Il radicchio non è in vena di far festa

Cia Padova: «Perso il 30% del raccolto a causa del caldo»

Il radicchio non è in vena di far festa

Tradizionale Festa del Radicchio Fior di Maserà e dei prodotti tipici locali domenica 29 gennaio dalle 10 alle 19 in piazza Municipio e in piazza Volontariato. «Un modo per valorizzare le primizie del nostro territorio – commenta il sindaco, Gabriele Volponi – Da anni portiamo avanti delle iniziative ad hoc finalizzate ad avvicinare i cittadini ai prodotti genuini, in particolare il Fior di Maserà. Siamo chiamati a fare squadra assieme agli agricoltori, i primi custodi del paesaggio e dei terreni agricoli».
Per quanto riguarda il Fiore di Maserà, sono 20 gli ettari coltivati in zona, per una resa di circa 100 quintali ad ettaro. Non è stata un grande annata, a causa del caldo anomalo. Cia Padova sta registrando perdite dell’ordine del 30%. «Sono mancate le gelate notturne, almeno nella prima fase dell’inverno – commenta Cristiana Scarabello, presidente della zona Cia di Padova – Di conseguenza, il radicchio non si è sviluppato a dovere. Ne risentono pure le qualità organolettiche, i cui standard sono al di sotto della media». Il ciclo per ottenere tale eccellenza dura un paio di settimane: dalla raccolta nei campi, assieme alle zolle di terra, al posizionamento nelle cassette. Qui il radicchio viene lasciato maturare, coperto da dei teli; dopodiché occorre togliere la terra dal fiore. A seguire la messa in acqua, operazione che dà croccantezza al prodotto. L’ultimo step è il confezionamento nelle tradizionali cassette.

«Il gusto è peculiare – prosegue Volponi – Chi prova una volta il nostro radicchio, se ne innamora».  È caratterizzato da cespi di foglie larghe e tondeggianti, con variegatura di colore di lievi tonalità: dal giallino al verde, screziato di marrone, rosso porporato e viola. La forma ricorda quella di una rosa; ha un sapore delicato, leggermente dolce, con un fondo amarognolo. «Unico nel mondo nel suo genere», aggiunge.

Reddito
Difficoltà anche in termini di reddito per gli stessi imprenditori agricoli: per incassettare un kg di radicchio ci vogliono almeno 2 euro di spesa tra manodopera e costi fissi; tuttavia, la grande distribuzione è disposta a riconoscere solamente pochi centesimi in più. «Alla lunga la filiera rischia di saltare – osserva il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato - Si tratta di prodotto di nicchia del territorio cui deve venire riconosciuto il giusto prezzo ai produttori”. E invece, fatto 100 il prezzo finale, agli agricoltori solitamente rimane solamente il 15% del valore. “Assieme alle Istituzioni siamo tenuti a lavorare per invertire al più presto il trend».

Fonte: Padovaoggi