«Molta offerta sul mercato, serve distinguersi»

Holzl (Vog): «Andrà meglio nella seconda parte della stagione»

«Molta offerta sul mercato, serve distinguersi»

È una campagna partita tra più ombre che luci quella delle mele quest’anno. Complici le temperature non all’altezza della stagione, anche il Consorzio Vog, tra i più grandi produttori a livello nazionale ed europeo (550mila tonnellate di mele all’anno), risente dell’andamento climatico e del minore potere di acquisto dei consumatori. 
 

“Il mercato è stato fermo fino alla fine di ottobre perché il caldo estremo non ha favorito gli acquisti”. Ha esordito così ieri Klaus Holzl, responsabile commerciale Vog che abbiamo incontrato a Interpoma. “In più, l’offerta sul mercato era più elevata perché i piccoli produttori per limitare i costi di conservazione hanno immesso più prodotto sul mercato. Anche per questo la giacenza totale a gennaio sarà inferiore rispetto agli altri anni”. Holzl tiene alto il morale e continua a vedere la possibilità di essere fornitori di mele per 12 mesi l’anno, così come a intravedere risultati migliori nella seconda parte della stagione. 

“Quello che è importante per noi è capire la necessità di ogni singolo mercato per comprendere come sta cambiando il consumo – aggiunge Hannes Tauber, responsabile marketing di Vog -. Dobbiamo essere bravi a intercettare per tempo quali sono le richieste a lungo termine del consumatore perché dobbiamo iniziare adesso a lavorare allo sviluppo della nuova varietà”.

Tauber illustra le recenti varietà: “Cosmic Crisp, Giga, Red Pop, queste sono le mele di terza generazione e nei prossimi 5 anni avranno largo spazio. Non tutte le mele sono adatte ad ogni mercato, ma una volta individuato il target giusto e capito come comunicare il prodotto il gioco è fatto. Queste varietà guardano ai giovani. Sono loro i consumatori di domani e vogliamo che riconoscano i frutti: Cosmic Crisp è rinfrescante, croccante, succosa e bilanciata nel gusto, Red Pop è ideale per una mela snack, mentre Giga è l’ideale da condividere a tavola”.

La chiave per Vog non è produrre più mele, ma mele più buone. “È fondamentale rispettare le esigenze dei consumatori moderni e sapergli comunicare il prodotto. È opportuno riuscire a far passare concetti comuni e valori semplici ma che non generalizzino il settore melicolo”.
 

Se si dice Vog il pensiero corre a Marlene, ma lo sguardo del Consorzio è lungimirante: “è il nostro marchio base, tra i più conosciuti a livello europeo. Vogliamo però anche aumentare il segmento del biologico che attualmente copre il 10% della nostra produzione anche perché la sostenibilità dei terreni non è più rimandabile”.

Il futuro della mela, si sa, dipende da cosa si fa ora. “Dobbiamo pensare a lungo termine, prenderci cura del terreno, affinché possa darci frutti anche in futuro. In poche parole dobbiamo tutelare il patrimonio dei coltivatori”. 

Hanno collaborato Alessandro Iasevoli e Angelo Angelica