Piccoli frutti in sofferenza, quanto durerà?

Con Spreafico focus su problematiche e trend commerciali

Piccoli frutti in sofferenza, quanto durerà?

Il lamento arriva sia dalle catene dei retailer che dai grossisti: mancano i piccoli frutti e le forniture internazionali sono in blocco. Ma quali sono i motivi che hanno contribuito a sviluppare questa situazione di stallo? 
Lo abbiamo chiesto a Spreafico, azienda leader del settore per la produzione e commercializzazione dei piccoli frutti. Con Gianluigi Bertelli, responsabile business unit berries per Spreafico ci siamo focalizzati in particolare sull’andamento di more e lamponi. “Sono ormai tre/quattro settimane che il mercato delle more e dei lamponi soffrono un vuoto produttivo – spiega Bertelli a IFN – e di conseguenza i prezzi riflettono una domanda che supera di gran lunga l’offerta”.

Focus sui lamponi
A determinare volumi bassi per i lamponi sono i costi di gestione della coltura ma anche la situazione climatica. Vediamo le problematiche in dettaglio. 
“La produzione marocchina ha ‘scollinato’ il periodo di picco di produzione – specifica il responsabile berries - mentre sia la produzione spagnola che quella italiana (con Spreafico direttamente impegnato nella coltivazione al sud Italia) sono limitate dal freddo improvviso di queste settimane”.
I lamponi devono fare i conti anche con costi di gestione alti, che in molti casi stanno spingendo i produttori a rinunciare alla coltura. “Dobbiamo tenere conto degli ettari di lamponi che sono stati eliminati dai produttori spagnoli per i ritorni assolutamente insufficienti dal mercato – evidenzia Bertelli -; il lampone, infatti, è probabilmente il frutto di bosco con i costi di raccolta più alti e con la resa oraria del raccolto sicuramente più bassa di tutti i soft fruit. Tutto questo ha generato una mancanza di prodotto che si protrarrà a mio parere per parecchie settimane”.

Focus sulle more 
I volumi di more offerti rimangono bassi sia in Italia che in Europa ed anche a livello internazionale. Spreafico in questo caso attribuisce la responsabilità ad  un mix di fattori: in primis l’evoluzione climatica, ma anche l’assenza di innovazione varietale
“La produzione di more europee, specificatamente spagnole – sottolinea l’esperto di soft fruit - si è ridotta di molto per cause legate al naturale evolversi delle stagioni: anche se non sembra, siamo in inverno”. E continua: “Ad incidere sulla disponibilità di prodotto anche altre dinamiche, come il fatto che al momento sul mercato non esistono varietà di more che garantiscono una produzione adeguata a questi periodi. Spreafico può contare anche su una produzione sperimentale in sud Italia, ma al momento i volumi prodotti sono ancora troppo bassi”.

Il responsabile berries specifica come l’unico Paese in grado di garantire continuità di forniture in questo momento sia il Messico, ma permangono una serie di difficoltà: “Il grande aumento dei costi di trasporto via aerea si riflette inevitabilmente sul prezzo d’acquisto – dice Bertelli -. Inoltre dobbiamo fare i conti con la concorrenza del grande mercato nordamericano, che rappresenta una via di distribuzione più accessibile per i produttori messicani”.

Quando sarà possibile un ritorno alla normalità? Non ne è certo Bertelli che precisa: “Le sfide che anche il comparto dei piccoli frutti deve affrontare non sono poche: le problematiche legate alla mancanza di manodopera, l’aumento dei costi di coltivazione e le emergenze climatiche, in primis la carenza di acqua, sono elementi destinati a far sentire i loro effetti nelle stagioni che verranno. In quest’ottica lo sforzo congiunto sarà quello di puntare sempre alla qualità del prodotto, alla ricerca varietale e all’attenzione ai processi produttivi per mantenere e salvaguardare il valore percepito dei nostri piccoli frutti”.