Emergenza siccità, quanto costa al settore ortofrutticolo?

Il rischio è perdere 10 milioni di tonnellate di produzione

Emergenza siccità, quanto costa al settore ortofrutticolo?

Siamo solo a fine marzo ma su tutti i mass-media non si fa altro che parlare (giustamente) dell’emergenza siccità. Già questa anomalia dà il senso di quanto il problema sia diventato grave, visto e considerato che la stagione irrigua deve ancora iniziare. infatti, già oggi sappiamo che se non ci sarà una decisa inversione di tendenza i possibili danni saranno ingenti. A tal proposito, proviamo a quantificare cosa rischia effettivamente il settore ortofrutticolo.

Partendo dall’analisi dei macro-numeri del settore, secondo Ismea la superficie ortofrutticola nazionale (includendo anche le produzioni destinate all’industria come il pomodoro) è pari a 1,2 milioni di ettari per una produzione di 24 milioni di tonnellate, che generano un valore di 15 miliardi di euro. 
Il primo effetto della carenza idrica è una riduzione delle rese ad ettaro, con andamenti che dipendono sia dalla tipologia della coltura (il kiwi è più sensibile rispetto all’olivo) sia da quanto è grave la siccità. Le associazioni dei produttori stimano delle diminuzioni in termini di produttività che vanno dal 15 al 30%, con punte del 40%. Questo significa che nella peggiore della ipotesi il settore ortofrutticolo rischia di perdere 6 miliardi di euro e quasi 10 milioni di tonnellate di prodotto.

Lo scenario che si prospetta davanti ai nostri produttori è preoccupante considerando che il problema principale è che non ci sono soluzioni nel breve periodo. Il governo indicherà a breve un Commissario speciale che non potrà fare altro che indicare i razionamenti zona per zona (in Trentino-Alto Adige hanno già iniziato) e cercare di sbloccare quegli investimenti necessari a preservare le risorse idriche; anche se, conoscendo l’andazzo nel nostro Paese, occorreranno diversi anni prima di vedere qualcosa di concreto. Allo stesso modo si sarebbe potuto investire in una ricerca varietale mirata (come fanno in Israele) ma il pregiudizio che c’è stato in Europa sulle TEA ha spento sul nascere questa opportunità.
Almeno il mondo produttivo ha fatto passi da gigante nell’efficientamento dell’irrigazione delle colture, anche se rischia di essere una vittoria di Pirro, perché se non c’è una fonte idrica alla quale attingere, anche il sistema più efficiente non può fare i miracoli. Ecco, l’unica soluzione è sperare nei miracoli, ovvero, che piova acqua dal cielo.