Crisi della frutta, la marcia dei produttori

Ieri la manifestazione a Bologna. Oggi summit al Mipaaf: le richieste

Crisi della frutta, la marcia dei produttori
Al mondo dell'ortofrutta non piace scendere in piazza. Nell'annus horribilis della frutticoltura la manifestazione organizzata da diverse sigle del mondo associativo agricolo non scalda propriamente i cuori dei produttori, ma almeno prova a portare all'attenzione delle istituzioni i problemi che attanagliano le imprese agricole. Ieri mattina a Bologna una delegazione dei manifestanti ha consegnato al Prefetto del capoluogo dell'Emilia-Romagna un documento con una serie di richieste per il Governo, istanze che anche Alessio Mammi, assessore all'Agricoltura dell'Emilia-Romagna, già oggi porterà all'attenzione del ministro Stefano Patuanelli.

“Quando ho saputo di questo presidio, mi è sembrato giusto e doveroso esserci, portando i saluti della Regione - ha detto ieri l'amministratore - Vi voglio ribadire il grande impegno che continuiamo a metterci per fare capire al Governo Nazionale che non possiamo permetterci di perdere un settore così importante per il nostro Paese. È fondamentale che vengano attuati questi punti che voi presentate, dei quali avevamo già trattato in molti incontri avuti. Già oggi avremo un incontro con il Ministro e gli altri assessori regionali per portare le vostre proposte”.

Le proposte - riassunte in un documento congiunto di Confagricoltura, Cia-Agricoltori italiani, Copagri, Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci dell'Emilia-Romagna - affrontano la crisi frutticola in Emilia-Romagna. Coldiretti non è della partita.



Gli interventi richiesti al Governo nel breve termine sono il rifinanziamento del Fondo di Solidarietà Nazionale attraverso un ulteriore stanziamento, in aggiunta ai 160 milioni già approvati dal DL Sostegni bis, all'interno della Legge di Stabilità 2021. "Ciò consentirebbe la sopravvivenza di migliaia di imprese agricole duramente colpite da calamità durante l'anno in corso, in particolare le gelate della primavera scorsa", è scritto nel documento. Inoltre si richiede l'attivazione di un Fondo Mutualistico Nazionale obbligatorio per contrastare la perdita di reddito dovuta a calamità naturali e crisi di mercato; la realizzazione di un modello efficace di protezione dal rischio climatico, promuovendo e favorendo l'accesso delle aziende agricole agli strumenti di gestione del rischio agendo, al fine di rendere meno costose le polizze, sui valori dei parametri oggi definiti dal Piano Nazionale per la gestione del rischio.

Per i sostegni ai produttori si richiede una sburocratizzazione e una maggiore tempestività. Inoltre si rimarca la necessità di prevedere la tempestiva proroga delle rate di credito per le aziende colpite da calamità. Le associazioni chiedono poi al Governo di rivedere la politica intrapresa sul fronte della difesa fitosanitaria. "La progressiva riduzione dei principi attivi disponibili, non sostituiti da nuovi altrettanto validi strumenti di difesa, sta lasciando le imprese agricole inermi di fronte al diffondersi di nuovi parassiti, ma anche di fronte alla recrudescenza di parassitosi da tempo sotto controllo".



Dall'emergenza alla programmazione del futuro. Per questo servirebbe impostare "un credibile progetto di riconversione varietale, che consenta l'introduzione di specie e varietà frutticole di maggior interesse per il mercato e più resistenti agli effetti causati dai cambiamenti climatici. Accompagnato da un adeguato periodo di decontribuzione per il lavoro agricolo impiegato nell'attività dei campi e delle fasi di condizionamento e trasformazione, al fine di recuperare competitività nei confronti di altre zone di produzione comunitaria".

Il rilancio della ricerca e della collaborazione pubblico/privata è un'altra necessità ravvisata, così come assicurare "le risorse necessarie alle aziende per adottare le più corrette strategie di contrasto agli effetti dei cambiamenti climatici, anche promuovendo in tale senso la ricerca e l'innovazione, consentendo al settore della ricerca varietale l'utilizzo delle più moderne tecniche di ibridazione".



Vengono rimessi al centro dell'attenzione strumenti come il Catasto Frutticolo e la necessità di aumentare "i controlli sui prodotti ortofrutticoli provenienti da Paesi extracomunitari, ottenuti con disciplinari produttivi e controlli meno stringenti rispetto a quelli europei".

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