Mele, la concorrenza che non ti aspetti

Vip: «Il frutto deve sgomitare con fragole e altre referenze continuative»

Mele, la concorrenza che non ti aspetti

La mela è un frutto di riferimento per l'ortofrutta: viene consumato dodici mesi l'anno e la spinta sull'innovazione varietale e le novità che debuttano sul mercato ne sono una prova, ma negli anni il consumo del prodotto è calato. L’unica soluzione per invertire la rotta è però continuare ad investire per intercettare i nuovi gusti del consumatore, come sta facendo Vip dall’alto della sua esperienza.
 

“I consumi delle mele, da 10-15 anni a questa parte, sono stati particolarmente erosi da tutto ciò che fa concorrenza durante i 12 mesi dell’anno”, spiega a IFN Fabio Zanesco, product manager delle varietà club del consorzio Vip. “Mi riferisco in particolare alla frutta esotica, i frutti di bosco e le fragole presenti ormai tutto l’anno. È normale che il prodotto mela risenta della stanchezza. L’adattamento al consumo richiede tempo e il mercato è in fase di consolidamento”. 

Quest’anno, poi, l’estate durata più del previsto non ha favorito il consumo, così come anche i costi maggiormente elevati. “I consumi sono molto sotto pressione – continua Zanesco -. Abbiamo dovuto aumentare i prezzi del prodotto per effetto dell’aumento dei costi produttivi ed è fisiologico che 15-20 centesimi in più abbiano fatto perdere una percentuale di consumatori. Si avverte però minore difficoltà per il prodotto di primo prezzo e di fascia premium. Chi cerca quello che è in offerta continua a spendere, così come chi cerca solo un prodotto di alta qualità”. 
 

Fabio Zanesco

L’importante è preservare il futuro dei melicoltori della Val Venosta difendendo il terreno e quindi l’ambiente. Per farlo il Consorzio sta crescendo nell’offerta di mele bio e ha da poco introdotto nel suo organico un’addetta alla sostenibilità che si occupa solo di sostenibilità. “Siamo il più grande produttore di mele biologiche in Europa – aggiunge Kurt Ratschiller, nuovo direttore commerciale di Vip -. Il 20% delle nostre superfici coltivate è biologica, così come il 15% delle nostre mele. Questo metodo di coltivazione ci avvicina maggiormente ai consumatori attenti al futuro del pianeta”.
 

Tra questi ci sono sicuramente i più giovani, target da attenzionare e conquistare. “Certe varietà che mangiavano i nostri genitori non piacciono più alle giovani generazioni. I ragazzi di oggi – conclude Ratschiller - hanno bisogno di nuove varietà che li stimolino ed è quello che cerchiamo di fare con le mele club che rappresentano il 15% del nostro volume”.