SPECIALE MELE: PRODUZIONE, EXPORT E ANDAMENTO DELLA CAMPAGNA COMMERCIALE 2013/14. A cura di Alessandro Dal Piaz - Direttore Assomela

SPECIALE MELE: PRODUZIONE, EXPORT E ANDAMENTO DELLA CAMPAGNA COMMERCIALE 2013/14. A cura di Alessandro Dal Piaz - Direttore Assomela
Produzione di mele nell'Emisfero Nord
Secondo i dati forniti da Wapa, escludendo Iran ed India che rappresentano una produzione significativa, oggi nell'Emisfero Nord vengono prodotte circa 60 milioni di tonnellate di mele di cui oltre 37 milioni nella Cina, il più grande Paese produttore al mondo e quasi 11 milioni di tonnellate nell'Unione Europea.
Le ultime previsioni di produzione 2013 per l'area comunitaria (Tab. 1), aggiornate a metà novembre, indicano una raccolta di mele pari a 10,683 milioni di tonnellate, in leggera diminuzione rispetto ai primi dati pubblicati in agosto. Tutti i principali Paesi produttori dell'Unione europea che avevano sofferto un marcato calo di produzione nel 2012 hanno aumentato l'offerta disponibile in questa stagione, a cominciare dall'Italia che prevede un incremento della produzione del 9% e dalla Francia che presenta una variazione positiva del 31%, recuperando il proprio standard normale di produzione. La Polonia aumenta leggermente il proprio volume di produzione rispetto al 2012, ma, come spiegato più avanti, considerato il volume di mele destinate alla trasformazione industriale, la quota di frutti per il mercato fresco dovrebbe essere simile a quella della stagione precedente. In controtendenza e nettamente negativa è la situazione della Germania, che segnala una diminuzione del 23% (752.000 tonnellate) sul 2012.   
La qualità di mele prodotte nei 27 Paesi dell'Unione europea viene in generale indicata come buona, pur confermandosi un livello superiore di problemi fitosanitari dovuti alla primavera estremamente piovosa e a diverse grandinate. In molti paesi europei si riscontra inoltre un'incidenza di calibri medio o piccoli superiori al normale.
 
Tab. 1 – Andamento della produzione e previsioni 2013 nella Comunità Europea (Fonte: Wapa)



Polonia e Italia

Nel 2013 la raccolta di mele in Polonia, il maggiore Paese di produzione a livello comunitario, raggiungerà un totale di 3,170 milioni di tonnellate. Il volume prevalente dovrebbe essere indirizzato verso il comparto della trasformazione industriale, con una disponibilità di frutti per il mercato fresco che si attesterà invece su volumi simili a quelli della stagione commerciale 2012/13.  
L'aumento del 9% riporta l'Italia vicino agli standard produttivi di una stagione normale (2,107 milioni di tonnellate). Il clima secco e caldo dell'estate ed il capillare lavoro di diradamento fatto dai frutticoltori hanno consentito di limitare l'impatto della ticchiolatura entro margini ampiamente soddisfacenti. Inoltre le marcate escursioni termiche tra notte e giorno che si sono registrate da fine agosto ad inizio settembre hanno favorito una buona colorazione buccia dei frutti, con lo sviluppo della caratteristica sfaccettatura rosata nelle aree collinari. L'impatto maggiore sul volume di produzione deriva invece dal calibro dei frutti, tendenzialmente più contenuto rispetto al normale. Si prevede così una disponibilità di mele per il mercato fresco che si colloca su un livello intermedio tra le stagioni del 2011 e del 2012, pari a 1,807 milioni di tonnellate.  
Scendendo nel dettaglio delle distinte aree geografiche (Tab. 2), i dati aggiornati a metà novembre indicano per l'Alto Adige una raccolta di 1,087 milioni di tonnellate, in crescita del 15,2% sul 2012; in Trentino la produzione segnerà un calo dell'1,9%, a totalizzare 446.391 tonnellate, mentre per le altre regioni produttive occorre sottolineare l'incremento dell'Emilia-Romagna.

Tab. 2 – Previsioni di produzione per Regione (Fonte: Assomela/CSO)



Altri Paesi del mondo
Tra gli altri Paesi dell'Emisfero Nord (Tab. 3), l'Ucraina prevede di incrementare del 5% sul 2012 il volume di produzione, a totalizzare 1,177 milioni di tonnellate, mentre la Russia segnala una contrazione del 14% a 1,4 milioni di tonnellate, causata da diversi fattori climatici sfavorevoli nel periodo primaverile.  
Gli Stati Uniti supereranno il loro record storico di produzione dell'ultimo decennio (+13%, 4,635 milioni di tonnellate) grazie al pieno recupero del potenziale produttivo delle aree del Midwest e dell'Est. Canada e Messico dovrebbero seguire le stesse dinamiche degli Stati Uniti, riportando rispettivamente un aumento del 56% (430.500 tonnellate) e del 47% (552.475 tonnellate). Infine è importante segnalare il ruolo emergente della Turchia in prospettiva della sua entrata nella Comunità Europea: la produzione, infatti, registrerà quest'anno un incremento del 10% rispetto alla scorsa stagione, per un volume di 2,681 milioni di tonnellate.

Tab. 3 – La produzione di mele nell'Emisfero Nord (Fonte: elaborazioni Assomela su dati Wapa e USA Outlook 2013)
 




L'export di mele italiane

Il settore delle mele italiano è oggi il terzo Paese al mondo per volume di prodotto commercializzato all'estero. Il trend riduttivo dell'esportazione nella stagione 2012/13 (Tab. 4) non deve trarre in inganno, perché la contrazione dei volumi è da attribuirsi esclusivamente alla minor disponibilità del prodotto. In una situazione di difficoltà sul mercato interno, caratterizzato da una leggera e costante riduzione degli acquisti del frutto sia nelle superfici di vendita della GDO sia nei mercati tradizionali, i produttori italiani stanno aumentando gli sforzi dedicati ai mercati esteri. Va infatti evidenziato come circa la metà dell'offerta nazionale oggi viene destinata all'estero, con una presenza stabile in oltre 90 Paesi del mondo. Tra i mercati emergenti il Nord Africa (Libia, Algeria ed Egitto) ed il Medio Oriente (Arabia Saudita ed Emirati Arabi) sono particolarmente dinamici, ma anche la Russia e in generale i mercati dell'Europa dell'Est rappresentano zone di grande opportunità per mele di alta qualità quali sono quelle italiane.

Tab. 4 – Trend delle esportazione di mele italiane (Fonte: elaborazioni CSO su dati ISTAT)





Tab. 5 – Serie storica delle esportazioni per campagna commerciale 
(Fonte: elaborazioni CSO su dati ISTAT)




Da fine ottobre, le mele italiane sono disponibili anche per i consumatori degli Stati Uniti. Il primo "test" ha riguardato il collocamento un quantitativo limitato di prodotto di alta qualità in alcune grandi città della fascia Est degli Stati Uniti d'America, dove risiedono oltre 6.000.000 di cittadini di origini italiane, sugli oltre 20.000.000 distribuiti in tutti gli States. Questo progetto consentirà di approfondire le dinamiche e le caratteristiche del mercato e dei consumatori americani, per calibrare meglio le prossime spedizioni, per comprendere eventuali preferenze, valutare i margini di redditività ragionevolmente possibili e pianificare così nel migliore dei modi il futuro delle mele e delle pere italiane negli USA. Dal prossimo anno, se le aspettative daranno conforto, Assomela e CSO potranno impegnarsi verso l'apertura di nuovi interessanti mercati, come Cina, Tailandia, Indonesia, Messico e Vietnam. In questo contesto è chiaro il ruolo strategico delle Organizzazioni dei Produttori per la ricerca e per la promozione dei prodotti su nuovi mercati, attraverso cui mitigare gli effetti del regresso nei consumi e favorire così un maggiore equilibrio tra domanda ed offerta.

Prospettive commerciali per l'Italia
La qualità organolettica delle mele immagazzinate in Italia è definita eccellente ed i frutti sono stati conferiti regolarmente ed in condizioni ottimali per la conservazione. La stagione commerciale si sta oggi stabilizzando ad un buon livello, in linea con quanto atteso e si preannuncia positiva per i frutti di calibro superiore, con qualche tensione maggiore per il mercato delle mele di calibro medio o piccolo. Dal mese di marzo in avanti, inoltre, bisognerà vedere l'impatto dell'introduzione di mele provenienti dall'Emisfero Sud nel mercato europeo che, se rafforzerà le aspettative di partenza della stagione, potrebbe confermarsi attrattivo per questi Paesi. 

Tab. 6 – L'importazione di mele da Paese extracomunitari   


Ad inizio dicembre l'evoluzione del mercato pare confermare un orientamento abbastanza positivo, pur in presenza di una pressione costante sui prezzi per le mele di calibro inferiore, presenti nell'assortimento dei produttori di tutta Europa. In questo scenario la capacità di stoccaggio ma anche gli investimenti fatti nella ricerca di nuovi mercati sarà strategica per i produttori organizzati italiani, che potranno cercare di collocare il prodotto più "critico" con progressività e su aree in grado di remunerarlo in misura accettabile.
Tutto sommato, sulla base delle prime indicazioni, si confermano le prime impressioni per una stagione commerciale a doppio binario, condizionata da un lato da un eccesso di offerta di mele piccole ma di buona qualità, e dall'altro da una quota di frutti di calibro superiore di ottima qualità che dovrebbe incontrare una domanda buona e stabile.

Copyright Italiafruit News