Plastica, Europa in fermento

Slitta la norma italiana, Francia e Spagna prendono esempio

Plastica, Europa in fermento

Con l’approvazione della Finanziaria da parte del consiglio dei ministri (clicca qui per approfondire), in Italia è slittata l’entrata in vigore dell’addizionale su plastica, cibi e bevande zuccherate (plastic e sugar tax) prevista per il prossimo anno. La decisione italiana ha portato con sé con una serie di ripensamenti a livello europeo, come in Spagna e in Francia, dove le normative stavano per diventare operative.

Per esempio in Spagna la Federazione spagnola delle industrie alimentari e delle bevande (Fiab) ha chiesto il rinvio della tassa sulla plastica, che era prevista nel2023.
Come riporta la rivista valenciafruits.com, a seguito del provvedimento adottato dall’Italia, Fiab ha evidenziato che La Spagna sarebbe l'unico paese dell'Unione Europea ad avere una tassa di queste caratteristiche a partire dal prossimo 1° gennaio.
A manifestare la loro preoccupazione sono stati anche i datori di lavoro, che hanno chiesto al ministro delle finanze e della funzione pubblica, María Jesús Montero il rinvio di un anno dall'entrata in vigore dell'imposta che ricadrà sui contenitori di plastica non riutilizzabili nel 2023, come previsto dalla legge 7/2022 sui rifiuti e sui suoli contaminati.
“Questo tasso – specifica la rivista - avrà un impatto diretto sulle aziende del settore di circa 690 milioni di euro, a cui si aggiunge l'impatto della responsabilità estesa del produttore, di altri 1.150 milioni di euro, secondo Fiab. Per questo la federazione ha sottolineato che una nuova tassa è ‘insostenibile’ per le aziende del settore alimentare e delle bevande nelle circostanze attuali, con alti costi energetici e inflazione in aumento”.

E non è stata solo la Spagna a ripensarci…anche in Francia il Consiglio di Stato ha raccomandato l'annullamento del decreto che istituisce il divieto di vendita di frutta e verdura in imballaggi di plastica.
Come riporta la testata reussir.fr  citando AgraPress: “il 14 novembre si è tenuta un'udienza pubblica presso il Consiglio di Stato in cui ci si è soffermati sul decreto attuativo del divieto di vendita di frutta e verdura in imballaggi di plastica (in tutto o in parte). In questa occasione, la relatrice pubblica Céline Guibé ha raccomandato l'annullamento totale del decreto”.
Anche Interfel sarebbe in linea con questa decisione, per quanto la presidente Laurent Grandin inviti alla calma: “Accogliamo con favore questa posizione che è in linea con tutto ciò che avevamo sollevato. E dobbiamo congratularci per l'eccellente lavoro svolto e per l'ottima analisi della relatrice pubblica Céline Guibé. Ma questo non pregiudica la decisione finale, che dovrebbe avvenire tra poche settimane”.
La presidente dell’Interprofessione Ortofrutta specifica: “Il nostro settore ortofrutticolo è stato completamente favorevole fin dall'inizio per eliminare gli imballaggi in plastica. I motivi sono ben noti. Ma per farlo chiediamo che le condizioni economiche e le soluzioni tecniche esistano e siano armonizzate a livello europeo, in particolare durante il periodo di transizione relativo all'utilizzo della plastica riciclata”.
E termina: “Quello che noi sosteniamo, come interprofessione, piuttosto che un ennesimo decreto aggiuntivo, è fare affidamento sulla direttiva dell'Unione Europea sugli imballaggi che è attualmente in fase di revisione. La sua applicazione fornirebbe un quadro pragmatico e soprattutto omogeneo in tutti gli Stati membri, che eviterebbe ostacoli ingiustificati al mercato unico e le conseguenti distorsioni della concorrenza. Interfel sosterrà qualsiasi iniziativa del governo in questa direzione”.