Il meglio di IFN
Pomodoro, fino a dicembre poca offerta
Pecchia, Csc Lazio: «Il gran caldo è stato un fattore limitante»
Le quotazioni del pomodoro durante tutto il periodo estivo sono state costantemente alte, ed anche ora, nei primi giorni di settembre, non si nota un inversione di trend, come emerge dalla nostra ultima rilevazione nei mercato all’ingrosso (clicca qui per leggere).
Per capire le motivazioni di questo andamento e, soprattutto l’evoluzione che si prospetta nei prossimi mesi, abbiamo interpellato Romano Pecchia, direttore dell’A.o.p. Csc Lazio: “Effettivamente nella piana di Fondi, dove insistono le nostre produzioni, la resa del pomodoro in serra è diminuita di circa il 30-40% rispetto ad un anno normale, con punte addirittura più alte. Questo è dovuto principalmente al gran caldo che ha interessato la nostra zona proprio nelle fasi fenologiche più cruciali, come quella dell’allegagione. Infatti con punte di 40-45° C, i bombi (che sono gli insetti pronubi più utilizzati in serra) non volano e quindi non impollinano e, allo stesso tempo, i fiori producono meno polline o, peggio, avvizziscono. Inoltre, occorre ricordare come la pianta subisca un forte stress a causa delle elevate temperature e questo ne pregiudica la produttività. Difatti, le alte temperature hanno fortemente limitato sia la produzione estiva che quella autunnale che stiamo iniziando in questi giorni e che dovrebbe protrarsi fino alla fine di novembre e l’inizio di dicembre”.
“In buona sostanza – prosegue Pecchia – il calo dell’offerta proseguirà almeno fino a dicembre quando poi subentreranno le produzioni siciliane. Chiaramente è una situazione complicata da gestire perché il calo produttivo è generalizzato a tutto l’areale italiano e quindi è già da diversi mesi che si è in una condizione di carenza d’offerta cronica. Ci si ritrova a dover gestire oculatamente le forniture con i vari clienti, dando precedenza ai rapporti consolidati di lungo termine”.
“Chiaramente ci troviamo di fronte a problematiche ambientali, caldo in primis, che stanno diventando la norma nelle ultime annate e per le quali all’interno della nostra Aop stiamo impostando progetti di ricerca per trovare soluzioni concrete che almeno limitino il fenomeno, ma siamo ancora agli inizi.” conclude il direttore di Csc Lazio.