Nel 2022 l’ortofrutta confezionata rallenta

Dopo 8 anni positivi, le verdure a peso imposto mettono il segno meno

Nel 2022 l’ortofrutta confezionata rallenta

L’ortofrutta confezionata incontra sempre più il consenso dei clienti della Gdo, grazie ad una maggiore velocità di acquisto, una migliore protezione del prodotto, oltre a maggiori possibilità di comunicazione e informazione sul prodotto. Malgrado ciò, il 2022 è l’ennesimo anno anomalo e il peso imposto rallenta, dopo anni di crescita incontrastata e picchi raggiunti anche grazie alla modificazione delle abitudini di acquisto legate alla pandemia. Il principale responsabile della debacle è il comparto verdure, che ormai per metà viene venduto a peso imposto.

La vendita del prodotto confezionato in realtà ha registrato anno dopo anno una crescita, che strutturalmente possiamo considerare fisiologica nei negozi a libero servizio. Gli stili di vita odierni, infatti, privilegiano la velocità nell’atto di acquisto e, se i prodotti confezionati rispettano le esigenze dei clienti, questi hanno certamente un ulteriore elemento di preferenza rispetto allo sfuso, soprattutto per le generazioni più giovani. Osservando per ipermercati e supermercati la serie storica della quota per il prodotto a peso imposto in ortofrutta (quindi tutte le referenze confezionate a peso garantito) è possibile analizzare l’evoluzione di questa modalità di vendita rilevando che, sempre positiva, non è stata però costante negli ultimi anni. Per dovere di precisione, che c’è ancora una quota di prodotto confezionato a peso variabile, che varia dal 5% al 15% in base alle strategie di vendita delle diverse catene distributive, per cui il confezionato nel complesso ha una quota superiore ai dati riportati.

Ci sono tre eventi principali che hanno modificato gli equilibri dal 2016 ad oggi, due in una direzione, l'ultimo nell’altra: dal 2016 al 2019 la quota dell’ortofrutta a peso imposto ha registrato una crescita abbastanza costante, con un 2018 che è cresciuto in modo più marcato rispetto agli altri anni a livello di quota rispetto al totale prodotto (quindi peso imposto più peso variabile) per effetto del provvedimento che introduceva il pagamento obbligatorio delle shopper per gli acquisti dello sfuso (per maggiori informazioni clicca qui). Poi nel 2020 scoppia la pandemia e la necessità di una spesa frettolosa e di una maggiore protezione sui prodotti fa preferire il prodotto confezionato, con una crescita della quota per il peso imposto, escludendo i prodotti di IV-V gamma, di +3,2 punti a valore e di +2,9 a volume rispetto al 2019. Se consideriamo i consumi, nel 2020 il peso imposto in ortofrutta supera abbondantemente un terzo delle vendite (37,1%) e si avvicina sempre di più alla metà di quelle a valore (43,5%).

Nel 2021 si consolida la quota del peso imposto (+1,5% a valore e + 0,3% a volume) raggiungendo livelli di preferenza ancora più importanti per questa modalità di vendita. Poi nel 2022 c’è un rallentamento, che è evidente a valore (-0,1%), mentre a volume continua la debole crescita (+0,8%). La guerra e l’aumento dei costi di produzione hanno avuto effetti sul mix di acquisto dei prodotti manifestando ancora un cambiamento nella modalità di acquisto del cliente.

L’evoluzione del peso imposto è poi diversa se consideriamo separatamente le due principali macrocategorie, ovvero frutta e verdura. Nella frutta la quota era ed è decisamente inferiore: 26,4% a volume e 30,6% a valore nel 2016, ma la crescita supera quella della verdura se la si proietta al 2022 (+10,8 punti a valore e +7,2 a volume, contro un +7,4 e +6,8 punti per la verdura). Nel 2022 la quota si attesta al 41,4% a valore e al 33,6% a volume, con una crescita sopra media (+0,5 punti a valore e +1,3 a volume). È evidente, quindi, che il rallentamento del peso imposto è imputabile principalmente alla verdura.


Difatti, considerando l’evoluzione del 2022 rispetto al 2021, la variazione di quota è di -1,1 punti nelle vendite a valore e di +0,6 punti a volume. Ad oggi quasi metà della spesa per le verdure di prima gamma è afferente al peso imposto e, se si aggiunge anche il prodotto confezionato a peso variabile, si supera abbondantemente questo valore. La pandemia ha certamente accelerato il processo di conversione negli acquisti, grazie a preparazioni casalinghe per le quali si utilizzano prevalentemente verdure, ma la flessione del 2022 è da monitorare e approfondire per capire quali dinamiche stiano influenzando l’atto di acquisto su una modalità di vendita con ancora grandi potenzialità.