«Pesche, il valore non compensa il calo produttivo»

Con Mirco Zanelli (Apofruit) il punto sulla stagione: «Volumi in calo del 30%»

«Pesche, il valore non compensa il calo produttivo»

Le aspettative per la campagna peschicola non erano alte a livello di volumi (come avevamo già anticipato nel nostro articolo, clicca qui per leggere) e per compensare si sperava in quotazioni alte ma così non è stato.
Ne abbiamo parlato con Mirco Zanelli, direttore commerciale di Apofruit che ha confermato il calo produttivo della cooperativa di circa il 30-35% rispetto ad anno scorso. 
“Oggi il mercato non copre più il gap di produzione – ha spiegato Zanelli a IFN - e i costi sono talmente elevati sulla produzione che se ne va persa la metà, il mercato non recupera il valore. Se non c’è quantità e qualità in campo, non c’è valore di vendita che tenga”.

Ma facciamo un resoconto della stagione, partendo dagli areali romagnoli, i più colpiti dai fenomeni metereologici avversi come l’alluvione di maggio: “I quantitativi sono il 20% in meno rispetto a quello che avevamo ipotizzato, che erano già un 20% in meno rispetto a quelli attesi per la scorsa stagione – spiega Zanelli a IFN – quindi in totale abbiamo perso oltre il 40% della produzione”.

Numeri che sembrano essere confermati anche dai dati di vendita: “Abbiamo registrato un aumento del valore di vendita ma chiaramente i volumi sono stati condizionati dalla disponibilità che avevamo. I volumi esigui di prodotto emiliano-romagnolo, sono stati solo in parte recuperati con le produzioni di Basilicata, Puglia e Sicilia, gli altri areali produttivi coperti dai nostri soci produttori,  ma c’è da dire che anche lì non si è registrata una piena produttività”. 
E continua: “Anche se l’Emilia-Romagna è la regione che ha ‘pagato’ di più a livello produttivo, le altre regioni non sono andate bene come lo scorso anno, per cui a livello generale chiuderemo con un 30-35% in meno rispetto all'anno scorso. C’è da considerare che oltre ai problemi climatici, come pioggia e grandine, hanno pesato molto anche gli attacchi di cimice, monilia, etc”.

E sulle quotazioni, Zanelli commenta: “Anche se i produttori si aspettavano prezzi più alti per compensare le carenze produttive, è chiaro che il mercato è stato condizionato anche dalle situazioni produttive di altre nazioni, come Spagna e Grecia, che si trovavano in condizioni migliori delle nostre. La Spagna, dopo due anni di minor disponibilità legate all’andamento climatico, è tornata quest’anno a quantitativi interessanti anche se non in piena produzione. Il fatto che il prodotto spagnolo sia rimasto presente per tutto il calendario produttivo, ha ovviamente influenzato i prezzi”. 
È invece più complicato commentare la situazione della Germania, che attualmente presenta dati macroeconomici negativi. “Da gennaio ad oggi la Germania, come il resto dei Paesi Europei,  registra un andamento economico inflattivo che sicuramente andrà a pesare nelle prossime campagne. Il Paese è in recessione per vendite e consumi ma è ancora troppo presto giudicare quanto potrà incidere sul nostro mercato, anche se è certo che i cali dei consumi influenzeranno i quantitativi in esportazione per il primo mercato di riferimento per l’ortofrutta italiana. Per ora non abbiamo ancora registrato impatti significativi ma la tendenze saranno quelle appena elencate”.

Nonostante tutte le difficoltà, è obbligatorio cercare un futuro per il comparto. E questo, secondo Zanelli, passa dalla volontà e dalla possibilità di investire, in particolare in mezzi di difesa attivi come coperture antigrandine e sistemi antigelo.
“Internamente alla nostra cooperativa, stiamo facendo sforzi per sostenere le aziende agricole che vogliono investire in questo comparto, che riteniamo ancora oggi strategico – sottolinea il direttore commerciale – e il tema degli investimenti rispetto al comparto drupacee lo stiamo affrontando con indicazioni sulle tipologie varietali”.
Zanelli ha ricordato le modalità con cui Apofruit sostiene le aziende produttive: “Da un lato copriamo una parte degli investimenti per quelle aziende che decidono di investire in coperture antigrandine: destiniamo il 50% dei contributi economici europei ad azioni in campo per i produttori. E questa tematica delle protezioni la stiamo condividendo con il maggior numero possibile di aziende, considerata la riduzione dei volumi complessivi”. E conclude: “Inoltre su alcune specie abbiamo iniziato a differenziare in liquidazione quelle produzioni che derivano da impianti coperti: finora lo abbiamo fatto per ciliegie, mele e pere”.