Attualità
Ciliegie, nuovi portinnesti più resistenti
La serie Gisela si amplia in risposta a condizioni climatiche ostili
I portinnesti Gisela 5 e Gisela 6 si sono dimostrati idonei agli impianti ad
alta densità in corso di sperimentazione nelle aziende delle province di
Ferrara e Bologna, visitate durante il terzo tour del Simposio internazionale
della Ciliegia (clicca qui per leggere l'articolo). La produzione raggiunta
dagli impianti dell'azienda Salvi Vivai e dell'azienda dell'Università di
Bologna è quella desiderata, ma gli effetti del maltempo sono tangibili anche
qui: pioggia e grandine hanno favorito il cracking dei frutti sulle varietà
precoci.
Ma nella serie Gisela stanno conquistando spazio anche nuovi portinnesti che,
grazie ad una maggiore resistenza e capacità di adattamento a condizioni
climatiche ostili, danno una risposta a situazioni in cui le piogge diventano
abbondanti anche nell'ultima fase di maturazione delle ciliegie. Stiamo
parlando dei portinnesti Gisela 12, Gisela 13 e Gisela 17.
Varietà Regina innestata su portinnesto nanizzante Gisela 5
Il portinnesto nanizzante Gisela 5 è il più diffuso negli impianti intensivi,
lo abbiamo visto a Ferrara dove l'azienda Salvi Vivai ha avviato due ceraseti
ad alta densità, uno con 6.600 piante ad ettaro e uno con 3.300 piante ad
ettaro. In entrambi i sesti d'impianto il Gisela 5 ha fornito ottimi risultati
con piante già produttive al secondo anno e una durata d'impianto di 12-15
anni. L'Università di Bologna adotta invece il portinnesto seminanizzante
Gisela 6, più vigoroso del 5, per ottenere un ceraseto da 1.200 piante ad
ettaro organizzate in tre assi principali, nella forma detta a candelabro.
Anche il Gisela 6 ha fornito piante produttive e dotate dei tre assi già al
secondo anno.
Il clima ballerino con cui i produttori stanno facendo i conti in questa
"pazza primavera", però, induce una riflessione sull'impiego di nuovi
portinnesti. Per la serie Gisela, durante il Simposio internazionale della
Ciliegia tenutosi a Vignola, Johannes Feldmann del Consortium Deutscher
Baumschulen ha acceso i fari sulle ultime novità capaci di far fronte a un
clima sempre meno stabile.
Parlando del Gisela 12 (foto in apertura), Feldmann spiega che "ha un vigore nel range di
Gisela 6 ma mostra un migliore adattamento ai siti ventosi e con elevate
precipitazioni naturali, inoltre è meno suscettibile a Pseudomonas (cancro
batterico) ed è classificato tollerante ai virus Pdv e Pnrsv. L'ancoraggio è
buono, dato che le radici del Gisela 12 vanno più in profondità rispetto a
quelle del Gisela 6. La compatibilità d'innesto è molto buona. Oltre alla
resistenza al freddo invernale, Gisela 12 si adatta anche ai climi più
caldi".
Per quanto riguarda il Gisela 13, invece, il portinnesto "si propone come
alternativa al Gisela 6 dato che è ben performante con condizioni ambientali
meno favorevoli ed è adatto per cultivar auto-fertili - prosegue Feldmann -
L'ancoraggio è buono e non ha riportato problemi di innesto. Induce una
crescita maggiore rispetto a Gisela 5 e un'entrata in produzione precoce. Con
Gisela 13 si hanno alte produzioni e buona qualità dei frutti perfino in
condizioni di crescita sfavorevoli, inoltre ha mostrato buone performance su
terreno re-impiantato".
E infine il portinnesto più vigoroso della serie Gisela, il Gisela 17.
"Induce una dimensione degli alberi inferiore del 70-80% rispetto a Prunus
avium. E' molto robusto e sano e può adeguarsi a condizioni ambientali poco
favorevoli e alla gestione colturale estensiva - conclude Feldmann -
L'ancoraggio e la compatibilità d'innesto sono molto buone. Nonostante la
vigoria, Gisela 17 induce una precoce entrata in produzione. Ha esigenze
inferiori riguardo il tipo di terreno e le condizioni ambientali rispetto a
Gisela 5, inoltre è adatto a condizioni di re-impianto”.
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