Nocciole, in dieci anni 20.000 ettari in più

Pubblicato in Gazzetta il Piano del settore corilicolo 2022-2025

Nocciole, in dieci anni 20.000 ettari in più

Nella Gazzetta Ufficiale n. 256 del 2 novembre scorso è stato adottato il Piano del settore corilicolo 2022-2025. Si tratta di un documento sintetico e un allegato tecnico  del Piano corilicolo nazionale (possono essere consultati cliccando qui) in cui si fa il quadro del comparto e si individuano una serie di azioni per migliorare la competitività della nocciola italiana, dalla coltivazione alla fase commerciale.

In Italia, stando ai dati ufficiali di fonte Istat, nel 2021 la superficie totale investita a nocciolo è stata pari a poco più di 92.300 ettari, segnando una crescita di oltre 20.000 ettari negli ultimi dieci anni. Il potenziale produttivo corilicolo permane molto concentrato, con l’80% delle superfici investite localizzate in sole tre regioni, Piemonte (29%), Lazio (28%) e Campania (24%), che arriva al 96% se si include anche la Sicilia. "Si registra, tuttavia, un importante fenomeno di crescita anche in altre regioni: tra queste, spiccano soprattutto Toscana e Veneto che oggi coltivano, rispettivamente, 990 e 810 ettari, pari nell’insieme al 2% della superficie totale - viene rilevato - Altre realtà in fase di crescita, soprattutto nell’immediato futuro, si possono individuare nell’Umbria e nella Basilicata dove sono previsti significativi investimenti, anche con il sostegno dei PSR. In generale, pertanto, il quadro produttivo italiano, così come quello mondiale, appare destinato a veder crescere ulteriormente il proprio potenziale. In controtendenza, la Sicilia che, nel quinquennio, vede una contrazione degli areali del 29% pari a oltre tremila ettari".

A fronte di questo sviluppo nelle superfici, anche la produzione nel periodo 2010-2021 è cresciuta da 107mila tonnellate (media periodo 2010-2015) a 118mila tonnellate (media periodo 2016-2021), registrando quindi un incremento di circa 11mila tonnellate corrispondenti a una variazione del 10%. In parallelo alla crescita delle superfici complessive, è aumentata anche la quota di biologico, che al 2020 vale attorno a 15.500 ettari. Le produzioni a marchio IG rappresentano, invece, attorno al 9% dell’offerta nazionale, con la netta prevalenza dell’IGP nocciola del Piemonte. La produzione corilicola nazionale rileva la presenza di 11 Op specializzate nella produzione e commercializzazione delle nocciole, che aggregano circa 40.000 tonnellate di prodotto. E proprio l'ulteriore aggregazione nel comparto è indicata nel documento ministeriale come un obiettivo da perseguire.

L’Italia permane un Paese fortemente importatore, con una produzione interna che negli ultimi anni ha coperto dal 53 all’89% del fabbisogno. Sul versante dei consumi, invece, si registra un consumo apparente di 165.000 tonnellate equivalenti di prodotto in guscio. Circa il 95% è rappresentato da prodotto avviato all’industria agroalimentare mentre la quota restante, che può essere stimata in circa 8 milioni di kg, riguarda le vendite al dettaglio. "Pertanto, un aspetto determinante per il futuro sarà il mantenersi della dinamica espansiva della domanda, pena inevitabili riduzioni e instabilità dei prezzi, in un mercato nel quale la Turchia continua a giocare il ruolo di price maker, mentre l’Italia risulta per ora ricoprire un ruolo di price taker", viene sottolineato.

Il Piano del settore Corilicolo ha l’obiettivo di adeguare le proposte tecniche e, soprattutto, di favorire l’applicazione coerente della politica comunitaria, indirizzando i sostegni mirati ai produttori attraverso gli strumenti a disposizione delle Regioni.