Istat, a gennaio si svuota il carrello (-4,4% per il food)

Buttarelli, Federdistribuzione: "Situazione preoccupante per le filiere produttive"

Istat, a gennaio si svuota il carrello (-4,4% per il food)

I dati diffusi da Istat relativi alle vendite al dettaglio del mese di gennaio evidenziano un incremento tendenziale a valore del +6,2%, al quale corrisponde un calo a volume del -2,4%.
“I dati di gennaio confermano un andamento negativo a volume per i consumi, che risultano in crescita a valore solo per effetto dell’inflazione, confermando come la situazione attuale e l’incertezza economica abbiamo pesato in questi mesi sul potere d’acquisto delle famiglie”, commenta Carlo Alberto Buttarelli, Direttore Ufficio Studi e Relazioni con la Filiera di Federdistribuzione. “Il trend continua a essere negativo in particolare per i volumi di vendita nel settore food, con una riduzione complessiva del -4,4% rispetto all’anno scorso”. “La situazione è preoccupante per l’impatto di questa contrazione sulle filiere produttive dell’agroalimentare, così come per gli effetti sui consumi nell’ambito del non alimentare. In questo scenario economico, dove continua a persistere un clima di incertezza e di inflazione elevata, occorre fare tutto il possibile per sostenere i consumi e la domanda interna per la tenuta delle filiere produttive di eccellenza del made in Italy e per accompagnare la crescita del Paese”.

L’analisi Coldiretti su dati Istat relativi al commercio al dettaglio a gennaio 2023 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente evidenzia l’impatto del caro prezzi sul carrello della spesa, dove i volumi di cibo acquistato sono diminuiti di oltre cinque volte rispetto al dato dei non alimentari (-0,9%). La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che – sottolinea la Coldiretti – volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +10,1% nelle vendite in valore, il più elevato nel dettaglio. Per difendersi dagli aumenti 8 italiani su 10 (81%) hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso, secondo l’analisi Coldiretti/Censis che evidenzia come siano cambiati anche i luoghi della spesa con il 72% degli italiani che si reca e fa acquisti nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta, in promozione. Le famiglie infatti – sottolinea la Coldiretti – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. 

“Le difficoltà delle famiglie si trasferiscono direttamente sulle imprese dove l’aumento dei costi di produzione colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, ma ben oltre 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’esigenza di “raddoppiare da 5 a 10 miliardi le risorse destinate all’agroalimentare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza spostando fondi da altri comparti per evitare di perdere i finanziamenti dell’Europa”. Nell’ambito del Pnrr abbiamo presentato tra l’altro – precisa Prandini – progetti di filiera per investimenti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura con più di 50 proposte e migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, università e centri di ricerca coinvolti.  Un impegno che – conclude Prandini – ha l’obiettivo di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali.

Fonte: Federdistribuzione e Coldiretti