Primo semestre flop: le classifiche

Anche la frutta secca molla la presa. Tutti i dati sull'andamento in Gdo

Primo semestre flop: le classifiche
Un primo semestre da dimenticare per il reparto ortofrutta della Gdo. Gli effetti inflattivi portano un risultato tutto sommato soddisfacente nelle vendite a valore (+0,9%), tuttavia l’aumento dei prezzi sembra aver scoraggiato un po' gli acquisti: nei consumi a quantità la flessione è di 5,6 punti.

I maggiori responsabili sono frutta e verdura fresca (rispettivamente -4,9% e -7% a volume), ma anche frutta e vegetali secchi mostrano un pesante segno meno (-4,5%), anche se in chili incidono relativamente. Pure IV-V Gamma incidono in modo limitato nei consumi a quantità, difatti il +1,9% dei prodotti servizio poco influisce sul risultato complessivo. A valore la frutta è in pareggio, mentre verdura e IV-V Gamma sono in positivo (rispettivamente +2,6% e +2,1%), invece frutta e vegetali secchi perdono anche in modo meno forte rispetto ai volumi (-2,3%).


 
Addentriamoci all’interno delle diverse macrocategorie: i primi dieci prodotti del semestre, per frutta e verdura di prima gamma, vedono al primo posto i pomodori. Questi guadagnano ben 13 punti a valore, ma ne perdono 5,5 a volume, attestando una crescita esorbitante del mix prezzi (18,5 punti). Le mele, al secondo posto, flettono sia a valore (-3,7%) sia a volume (-2%), mentre sembra che le banane si siano prese quella quota di consumi mancante delle mele (+1,7%) tra i prodotti più destagionalizzati, inoltre e aumentano in modo più che proporzionale - rispetto ai volumi - le vendite a valore (+5,7%).

Scendendo nel ranking troviamo più che altro prodotti con vendite a valore positive, a parte fragole (-2,5%) e patate (-2,7%). A volume, invece, i dati sono - come ci si poteva aspettare - tutti in flessione nelle prime posizioni, a parte clementine e mandarini che sfoggiano una performance di tutto rispetto a livello di consumi (+19,4%), ma anche di valori (+27,3%). Questa famiglia di prodotti ha beneficiato di un allungamento della campagna italiana e anche di prodotto estero (come da Spagna e Israele) con varietà molto valide.


 
Nei prodotti servizio, ovvero IV-V Gamma, perde a valore solo la famiglia dei prodotti da cuocere, mentre le insalate mono sono sostanzialmente in pareggio. Tuttavia, queste ultime a volume performano meglio che a valore (+1,1%). Nei consumi, oltre a verdure da cuocere, perdono anche le cruditè.


 
Chiudiamo con il focus su frutta e vegetali secchi, che negli ultimi anni hanno sempre sfoggiato performance in crescita, ma che in questi primi sei mesi del 2022 sembrano mollare la presa. All’interno della macrocategoria, tutti i segmenti lasciano qualche cosa per strada. Tuttavia, i semi sono quelli con il segno meno più preoccupante (-12,1% a valore e -13,6% a volume). Anche i legumi secchi non danno segnali positivi (-2,4% a valore e -6,7% a volume), così come la frutta essiccata e disidratata (-2,3% a valore e -4,2% a volume). Chi perde meno, e che fa ancora quasi il 70% delle vendite a valore (e più del 55% di quelle a volume), è la frutta secca: questa flette di appena 1,4 punti a valore e di 2,7 a volume.


 
Ci sono, però, differenze nette a livello di performance tra i prodotti con e senza guscio, poiché cambia completamente la funzione d’uso e l’occasione di consumo. Vediamo, ad esempio, uno dei prodotti più importanti, come le noci: il prodotto con guscio è debolmente in crescita a valore (+0,4%), mentre il prodotto sgusciato cresce di 4,2 punti. Nelle mandorle, altra referenza importante, i trend sono negativi, ma in modo lieve per il prodotto sgusciato (-1,4%) ed in modo pesante per il prodotto con guscio (-14,2%). Qui i trend del prodotto sgusciato e con guscio hanno lo stesso segno, ma ci sono casi in cui le due tipologie di lavorazione hanno trend con segno opposto, come i misti (-1,8% con guscio, +8,6% senza guscio) e le referenze minori mono prodotto (altri mono) in cui il prodotto con guscio perde addirittura 32,2 punti e quello sgusciato ne guadagna 7,1. Le arachidi, tutto sommato, calano in modo omogeneo nelle due tipologie di lavorazione (-9,3% con guscio, -8,3% senza guscio), mentre le nocciole flettono molto di più nel prodotto con guscio (-15,8%) rispetto a quello senza (-5,1%). Poi ci sono prodotti che vengono venduti o esclusivamente sgusciati (i pinoli, -11,4 punti) o principalmente con guscio (i pistacchi, -4,7 punti). In generale, il prodotto senza guscio tiene le vendite (-0,4%), mentre le performance in flessione sono principalmente da associare al prodotto con guscio (-4,1%).
 


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