«Il valore passa dalla comunicazione»

Prandini: «Ortofrutta, necessario un cambio di passo»

«Il valore passa dalla comunicazione»

“Non è il tempo degli steccati”. Lo ha ripetuto più volte Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, mercoledì durante il suo intervento al nostro Speciale Frutta e Verdura. La necessità è quella di un confronto con tutti i soggetti che rappresentano la filiera, ma anche di comunicare meglio al consumatore in un periodo in cui le vendite di ortofrutta non eccellono. Da qui parte l’elaborazione del manifesto da presentare a stretto giro al ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare di cui vi abbiamo accennato ieri (clicca qui leggere l’articolo).
 

Tra i punti cardine del manifesto ortofrutticolo c’è il dare valore a quello che viene prodotto e che troviamo sulle nostre tavole. “Già prima del Covid avevamo capito che il cibo non è da dare per scontato, ma non cambiava il nostro approccio nei suoi confronti. Ora ci vuole una svolta per contrastare l’impoverimento della filiera, dando il giusto valore all’ortofrutta”.
 

Per ragionare insieme però serve coraggio. Lo stesso che Prandini si augura di trovare nella Grande distribuzione organizzata. “L’apertura da parte della Gdo è sempre stata dimostrata a parole. Ora proviamo con i fatti per ridistribuire il valore dei prodotti”. 
 

Un altro elemento da considerare e di cui si parla nel manifesto redatto è la comunicazione. “Dobbiamo accompagnare i consumatori a capire la centralità del comparto ortofrutticolo. Su questo abbiamo lavorato insieme al ministro Lollobrigida perché ci fossero risorse significative da dedicare all’ambito comunicativo - specifica Prandini-. Ho chiesto un allargamento del tavolo d’istituzione con tutti i soggetti che riguardano la filiera per decidere cosa comunicare e come. Lo Stato deve fare la sua parte con una pubblicità che abbia una finalità educativa”. 
 

Un cambio di passo, insomma, quello che il presidente nazionale di Coldiretti auspica. “Ci sarà un’attenzione diversa rispetto al passato. Bisogna ribaltare la concezione delle cose. Per esempio, della pera si dice che è un frutto scomodo da consumare, ma non che sia un ottimo prodotto in termini nutrizionali creando un danno all’immagine della pera. Ragionare insieme con confronto continuo e costante è interesse non solo del settore ma di tutto il sistema Paese e l’Italia può essere veramente protagonista di tutte le scelte che la riguardano in ottica comunitaria”.
 

L’agricoltura, e in particolare l’ortofrutta, deve trovare un modo per affrontare anche il nodo rincari durante la fase produttiva, affinché non si riflettano sul costo finale. Conclude Prandini: “Nel nostro manifesto chiediamo di essere equiparati agli energivori e lavoreremo finché non lo otterremo. L’impresa alimentare è energivora di suo e quindi ha una ricaduta di carattere sociale. Contenendo i costi si fa un servizio alla collettività”.