«L'ortofrutta ha un credito di sostenibilità»

Di Paola (UniPa): «Insistere sugli aspetti salutistici e ricordare cosa le persone già sanno»

«L'ortofrutta ha un credito di sostenibilità»
Marcello Di Paola insegna sostenibilità e giustizia globale all'Università di Palermo. Nel suo intervento all’incontro “Coop-G20 Coltivare il futuro” (clicca qui per la notizia) ha parlato dei vari aspetti della sostenibilità, introducendo anche l'interessante aspetto della sostenibilità psicologica.

Per il docente – figlio di agricoltori, la famiglia ha un vivaio di piante grasse e ornamentali in Sicilia – è bene mettere a fuoco le connessioni che ci sono tra il cibo e la vita delle persone.



“Nel mio lavoro di divulgazione – spiega il professore a Italiafruit News – vedo che funziona bene rendere chiare certe connessioni che il cibo, e la frutta in particolare, ha con tutto il resto: connessioni che non sono ovvie al consumatore, magari lo sono per chi è del settore, ma non per chi acquista. Un esempio? Il cibo processato e le carni hanno un impatto climatico più alto rispetto alle coltivazioni ortofrutticole italiane: l'ortofrutta ha un credito di sostenibilità, ma soprattutto è una coltura che non ha alle spalle un sacrificio, come avviene in zootecnia”.

Valori, questi, che opportunamente comunicati possono essere una leva di marketing. “Una cosa che funziona è la questione etica – prosegue Di Paola – non c'è macchia morale nel consumo di ortofrutta, con questo non si vuol certo puntare il dito contro il consumo di carne, ognuno ha i suoi punti di vista, ci sono allevatori che amano i loro animali... Ma c'è un lato culturale e relazionale che in ortofrutta non viene perso”.



Altre connessioni positive che l'ortofrutta può mettere in evidenza – e che sono un plus rispetto ad altri comparti agricoli – sono quelle con il clima e l'uso dell'acqua.

E il tema salutistico resta una valida arma di promozione per frutta e verdura o è ormai un dato assodato? “Quello salutistico è il tema, con la t maiuscola – risponde Di Paola – Ci dimentichiamo di bere abbastanza acqua tutti i giorni, siamo stimolati continuamente da messaggi veloci, la società cambia in fretta ed è distratta da ciò che la frutta e la verdura rappresentano – conclude l'esperto – Bisogna quindi ricordare sempre anche cosa le persone già sanno”.

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