Distribuzione in sofferenza, prescritte le ricette

Mazzini (Coop), Furlani (Conad), Nicotra (Decò) e Neifar (Cortilia) : il confronto a Marca

Distribuzione in sofferenza, prescritte le ricette

“Sui rapporti all’interno della filiera ortofrutticola c’è ancora molto da lavorare. In un contesto così complicato a livello economico, che vede le famiglie italiane ‘serenamente rassegnate’, la parola d’ordine dovrebbe essere ‘efficienza’”. Così, Claudio Mazzini, responsabile commerciale settore Freschissimi di Coop Italia, ha sollecitato la platea presente a Marca ieri, all’interno della tavola rotonda "Il reparto ortofrutta, le sfide del mercato tra convenienza ed innovazione" organizzata da SgMarketing,  che vedeva fra gli altri partecipanti Daniele Furlani di Conad e Gabriele Nicotra di Decò

Claudio Mazzini

Il manager bolognese non ha lesinato stimoli, anche pungenti, ai produttori: “Il concetto di reciprocità sembra essere un termine sconosciuto. Giusto per fare un esempio, pochi giorni fa abbiamo risposto con piacere al mondo produttivo siciliano, in enorme difficoltà con il pomodoro, organizzando in poco tempo una promozione a livello nazionale che ha dato respiro ai produttori esasperati. Tuttavia, quando qualche settimana prima i prezzi erano alle stelle, nessuno si è posto il problema sui conti che avremmo dovuto fare col consumatore. Sarebbe auspicabile che ci arrivassero più proposte su come rendere la filiera più efficiente, e meno richieste di aiuto disperate quando non si sa dove collocare le eccedenze”.

“Non vorrei essere ripetitivo – prosegue il manager – ma occorre una offerta più organizzata e meno frammentata, con la quale programmare le varie campagne produttive. Così facendo si riuscirebbe ad essere convenienti per il consumatore e remunerativi col produttore. Inoltre, si riuscirebbe a sviluppare una vera innovazione all’interno degli assortimenti, quando invece adesso la novità è spesso limitata ad una mera proliferazione di referenze che porta ad avere assortimenti ampi e profondi, quando invece necessitiamo di assortimenti ampi e meno profondi, ma di alta qualità”.
“Tuttavia, nei prossimi anni il pericolo principale per la filiera ortofrutticola sarà il cambiamento climatico, che sta “sfasando” il mercato. È ovvio che se inverno le temperature sono miti, da un lato venderemo meno agrumi che a loro volta saranno di minore qualità a causa delle problematiche che si rilevano in campagna. Solo una filiera organizzata ed efficiente riuscirà a vincere le sfide legate al cambiamento climatico”.

Daniele Furlani, Direttore acquisti freschissimi di Conad, ha invece posto l’accento sulla comunicazione all’interno del reparto e non solo che ha ampi margini di miglioramento: “Credo che si debba recuperare il concetto di educazione e comunicazione. L’ortofrutta è il farmaco più naturale e potente che esista generando solo esternalità positive. Purtroppo questo potenziale non viene sfruttato a dovere nei negozi, e allo stesso tempo si dovrebbero investire più risorse nell’educare le nuove generazioni ai benefici che si hanno nel consumare ortofrutta.” Si dovrebbe prendere ad esempio quanto fatto nella lotta contro il fumo, che ha sensibilizzato le nuove leve ai problemi.

Gabriele Nicotra, Direttore Generale di Decò Italia, ha evidenziato come la Gdo, in particolare al Sud, debba guadagnarsi la reputazione di fronte ad un cliente che bene e spesso privilegia il dettagliante tradizionale: “Il dettagliante si guadagna l’alta reputazione che merita in quanto sa consigliare i clienti su quali prodotti ortofrutticoli acquistare, e difficilmente sbaglia, in quanto ogni giorno valuta personalmente quello che compra. Per questo motivo è fondamentale investire sulla formazione e professionalizzazione dei capo reparto, che giocano un ruolo fondamentale nel fidelizzare il cliente, consigliandolo correttamente, proprio come farebbe un fruttivendolo”.

Efficienza, comunicazione, formazione. La Gdo, sembra aver chiaro gli ambiti sui quali occorre insistere per fermare l’emorragia di consumi in ortofrutta. Si auspica che dai buon propositi si passi ai fatti, e in questo passaggio è fondamentale il ruolo della parte produttiva. Solo se le parti in causa collaborano ci sarà soddisfazione per tutta la filiera, diversamente, ci ritroveremo al prossimo convegno a lamentarci sui soliti problemi.