La campagna agrumicola spagnola fra luci e ombre

Fra prezzi interessanti e rese insoddisfacenti gli agricoltori sono sul filo

La campagna agrumicola spagnola fra luci e ombre

A volte, quando parliamo della campagna commerciale degli agrumi, come di qualunque altro prodotto, dimentichiamo di sottolineare che vi partecipano diversi attori, dai singoli produttori e commercianti, organizzati anche in piccole, medie e grandi strutture, fino ai distributori terminali, anch’essi molto diversi gli uni dagli altri per struttura e dimensioni. Ognuno ha poi le sue strategie e i suoi modelli di mercato così che una campagna può essere buona per alcuni, meno buona per altri e semplicemente cattiva per altri ancora.
I principali fattori che influenzano la campagna degli agrumi sono il volume disponibile, la quota destinabile al mercato del fresco e dell’industria, il prezzo ottenuto per il prodotto fresco e quello industriale, i costi di produzione e commercializzazione. L'insieme di questi fattori determinerà come sarà la campagna per ciascuno dei suoi attori.


1. Il tono del mercato a inizio campagna

Il mercato delle arance, come sempre accade, anche per questa campagna è stato dominato dall'emisfero australe fino a settembre e, nello specifico, le importazioni di arance nell'Unione Europea dal 1° settembre alla fine di gennaio sono state di 372.359 ton. Tale importo è leggermente superiore ai due anni precedenti, ma inferiore ad altri anni nell'ultimo quinquennio. Se esaminiamo i dati dello stesso rapporto per il mercato dei mandarini, le cifre sono leggermente superiori alla media degli altri anni, ma inferiori del 20% rispetto allo scorso anno.

Possiamo quindi immaginare che gli ingressi dall'emisfero australe abbiano lasciato più o meno gli stessi spazi della media ultimo decennio in Europa, un mercato chiave per la Spagna poiché rappresenta il 96% delle sue esportazioni. Come ogni anno, però, da ottobre la Spagna detiene la maggioranza assoluta delle vendite durante i primi cinque mesi della campagna, fino alla comparsa delle arance egiziane e dei Nadorcott marocchini.


2. La produzione spagnola

Secondo le stime del ministero dell'Agricoltura, la campagna 2022/23 è stata caratterizzata dall’offerta più bassa degli ultimi dieci anni. Infatti, per la prima volta nell'ultimo decennio non sono stati raggiunti i 6 milioni di tonnellate.
Se si tiene conto che le stime si riferiscono ai frutti presenti sugli alberi nei mesi centrali estivi, si deve considerare che l'evoluzione climatica di fine estate ha influito ancor più negativamente sul raccolto finale, poiché la persistenza della mosca mediterranea e di altri parassiti dovuta all'allungamento dell'estate e all'arrivo tardivo delle poche piogge in Andalusia hanno aggravato il calo del raccolto in generale.
Pertanto, è confermato che siamo di fronte a un raccolto così modesto che dobbiamo risalire al primo decennio del secolo in corso per trovare una stagione del raccolto così insoddisfacente.


3. Come hanno funzionato i mercati

Nel contesto di mercato della fine dell’anno scorso, è comprensibile che la distribuzione abbia cercato, ancor più del solito, di forzare il calo dei prezzi degli agrumi spagnoli, Clemenules e Navelina in particolare, con prezzi inferiori rispetto agli ultimi mandarini e arance dell'emisfero australe.
Ma l'evidenza del raccolto scarso ha prevalso e ben presto si è visto che i prezzi sarebbero stati più alti rispetto alla campagna precedente. Senza dimenticare che c'era una consapevolezza molto chiara dell'aumento dei costi di produzione dovuto ai forti aumenti di fertilizzanti e fitofarmaci e dell'effetto dell'aumento dell'energia sul costo dell'irrigazione. Oltre all'aumento dei costi nei magazzini, principalmente dovuto ai costi energetici e degli imballaggi.
I dati forniti da Eurostat e Datacomex, sebbene non perfettamente aderenti alla realtà, ci offrono un'idea dell'andamento dei dati sull'export e del valore Intrastat delle esportazioni.

Durante i primi quattro mesi della campagna, i prezzi di vendita delle arance sono stati i più alti degli ultimi anni. Più precisamente, sono superiori del 13% rispetto allo scorso anno ma i volumi di esportazione sono diminuiti del 25% rispetto alla stagione precedente. Con questa situazione, il valore economico totale delle esportazioni di arance è diminuito del 12% durante la prima parte della campagna.
Se ripetiamo l'analisi per i mandarini, emerge un quadro molto simile, il prezzo è il più alto degli ultimi anni ed è superiore del 14% rispetto alla scorsa stagione. Tuttavia, i volumi sono inferiori del 19% e quindi il valore economico totale è inferiore del 5% rispetto allo scorso anno.
Per mandarini e arance ci troviamo di fronte alla stessa situazione: minor valore economico da distribuire su un numero simile di ettari che, tra l’altro, hanno avuto anche maggiori costi di produzione.

Anche i limoni non sfuggono a questa tendenza. Il prezzo è stato dell'8% più alto rispetto allo scorso anno, ma i volumi sono diminuiti del 14% e quindi il valore generato è diminuito del 6%. Ma la grande differenza con i mandarini e le arance è che i loro prezzi di vendita sono i più alti tra i tre principali agrumi spagnoli, come si può vedere dalle grafiche.

4.  Esportazioni spagnole in Italia

Il primo effetto dello scarso raccolto in Spagna, attualmente è considerato il più basso degli ultimi 15 anni, ha condizionato le esportazioni spagnole verso l'Italia durante i primi quattro mesi della campagna.
Come possiamo vedere, le cifre sono le più basse degli ultimi 5 anni. Solo nel pompelmo, di relativamente poca importanza, si osserva una piccola crescita. C'è stata domanda, ma non c'è stato abbastanza raccolto per soddisfarla.

Paco Borras

5. Conclusioni

La campagna commerciale sta dunque andando meglio in termini di prezzi rispetto allo scorso anno, le produzione delle diverse varietà sono in anticipo rispetto alla media, quindi la raccolta procede spedita e non ci sono lamentele da parte degli agricoltori indipendenti sui prezzi e sulla resa in raccolta.
La Spagna finirà la maggior parte delle varietà prima di altre campagne, quindi potrebbe accadere che quest'anno vedremo presto agrumi provenienti da Marocco, Portogallo ed Egitto entrare in Spagna. Le importazioni dall'emisfero australe, con il Sudafrica in prima fila, arriveranno prima in modo che i rivenditori spagnoli abbiano sugli scaffali gli stessi agrumi che presentano durante tutto l'anno.
Ma, almeno nei mandarini e nelle arance, gli euro per ettaro in molti casi saranno inferiori rispetto allo scorso anno e questo varrà in generale più o meno per tutti i produttori, ma con sgnificative differenze. La campagna sarà dunque buona, regolare o cattiva nel dettaglio, in rapporto alle rese produttive dei diversi agrumicoltori. A livello delle strutture di lavorazione tutto dipenderà dai volumi commercializzati e, dato che i volumi non saranno elevati, in alcuni casi le spese di struttura saliranno alle stelle. Le industrie, poi, affronteranno un anno difficile; i loro contratti sul prodotto finito, infatti, non sono direttamente correlati all'evoluzione dei prezzi delle materie prime.
Nel frattempo, i nostri problemi strutturali di calo del consumo di arance e stagnazione di quello dei mandarini, senza alcuna reazione sul fronte promozionale, continueranno ad esacerbare la situazione dei nostri agrumi nel mercato europeo.
Insomma, una campagna in cui le buone notizie sull'aumento dei prezzi in campo nascondono una realtà non così rosea per la produzione, ma probabilmente sufficiente a far dimenticare, almeno per il momento, i problemi strutturali del settore, soprattutto a Castellon e Valencia.