ha annunciato nel dicembre scorso che non porterà avanti la proposta relativa alle sementi. Poiché il nuovo regolamento mirava soprattutto a sintetizzare in un unico testo la disciplina oggi sparsa in 12 diverse direttive, si continuerà quindi ad andare avanti con le norme esistenti, anche se resta forte l’esigenza di semplificare e armonizzare il quadro di riferimento normativo esistente in materia. Queste continueranno ad essere le nostre attese se la revisione normativa ripartirà tra qualche anno.

Il pacchetto conteneva tuttavia altre due proposte per noi importanti, quella sulla normativa fitosanitaria e quella sui controlli ufficiali, che invece continuano ad andare avanti. I nodi centrali della discussione sono, per le norme fitosanitarie, la cosiddetta “reverse strategy”, cioè il trasferimento dei controlli nei Paesi terzi di provenienza dei materiali, e non più all’arrivo. Una vera rivoluzione, ancora del tutto da valutare. Per i controlli ufficiali, invece, sul tavolo c’è il problema di quale fascia di operatori esentare dal loro costo, quindi in sostanza chi e come dovrà farsene carico. 

Il tema della proprietà intellettuale, del tutto slegata dal pacchetto “Smarter rules for safer food”, è sempre al centro della nostra attenzione. L’innovazione anche varietale è indispensabile, la ricerca costa, le istituzioni pubbliche sono sempre meno in grado di sostenerla, occorre quindi che la finanzino le aziende private. La vendita delle sementi diventa quindi lo strumento principale. E’ pertanto necessario far crescere a questo riguardo una vera e propria “cultura”, contrastando ad esempio nel settore delle specie ortive la riproduzione illegale delle varietà e la contraffazione, fenomeni quest’ultimi in crescita soprattutto nel Sud Italia. Nel settore delle specie agrarie, invece, sarebbe necessario sviluppare anche nel nostro Paese sistemi di raccolta delle royalties come già avviene in altri paesi europei, anche sulla granella aziendale reimpiegata come seme.
 
Passiamo al progetto Road to quality: novità e obiettivi?
Il progetto ha preso ufficialmente il via nel febbraio del 2014 e ad oggi conta 32 strutture aderenti fra ditte sementiere ed aziende vivaistiche professionali. Nel corso dell’anno scorso è stato completato il processo di certificazione ufficiale: il progetto è ora ufficialmente certificato nel rispetto delle norme internazionali Uni En Iso 22005:2008 per la tracciabilità di filiera. L’ente certificatore è il Ccpb di Bologna. Obiettivo per i prossimi mesi è l’allargamento ed il consolidamento della base sociale, anche in risposta alle diverse manifestazioni di interesse e richieste di adesione raccolte nelle ultime settimane. Guardando un po’ più avanti, il progetto intende riprendere con forza nuove iniziative programmate sin dalla sua costituzione ma forzatamente accantonate nella fase iniziale di consolidamento. Sono già stati avviati diversi contatti con i produttori agricoli e le loro organizzazioni per favorire il loro coinvolgimento nel progetto: l’estensione del progetto all’intera filiera produttiva resta l’obiettivo principale del progetto, essendo la tracciabilità e la trasparenza dell’intero ciclo produttivo/distributivo l’essenza del progetto.
 
Quale, infine, la situazione per le sementi per l'agricoltura bio?
I dati sulle moltiplicazioni che abbiamo appena diffuso confermano che siamo in grado di produrre le sementi che il mercato richiede. Il problema è che la scarsa domanda non genera l’offerta, perché un’azienda sementiera dovrebbe produrre un seme, cominciando 1-2 anni prima e con costi maggiori, senza garanzie sulla collocazione. E’ un cane che si morde la coda. Ad aver portato a questa situazione è stato il ricorso massiccio e la facilità di ottenere la deroga. La proposta di revisione della normativa europea sul biologico ha previsto la soppressione dello strumento della deroga entro il 2021. Dalla discussione in corso ci sembra di avere però già capito che nessuno vuole l’abolizione della deroga, per cui temiamo si continuerà in questa ambigua situazione. E’ poi anche una questione di serietà di chi produce e controlla, tanto è vero che la prevalenza delle sementi biologiche vengono prodotto sotto contratto per altri paesi, soprattutto del Nord Europa.
 

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