Melagrana, deve essere una stagione all'insegna del coraggio

Mirare a strategie che esaltino la qualità del prodotto

Melagrana, deve essere una stagione all'insegna del coraggio

Ѐ ai nastri di partenza la campagna del melagrana italiana, con il prodotto che ci accompagnerà fino alla prossima primavera. Questo frutto negli ultimi anni ha conosciuto un vero e proprio exploit favorito dalle sue proprietà da superfood, tanto da guadagnarsi spazi ed assortimenti interessanti in piena campagna con una proposta ampia (fino a 4-5 prestazioni nei negozi più grandi) caratterizzata da prodotti venduti sfusi, confezionati in vassoi e/o vaschette (da 2 fino a 4 pezzi), soprattutto per le pezzature più grandi, mentre i frutti più piccoli sono venduti in confezioni da 1-1,5 kg a prezzi molto aggressivi. Non da meno si stanno sviluppando referenze premium e coltivate in regime di biologico, dove la marca del distributore inizia a farla da padrone. Tuttavia, nei negozi è facile trovare criticità e siamo dell’avviso che si debbano adottare alcuni accorgimenti. Per esempio, si potrebbero ottenere buoni risultati se il prodotto sfuso venisse venduto a pezzo anziché a peso variabile, in quanto cambierebbe di molto la percezione del consumatore che saprebbe immediatamente il valore di un frutto e non sarebbe invece spaventato dal prezzo al chilo (che comunque va sempre dichiarato). Ad oggi poche insegne lo fanno o solo in alcuni momenti stagionali.

Venendo alle caratteristiche intrinseche del prodotto, si deve riuscire a garantire una qualità standard e costante per mantenere un buon ritmo di vendita, soprattutto nei mesi dove il prodotto italiano comincia a dare segnali di cedimento e si passa a quello straniero, dove spesso si trovano frutti e varietà non all’altezza delle aspettative. A nostro avviso occorre avere il coraggio di togliere la referenza dall’assortimento (e questo discorso lo si potrebbe estendere a tanti altri casi), più che offrire al consumatore un prodotto scadente venduto a prezzi sostenuti, con il rischio di generare non solo un calo delle vendite nel contingente, ma soprattutto si rischia di perdere la fiducia dei consumatori nel lungo periodo.
Non da meno si dovrebbe migliorare il livello di comunicazione, innanzitutto per quanto riguarda l’origine. Porre l’accento sul prodotto Made in Italy, sia trasformato che per il consumo fresco, è un valore da non sottovalutare e, parimenti, spingere la comunicazione sulle proprietà benefiche e sugli utilizzi in cucina potrebbe aumentarne la penetrazione. Quindi è corretto dare spazio e numeriche a un prodotto che ha ampi margini di crescita, ma allo stesso tempo è necessario proporre una offerta coerente rispetto al bacino di utenza, arrivando a scelte drastiche se il prodotto non è all’altezza e, su questi aspetti, bisogna essere intransigenti.