Pink Lady, la colorazione non soddisfa a pieno

Il produttore romagnolo Lega: «Buoni però i volumi»

Pink Lady, la colorazione non soddisfa a pieno

Pink Lady è tra le varietà club più coltivate in Italia e quest’anno in Romagna ha conosciuto una buona stagione a livello di volumi. L’unico problema si è riscontrato nella colorazione, che ha faticato per l’eccessivo caldo.
 

Nella campagna alle porte di Faenza il produttore Valerio Lega, che gestisce l’azienda agricola di famiglia insieme al fratello Daniele, ne coltiva 3 ettari e prevede di ampliare la produzione. È infatti prevista un’espansione con altre 3mila piante. 
 

“Sono oltre 30 anni che produco mele Pink Lady – racconta Lega a IFN - e la ritengo una coltivazione redditizia. Sicuramente questa mela lo è più delle susine che quest’anno sono state un disastro a livello di consumi, e delle pere che tra cimice e maculatura bruna hanno troppi problemi”.
 

A raccolta quasi ultimata, la produzione quest’anno si aggira attorno alle 70 tonnellate a ettaro. Un buon rendimento per l’azienda che però ha dovuto fare i conti con una colorazione meno accentuata. “Le mele sono leggermente meno colorate del solito – prosegue il produttore che conferisce ad Apofruit – perché non c’è stata l’escursione termica negli ultimi mesi. Il troppo caldo anche di notte ha fatto faticare il prodotto, che non è diventato rosa alla perfezione. A livello qualitativo invece le mele non hanno subito alcun danno mantenendo la croccantezza”.
 

La lunga estate siccitosa non è però stata un problema per l’azienda. “Ho fatto ricorso all’irrigazione a goccia e in più ho provveduto anche all’irrigazione di soccorso sottochioma effettuata con il rotolone. Mi sono assicurato quindi che il meleto restasse sempre in buoni condizioni senza lasciare niente di intentato. Questo mi ha permesso di non riscontrare problemi di calibri piccoli, come invece è successo ad altri melicoltori della zona”.
 

L’azienda è ben equipaggiata anche in caso di maltempo. “Il nostro impianto è interamente coperto da rete antigrandine perché siamo ben consapevoli che una mela sana ha un certo valore – conclude - se invece è grandinata vale zero”.