Le donne che fanno «correre» l'ortofrutta

Cosa festeggiare e cosa cambiare, la parola alle protagoniste del settore

Le donne che fanno «correre» l'ortofrutta

Oggi, mercoledì 8 marzo, si festeggia la Giornata Internazionale dei Diritti della Donna e non potevamo che dedicare la nostra apertura alle protagoniste femminili del settore. Le voci che abbiamo raccolto provengono dal mondo produttivo e anche da quello distributivo e appartengono a tutte quelle donne che fanno ‘correre’ l’ortofrutta. E’ il nostro piccolo contributo per valorizzarle, sostenerle e raccontare come vivono questo mondo. 
Abbiamo intervistato Rosangela e Francesca Appio di Primo Sole, la prima responsabile amministrativa e della comunicazione, mentre la seconda è responsabile commerciale; Federica Argentati, presidente del Distretto produttivo Agrumi di Sicilia; Martina Boromello, responsabile Marketing e Comunicazione di Ortoromi. Lato distribuzione ci siamo interfacciati con Chiara Cugini, responsabile vendite presso Ce.di.or. Srl e Maura Latini, amministratore delegato di Coop. Last but not least, abbiamo sentito Serena Pittella responsabile marketing per Aop Luce e Carmela Suriano, amministratore unico della Compagnia delle Primizie. 

Francesca e Rosangela Appio

Francesca e Rosangela Appio, rispettivamente responsabile amministrativa e della comunicazione e responsabile commerciale di Primo Sole sono orgogliose di aver donato al settore un nuovo punto di vista: “Le donne in ortofrutta sono in grado di eludere i più comuni confini che ingabbiano il settore nelle dinamiche di produzione, prezzo e concorrenza, allargandole e trascinando il focus su nuove argomentazioni”. E continuano: “Tante più donne si avvicineranno al settore, tanto più l’ortofrutta sarà in grado di mostrare la sua bellezza, trasformando quello che è un consumatore in un vero e proprio spettatore o addirittura in un fan dell’ortofrutta. Ma per ottenere il successo che merita, il settore deve cominciare ad acquisire consapevolezza: incuriosire dev’essere la parola d’ordine”.
E sul binomio Donne e Ortofrutta, commentano “Non è più un ossimoro: per certi aspetti sono le donne a tracciare nuove strade e porre obiettivi al settore. Noi facciamo parte dell’Associazione Nazionale Donne dell’Ortofrutta e come tutte le socie abbiamo la missione di coltivare insieme la parità di genere”.
Se la sfida più grande è stata affermarsi nel settore, oggi le sorelle Appio sono il volto dell’azienda e, anche se qualcuno le chiama ancora “signorine”, loro non si arrendono: “Per noi l’importante è vedere i loro sguardi pieni di fiducia e stima quando ci osservano”.
La presenza delle donne nel settore può fare da traino per le nuove generazioni. “Le donne che sono oggi in ortofrutta sono una testimonianza preziosissima per i più giovani: dimostrano che in questo settore c’è spazio per loro, per la loro creatività, per la loro intuizione, per le loro competenze. I risultati ottenuti delle donne di oggi sono soltanto l’inizio di una lunga strada che porterà nuove e fondamentali risorse femminili nel settore. E l’ortofrutta ringrazierà”. 

Federica Argentati

Federica Argentati, presidente del Distretto produttivo agrumi di Sicilia ci chiarisce alcuni aspetti sul ruolo delle donne nel settore: “Le donne competenti ed intelligenti possono portare un enorme valore aggiunto al settore, oltre alle caratteristiche molto femminili come intuito, determinazione, onestà e ragionata abnegazione”. E continua: “Ogni giorno singole donne e gruppi organizzati si battono per affermare il binomio donne e ortofrutta ma manca ancora una reale integrazione tra generi, necessaria se si vuole dare una spinta decisiva all’ortofrutta nazionale”.
Secondo Argentati, le difficoltà non si trovano solo all’entrata del settore ma anche nel rimanerci, soprattutto se in ruoli apicali: “Questo settore è spesso inconsapevolmente maschilista e le donne sono relegate ai ruoli più pratici. A mio parere, le donne devono approcciarsi restando se stesse e con il coraggio di denunciare atteggiamenti maschilisti senza paura di essere escluse”.  
Per il futuro è necessario “raggiungere maggiore chiarezza ed efficacia nei ruoli nell'ambito degli strumenti a disposizione del settore (es. OI, IG, Distretti, GAL, OP, ecc), per interloquire con le istituzioni in maniera più efficace. E’ necessario inoltre lavorare per la  crescita dell’intero comparto partendo dalle singole filiere che spesso hanno esigenze comuni”. E conclude: “La presenza delle donne nel settore può essere un esempio per le nuove generazioni, l’importante è che entrambi i generi lavorino con lungimiranza e generosità nei confronti dei giovani, creando le condizioni per una loro crescita culturale e di settore ed una vera integrazione nei processi decisionali”.

Martina Boromello

“Fino a qualche anno fa il binomio donne e ortofrutta era davvero debole – racconta Martina Boromello, responsabile Marketing e Comunicazione di Ortoromi -. Oggi penso invece che sia stato fatto qualche passo in avanti e, nonostante rimanga ancora un settore prettamente maschile, credo che le donne si stiano facendo sentire e portando il loro contributo. Consideriamo ad esempio l’Associazione Nazionale Donne dell’ortofrutta: più di cento donne che si confrontano quotidianamente con l’obiettivo di far sentire la propria voce”. 
Boromello non ha nulla da recriminare: “Nell’azienda in cui lavoro c’è sempre stato il rispetto per le donne. Nella nostra azienda lavorano molte donne e la stragrande maggioranza sono giovani e anche mamme. Da parte mia, posso dire in totale trasparenza di aver trovato dei colleghi sensibili e che non hanno mai utilizzato il fattore donna o mamma per mettermi in difficoltà. Senza dubbio però il fatto di essere donna e mamma mi ha fatto fare scelte non sempre facili, scelte che dobbiamo fare tenendo conto di cosa ci dice la testa ma anche il cuore. Ad esempio, partecipare a una fiera significa allontanarsi da casa e dai propri figli per diversi giorni: nella quasi totalità dei casi, per un uomo non è un grande problema, mentre una donna lo fa perché ama il suo lavoro ma sa che lascia a casa qualcuno che fa il conto alla rovescia delle ore che mancano per il prossimo abbraccio”. 
La presenza delle donne nel settore, secondo la responsabile, può invogliare anche le nuove generazioni ad affacciarsi a questo mondo. “Se fino a qualche anno fa eravamo mosche bianche, ora siamo sempre di più e non mancano le giovani imprenditrici piene di passione e di know-how. La ricchezza che possono portare al settore è a mio avviso fondamentale e comprende una visione più sensibile e orientata al dialogo e alla collaborazione".

Chiara Cugini

Chiara Cugini - Responsabile vendite presso Ce.di.or. Srl - figura femminile cardine nel mondo dei mercati all’ingrosso racconta a IFN la sua visione del binomio mercato all’ingrosso/donna. “Sicuramente è difficile crescere a livello professionale in un mondo, come quello dell’ingrosso, prettamente maschile. Io ho ricoperto diversi ruoli all’interno dell’ortomercato, ed è come se mi fossi dovuta rimettere in gioco ogni volta per affermare il mio potenziale”. 
E continua: “C’è tanto pregiudizio e noto che i colleghi hanno difficoltà ad approcciarsi ad una figura femminile. Confrontandomi con altre donne, che operano in altri segmenti della filiera ortofrutticola, mi rendo conto che l’ingrosso deve fare tanti passi in avanti, ancora c’è lavoro da fare. Le figure maschili della mia azienda hanno incentivato le donne a ricoprire ruoli apicali nell’impresa di famiglia. Ovviamente è complicato gestire la famiglia ma ci vuole tanto spirito di sacrificio e senso di responsabilità”.
Valore aggiunto che le donne portano al settore? “Secondo me la sensibilità di pensiero, avere un ascolto dedicato al cliente. Creare contrattazioni più semplici ed empatiche. Per quanto riguarda l’ingrosso, sono preoccupata per il ricambio generazionale perché il lavoro è impegnativo e per i giovani non sarà semplice con l’orario notturno”.

Maura Latini

Maura Latini, amministratore delegato di Coop Italia ha le idee chiare sul ruolo delle donne per l’inserimento dei giovani nel complesso mondo dell’ortofrutta: “ le donne possono funzionare da apripista per i giovani. Sanno essere accoglienti, hanno doti innate di tutoraggio e favoriscono l’inserimento dei giovani perché di norma hanno una carica agonistica meno marcata rispetto agli uomini e hanno anche meno manie di protagonismo”.

“Sono dunque più predisposte al dialogo e alla condivisione delle idee” - prosegue la Latini - “e sono positive nel lavoro di squadra che spesso manca in organizzazioni molto competitive. È chiaro che l’ingresso nel mondo del lavoro non è facile per nessuno, per i giovani ancor meno e le difficoltà sono anche più marcate per le giovani donne. Questo è successo anche a me, ma sono prove che servono a crescere e a mettere a valore quella dose di tenacia e di positività che le donne hanno costituzionalmente”.

“Le donne lavorano dunque per costruire relazioni ed alleanze. L’Associazione delle donne dell’ortofrutta ne è un esempio tangibile, dove persone che fanno lavori diversissimi nei ruolo più disparati sono accomunate dal far parte del mondo dell’ortofrutta in un’ottica comune: far confluire nel loro lavoro quotidiano un pensiero femminile, credendo con questo di far crescere la componente femminile, da un lato, mentre fanno crescere il comparto, dall’altro, in modo che sia coerente con le nuove necessità delle famiglie, del mercato e delle giovani generazioni”, conclude la manager.

Serena Pittella

Serena Pittella, responsabile marketing per Aop Luce insiste sull’esigenza di colmare il divario di genere che divide il settore. “Se noi donne abbiamo ancora oggi il bisogno di aggregarci in associazioni per affermare le nostre posizioni nella maggior parte dei settori, non solo in ortofrutta, è perché di base non vediamo un corretto riconoscimento delle nostre competenze e riscontriamo una disparità di trattamento, anche economico, rispetto agli uomini. L’ortofrutta in realtà non è un settore poi così maschile rispetto agli altri, basti pensare alla manodopera prevalentemente femminile impiegata nei nostri stabilimenti. Il vero problema è arrivare ai ruoli apicali: una missione che, purtroppo, riesce a poche”. 
Apertura e inclusione sono, secondo Pittella, le caratteristiche mancanti per un rilancio verso il futuro: “Serve una maggiore apertura alle donne e ai giovani che, con creatività e coraggio di innovare, possano apportare nuova linfa e permettere all’ortofrutta di occupare un ruolo adeguato nel sistema economico nazionale. Solo la giusta sinergia tra le varie attitudini ed inclinazioni può portare al successo: noi continueremo a mettercela tutta”. 

Carmela Suriano

Carmela Suriano, amministratore unico della Compagnia delle Primizie individua due aspetti che il settore dovrebbe assolutamente cambiare: innovazione e comunicazione.
“I cambiamenti climatici in atto e le emergenze ambientali mettono a dura prova il settore dal punto di vista produttivo e commerciale. L’introduzione di varietà innovative e tecniche colturali sostenibili è fondamentale per salvaguardare la salute dei consumatori e l’ambiente. Per competere sul mercato è necessario diversificare l’offerta dell’ortofrutta, adeguandola ai cambiamenti nelle abitudini di consumo piuttosto che ai volumi richiesti. Ciò deve essere accompagnato da un’ informazione più efficace finalizzata  a  migliorare le abitudini alimentari e favorire un maggior consumo di frutta e verdura”.
Suriano sottolinea come la presenza delle donne nel settore sia in crescita ma non nei ruoli decisionali.
“Questo è un grande limite che sconta un retaggio culturale difficile da superare. L’esempio di molte donne che hanno saputo innovare il mondo dell’ortofrutta è sicuramente incoraggiante per le nuove generazioni”.
 

Se sono ancora tante le difficoltà da risolvere, gli spunti forniti sono almeno altrettanti. 
Nel nostro piccolo ci prendiamo l’impegno a raccontare il settore senza discriminazioni e a valorizzare il più possibile le competenze, a prescindere dal sesso di appartenenza. 
Siamo convinti che la collaborazione tra uomo e donna possa portare ad un arricchimento continuo di valori e di competenze. Una collaborazione che parte dalla nostra redazione per allargarsi alle nostre vite: speriamo che anche il nostro settore possa esserne all’altezza.

Tantissimi auguri alle nostre affezionate lettrici, 
la Redazione 

A cura di Alice Magnani, Lucia Caselli e Angelo Angelica