Lo spauracchio dei rincari

La discutibile classifica dell'Unione Nazionale Consumatori

Lo spauracchio dei rincari

Che nel sacco di Babbo Natale ci siano una lunga sfilza di rincari non è una gran sorpresa. Ma gli aumenti dei prezzi sono numeri da gestire con cautela e responsabilità soprattutto in filiere lunghe e articolate come quelle agroalimentari. L'ultima classifica degli aumenti per le festività stilata dall'Unione Nazionale Consumatori è un guazzabuglio di percentuali che, data in pasto ai media generalisti, non fa altro che creare ulteriore confusione nella mente delle persone.

Dalla lista dei regali a quella della spesa per pranzi e cenoni, si fa di tutta un'erba un fascio e lo si vede dai titoli delle agenzie e dei quotidiani: "Macchine da caffè e frutta al top classifica rincari Natale", titola l'Ansa; "Inflazione, i rincari di Natale per regali e cenone: la classifica. Tra i cibi, la frutta resta la più costosa", rincara la dose Sky Tg24. 

L'Unione Nazionale Consumatori ha preso gli ultimi dati Istat e ha selezionato cibi e bavande che vanno per la maggiore in occasione delle festività; confrontando i prezzi con quelli dello scorso anno. Un paragone che non può che essere generico e su famiglie di prodotti, fatto anche sui regali più comuni. Fermo restando che l'inflazione registrata a novembre è dell'11,8%, l'associazione dei consumatori in cima alla Top20 dei cibi e delle bevande tipiche del pranzo o del cenone di Natale, mette la frutta fresca esotica che rispetto a un anno fa aumenta del 19,3%. Bisognerebbe considerare i costi logistici e il "viaggio" che devono affrontare questi frutti: e poi all'interno della categoria ci sono trend differenti per i vari prodotti.

"Medaglia d’argento per il pollame che vola del 18%. Sul gradino più basso del podio i formaggi, +16,8%. Anche se di solito avanzano, non mancano i contorni - viene indicato nel report - In particolare, per alcune ricette regionali non possono non esserci carciofi (abbacchio al forno) e patate (pesce stocco) che rincarano, rispettivamente, del 16,2% e del 16,1%".

Ci sono referenze, come la frutta secca (6,4%), che secondo l'elaborazione dell'associazione mostrano un aumento dei prezzi inferiore all'inflazione e alla media degli alimentari: ma anche in questo caso si spinge sul concetto del rincaro.  

Per la top 30 dei regali, invece, al primo posto le macchine da caffè in cialde o capsule che rispetto a un anno fa costano il 25,9% in più. Al secondo posto i film in dvd che salgono del 23,6%. Medaglia di bronzo per macchine fotocamere e videocamere che aumentano del 20,2%.

Ma sul tema dei rincari, soprattutto lungo la filiera, non mancano anche le discutibili prese di posizioni di alcune associazioni di produttori: un autogol per l'ortofrutta come aveva ricordato Roberto Della Casa in un recente editoriale (clicca qui per leggerlo). A forza di segnare nella porta sbagliata, però, si rischia di essere eliminati dal campionato... pardon, dal mercato.