Uva da tavola, l’ 'acinino' aumenta con pioggia e umidità

E' necessario lavorare sull’allungamento del rachide per prevenirlo

Uva da tavola, l’ 'acinino' aumenta con pioggia e umidità

Entriamo nel vivo della stagione dell’uva da tavola e le ultime pratiche agronomiche sono fondamentali per ottenere un grappolo di elevata qualità. Focalizzarsi sull’allungamento del rachide è un parametro fondamentale che influisce sulla produzione finale in termini quantitativi e qualitativi. 
Soprattutto in questa stagione, dove l’ultimo periodo non è stato risparmiato dalla pioggia, bisogna fare molta attenzione. Come spiega a IFN Alessandro Almerighi, Marketing & Development manager di Tradecorp Italia. “Con questo andamento climatico si può avere una minore uniformità di allegagione; gli sbalzi termici possono aumentare il rischio di ‘acinino’, portando ad avere un grappolo disomogeneo. Infatti, quando il grappolo risulta troppo compatto o non perfettamente sviluppato si avranno ripercussioni su tutta la gestione agronomica del vigneto. In un grappolo compatto, infatti, la vascolarizzazione del rachide può risultare imperfetta e gli acini possono avere maggiori difficoltà nel raggiungimento del calibro sperato”. 

“Oltre ad effetti negativi sulla produzione e sulla qualità c’è anche un aspetto legato ad un livello di sanità più basso. Ad essere penalizzati sono anche le caratteristiche organolettiche dell’uva, quali lo spessore della buccia e la struttura della polpa, che possono diminuire l’apprezzamento del prodotto sui mercati”. “Noi di Tradecorp ci focalizziamo sull’allungamento del rachide con la soluzione Phylgreen e Florastart, che garantisce il raggiungimento dell’obiettivo in modo naturale e sostenibile. Infatti, Phylgreen (clicca qui per approfondire) è un biostimolante a base di Ascophyllum nodosum – spiega Alessandro Almerighi - estratto a freddo, con un processo esclusivo; stimola l’attività enzimatica del metabolismo del carbonio e dell’azoto favorendo la fotosintesi clorofilliana e garantendo il supporto energetico della pianta. Ha così un effetto Primactive – puntualizza Almerighi – che attiva il metabolismo della pianta rendendola più resitente agli stress abiotici (caldo, freddo e siccità), mitigandone gli effetti negativi e garantendo ottimi standard produttivi”. 

Florastart (clicca qui per approfondire) è, invece, una miscela pronta, al 100% solubile, con fosforo, potassio, boro e tra le più alte concentrazioni di molibdeno nel mercato, creata appositamente per migliorare la fioritura e l'allegagione su tutte le colture”.

I due formulati vengono applicati insieme in fase di distensione del grappolo, quindi in prefioritura. Il dosaggio prevede un’applicazione di Phylgreen di 1,5 litro ad ettaro e mezzo chilo di Florastart ad ettaro. L'obiettivo è ridurre l’acinellatura pe limitare le le ore di lavoro sotto la vigna e garantire maggiore uniformità dell’acino.