Cultiva gioca la sua Carta

Dall'ambizioso progetto per il Residuo Zero alla nuova linea a marchio

Cultiva gioca la sua Carta
Cultiva insacchetta tutti i suoi valori. Usiamo questa immagine per riassumere ciò che l'azienda di Taglio di Po (Rovigo), specialista della IV Gamma, ha presentato ieri durante Think Fresh. La nuova linea di prodotti a marchio è il risultato finale, quello più tangibile, il prodotto che il consumatore può toccare con mano... ma dietro quelle buste di insalata c'è un lungo lavoro che sta dando i suoi frutti.



Una filiera eccellente e consolidata, un'impresa che ha ben chiaro il suo obiettivo ("Shaping a new agriculture”, come recita il pay off) e progetti proiettati a un futuro sostenibile. A raccontare il nuovo corso dell'impresa sono stati Massimo Bragotto, direttore generale di Cultiva e l'amministratore delegato Federico Boscolo.

"Il lavoro sui progetti e la messa a terra su tutta la base sociale è possibile perché siamo una Op con un numero limitato di produttori di dimensioni medio grandi, veri imprenditori agricoli che investono verso un progetto comune che è proprio quello di dare forma ad un’agricoltura. Nuova, come dice il nostro motto Shaping a new Agriculture”, ha evidenziato Boscolo ricordando i vari step aziendali, tra cui quando all'inizio degli anni Duemila sono stati definiti "standard di sicurezza alimentare di stampo anglosassone quando la parola traceability era pressoché sconosciuta e lo vogliamo replicare ora definendo nuovi standard in termini di vera sostenibilità verso cui la filiera deve puntare".

Cultiva alza l'asticella e in questo percorso si inserisce la professionalità di Massimo Bragotto. "La IV Gamma è un settore nel quale mi muovo ormai da 15 anni, ma che mi riesce a sorprendere per quante cose ancora riesco ad imparare - ha detto il manager sul palco del Teatro Novelli - Qui per esempio ho l’opportunità di lavorare quotidianamente con i soci conferitori della Op e anche a questo livello stiamo assistendo all’arrivo delle nuove generazioni e quindi al realizzarsi del progetto di dar forma ad un nuovo modo di fare agricoltura e, con un approccio estremamente inclusivo a tutti i livelli, preparare e strutturare l’azienda ad affrontare le importanti sfide che ci si presenteranno nei prossimi anni".

Sfide in campo e sul mercato. Sfide a cui Cultiva risponde con progetti innovativi. Per esempio il Progetto Carta. "Nell’ambito del progetto Residuo Zero - ha raccontato Boscolo - stiamo testando la semina su pacciamatura cartacea per le coltivazioni biologiche, in modo tale da seminare letteralmente su carta; a differenza delle classiche pacciamature in plastica qui la carta al momento della raccolta è già totalmente biodegradata".

Un'innovazione alla quale si affianca Viride. "Si tratta di un altro progetto esclusivo realizzato in collaborazione con la University of Michigan e PIXAG per la creazione di un software di forecasting attraverso la raccolta di dati ambientali ed image recognition con l'obiettivo di ridurre gli sprechi lungo tutta la filiera - ha illustrato l'amministratore delegato di Cultiva - Sentiamo il dovere visto che ci definiamo da sempre cultivers, di contribuire a creare una filiera virtuosa e vogliamo essere leader di innovazione in campo sovvertendo l’immagine stereotipo di canotta e mani sporche passando a quella, senza banalizzare, di tecnologia e sensori”.

Un nuovo modello che si pone nella filiera della IV Gamma, distribuzione compresa. "Nella filiera il retailer è parte pivotale di tutto il processo - ha argomentato Federico Boscolo - Cultiva ha una lunga esperienza di collaborazioni di questo tipo nel mondo; per esempio abbiamo da anni sviluppato presso la nostra azienda agricola di Fiumicino un laboratorio sul campo per un importante retailer inglese, cosa che ci piacerebbe molto anche replicare con i nostri retailer italiani. Qui testiamo, partendo dal seme, nuove e uniche varietà proprio per le linee premium del loro assortimento di IV Gamma. Cultiva negli Usa ha e gestisce l’impianto serricolo più esteso d’America con 870 serre in collaborazione con Taylor Farms, il più grande processor al mondo e con il supporto di retailer e grandi gruppi dell’Horeca. A proposito di sostenibilità, di cui ormai parlano un po’ tutti, vorrei dire una cosa: stiamo studiando tanto, stiamo parlando con i massimi esperti di cambiamento climatico al mondo e stiamo progettando una radicale revisione della filiera perché ambiamo ad essere carbon neutral nel giro di 4-5 anni. E’ uno sforzo immane, un investimento importante, ma vogliamo, anche questa volta, definire nuovi standard e dare un buon esempio; per fare ciò è fondamentale lavorare in partnership con i retailer anche qui in Italia. che ormai condividono praticamente tutti questi valori per creare una filiera virtuosa fino a raggiungere il consumatore".



Consumatore che sarà raggiunto dai prodotti Cultiva. "In Italia assistiamo i clienti con le private label, che restano strategiche anche nei piani della nuova Cultiva - ha ragionato il direttore generale - ma ora i tempi sono maturi per proporci con il nostro marchio. Un brand affiancato a private label conferisce un necessario benchmark per il consumatore e la nascita del nostro brand è necessaria per proporci con tutta l’innovazione che stiamo testando. Il brand Cultiva lo concepiamo come un vivaio di innovazione da cui le private label possono poi attingere. Non siamo e non ci vogliamo in alcun modo proporre come l’ennesima azienda di IV Gamma, ma vogliamo far conoscere a tutti il mondo dei cultivers, un mondo che contiene expertise, filiera, innovazione, persone, prodotti, sviluppo e sostenibilità. Non siamo i più grandi come dimensioni, massa critica o capacità di linee e stabilimenti, ma sul campo agricolo possiamo certamente dire la nostra perciò è da lì che vogliamo partire per essere diversi e distintivi. E dal campo - ha concluso Massimo Bragotto - da anni stiamo lavorando alla vision di dar forma ad una nuova agricoltura".

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