Uva da tavola, Fichera: «Vendite regolari in tutta Europa»

L'analisi del produttore ragusano (100 ettari): la carenza di manodopera è sempre più grave

Uva da tavola, Fichera: «Vendite regolari in tutta Europa»
Alta qualità e buone rese, prezzi più o meno in linea con quelli della campagna 2020 e vendite regolari: sono i tre aspetti che, fin qui, hanno caratterizzato la campagna dell’uva da tavola siciliana, in corso dal mese di maggio.

“Stiamo vivendo una stagione nella norma dal punto di vista commerciale. Il cammino delle vendite in Europa è regolare grazie anche alla buona qualità delle produzioni di Vittoria e Black Magic”, precisa a Italiafruit News Saro Fichera, imprenditore che guida la società agricola Fichera e Torrisi di Chiaramonte Gulfi, in provincia di Ragusa.

L’azienda produce uva da tavola su un centinaio di ettari in Contrata Mazzaronello, destinati prevalentemente alle cultivar con seme. “Da 10 giorni stiamo raccogliendo nei vigneti in campo aperto. La campagna di Black Magic è ormai terminata, mentre con Vittoria andremo avanti per almeno altre due settimane. Ma il nostro cavallo di battaglia è l’uva Italia che raccoglieremo da dopo Ferragosto con la Red Globe. Ad oggi prevediamo di avere una buona qualità anche per queste ultime due varietà e quindi non possiamo che essere ottimisti per il prosieguo dell'estate”.



Gli aspetti più critici da gestire quest’anno sono due: da una parte, la difficoltà nel trovare forza lavoro per le operazioni di raccolta; dall’altra l’aumento dei costi delle “materie prime” (packaging, energia elettrica, carburante, concimi, anticrittogamici, ecc.) che va ad erodere la marginalità dei produttori. 

“La manodopera è un problema sempre più grave che ci attanaglia tutti i giorni – sottolinea Fichera – Non riusciamo a reperire raccoglitori per coprire il nostro fabbisogno giornaliero. Auspichiamo che il Governo si cominci ad occupare di questo fenomeno che non riguarda solo l’agricoltura, ma è comune a tanti settori dell’economia”. 

Colpa del reddito di cittadinanza o di altre forme di sussidio? Forse sì. “Certamente la politica dovrebbe intervenire prima di tutto individuando le cause della carenza di manodopera e poi definendo le soluzioni per porvi rimedio”, suggerisce Fichera.

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