Il maltempo provoca un cataclisma sull'ortofrutta

Dalla produzione alla distribuzione, il dramma dalle parole degli attori

Il maltempo provoca un cataclisma sull'ortofrutta

L’Emilia Romagna ieri si è svegliata ancora una volta sott’acqua e il nostro pensiero va prima di tutto alle vittime (si parla di almeno 8 morti in Romagna) e agli sfollati dell’alluvione: la nostra redazione è in Romagna e molti di noi sono romagnoli per cui ci sentiamo parte di questa sciagura e siamo vicini a tutti coloro che sono in difficoltà.
Non smettiamo però di testimoniare le vicende del nostro settore di appartenenza, quello ortofrutticolo, che si estendono sia lato produzione ma anche sulla logistica e distribuzione.
L’obiettivo principale rimane quello di salvare vite ma è ora di interrogarsi anche sulla falle evidenti e future della catena agroalimentare: se nei campi è impossibile raccogliere, sarà anche più complicato trovare i prodotti disponibili nei banchi dei supermercati. In molti casi ieri l’approvvigionamento è stato complicato, quando non impossibile: che cosa succederà a breve termine e nel futuro? 
Lo abbiamo chiesto ad alcuni attori della distribuzione italiana, senza però dimenticarci dei produttori che stanno a monte della filiera. Ecco una panoramica delle opinioni degli attori.

Foto di Robert Gravelescu

“Sono giorni veramente complicati per tutta la nostra rete che va da Pesaro a Bologna, - spiega a IFN Pietro Terlingo, Responsabile settore ortofrutta di COOP alleanza 3.0 – in alcuni punti vendita abbiamo subìto danni ingenti, come all’Ipercoop di Cesena che si è trovato proprio ‘nell’epicentro’ dell’esondazione del fiume Savio, a cui si aggiungono quei negozi che magari non hanno subito danni diretti ma si trovavano in zone impossibili da raggiungere. Per i negozi aperti oggi (ieri per chi legge, ndr) siamo riusciti ad evadere gli ordini, mentre per domani non riusciremo a svolgere consegne dalla piattaforma di Forlì-Cesena, perché oggi eravamo chiusi, in quanto non c’erano le condizioni per ricevere le merci e nemmeno per evadere gli ordini. Almeno nei Ce.di non abbiamo subìto danni particolari e contiamo di riprendere l’attività già da domani, salvo imprevisti che, purtroppo, sono all’ordine del giorno. Infine, dovremo capire i danni avuti dai nostri fornitori, in particolare quelli locali, e non sarà un esercizio facile perché in alcune aree passeranno parecchi giorni prima di poter rientrare nei campi”.

Il faentino è stato a fra le zone più colpite nell’alluvione, con il centro abitato che è stato letteralmente sommerso dall’acqua, così come le campagne circostanti, come ci spiega Aristide Castellari, presidente di Agrintesa: “Parte della mia stessa azienda è stata sommersa dall’acqua così come le abitazioni. In questo momento il primo pensiero è quello di mettersi al sicuro assieme ai nostri cari da una tragedia impossibile anche solo da immaginare, ed esprimo solidarietà a tutti coloro si trovano in questa sciagurata condizione. Poi verrà il tempo di quantificare i danni subiti dalle nostre aziende agricole colpite, che saranno incalcolabili, ma sono sicuro che sapremo reagire anche questa volta”. 

Le coltivazioni in campo aperto sono state azzerate, Foto IFN

Enrico Bucchi direttore commerciale Italia di Alegra e Valfrutta Fresco: “Oggi (ieri per chi legge, ndr) l’operatività è stata ovviamente compromessa dal disastro che ha colpito tutto il comprensorio di nostra pertinenza. I nostri uffici e magazzini di lavorazione sono stati chiusi anche se abbiamo provato in mattinata a gestire alcune partenze previste per il Sud Italia, ma il blocco dell’autostrada fra Bologna e Rimini ha poi impedito ogni collegamento, che si andava ad aggiungere a tutti i problemi legati alla viabilità locale, colpita da continui allagamenti. Ad ogni modo non sussistevano le condizioni per lavorare, anche perché buona parte dei collaboratori o erano bloccati in casa o avevano situazioni complicate da gestire a causa degli allagamenti. Di fronte a certi eventi così catastrofici la priorità è mettere in sicurezza i propri cari, tutto il resto passa in secondo piano. Se le condizioni lo consentiranno, già da domani dovremmo riprendere almeno in parte l’attività nei nostri magazzini, che per lo meno non hanno subìto danni significativi”. 

A testimoniare la gravità della situazione anche la chiusura di cinque stabilimenti Apofruit, a Longiano, Cesena, Forlì, San Pietro in Vincoli e Lavezzola. La misura si è resa necessaria considerate le esondazioni nelle diverse zone e l’impossibilità a raggiungere gli stabilimenti per tutti i collaboratori.   

Arriva da Reda di Faenza (Ravenna) la testimonianza del vivaista e produttore Daniele Neri.  
“In parte ci siamo salvati ma sono spariti 100 metri di argine del fiume Lamone e, tuttora (ieri mattina per chi legge, ndr), continua a tracimare perché il livello dell’acqua è altissimo” ha spiegato Neri a IFN.
E continua: “Sta piovendo a tratti da stamattina presto ma le previsioni non promettono bene. Tutte le strade sono allagate e l’autostrada A14 è un fiume in piena. Nei campi la concentrazione di acqua è variabile da 20 centimetri a 1-2 metri di acqua”.
“Ci sono molti campi sommersi ma c’è una grande differenza da zona a zona, fortunatamente la maggior parte delle nostre coltivazioni di pesche sono salve. Ma la situazione rimane in generale molto critica, soprattutto nel centro di Faenza.

  Hanno collaborato Angelo Angelica, Fabrizio Pattuelli, Lucia Caselli, Alice Magnani e Giampaolo Ferri; Foto in apertura IFN