Pesco e albicocco, al sud rischi solo per le ultraprecoci

Il ricercatore Mennone analizza le conseguenze delle temperature anomale

Pesco e albicocco, al sud rischi solo per le ultraprecoci

“Nel Metapontino non abbiamo ancora soddisfatto il fabbisogno in freddo per le varietà di drupacee a medio-elevato fabbisogno, mentre, per quelle a basso fabbisogno, se le condizioni rimanessero miti, allora si potrebbe assistere ad una ripresa vegetativa con rischi in caso di eventuali ritorni di freddo”. Così dichiara a IFN Carmelo Mennone, responsabile dell'azienda sperimentale Pantanello (Metaponto di Bernalda Matera), sullo stato vegetativo attuale di pesco e albicocco.

Una situazione che è agli antipodi rispetto al Nord Italia: “Se nelle regioni Settentrionali si sono accumulate oltre 900 unita di freddo secondo il metodo UTAH (Clicca qui per leggere la notizia), al 15 di gennaio nel Metaponto eravamo a circa 500 unità di freddo, pertanto occorreranno altre settimane prima di raggiungere il fabbisogno necessario a soddisfare le esigenze di buona parte delle varietà di pesche e albicocche. Ovviamente, il discorso cambia per le varietà estremamente precoci, caratterizzate da un basso fabbisogno di freddo, che sono nelle condizioni per avanzare con le fasi fenologiche e in questo caso molto dipenderà da come evolverà la situazione nelle prossime settimane”. 

“Per esempio - prosegue il ricercatore – le ultime giornate sono state caratterizzate da temperature basse e questo ci aiuterà a soddisfare il fabbisogno in tempi utili (per le varietà tradizionali) e a 'stoppare' le varietà a basso fabbisogno. Pertanto, sul fronte dell’anticipo vegetativo, qui nelle nostre zone, attualmente non c’è di che preoccuparsi, a differenza del Nord Italia dove in effetti si nota un anticipo, ma se i prossimi giorni saranno freddi come previsto ci potrà essere un miglioramento della situazione.”

Mennone non nega comunque che gli ultimi inverni tendano ad essere più miti: “In altre annate, a questo punto della stagione, il 'contatore' delle unità di freddo registrava valori superiori, e se questo trend si consolida, o peggio, si accresce, in futuro potranno esserci problemi legati al raggiungimento del fabbisogno in freddo. Tuttavia, per ora non ci sono gli elementi per allarmarsi eccessivamente, ma non vi sono certezze in quanto dipende sempre dalle condizioni climatiche delle prossime settimane”.