«I Mercati possono cambiare il business dei freschissimi»

Il congresso Wuwm di Firenze consolida la centralità dei Centri agroalimentari

«I Mercati possono cambiare il business dei freschissimi»
L'assise planetaria dei mercati all'ingrosso consacra il ruolo delle piattaforme dedicate all'agroalimentare, riferimento sempre più importante anche e soprattutto per l'ortofrutta. Merito (anche) dell'organizzazione italiana: è stata infatti la fiorentina Mercafir ad ospitare la 37esima conferenza mondiale del Wuwm, l’Unione Mondiale dei Mercati, organizzata in collaborazione con Italmercati. Al convegno di venerdì, penalizzato solo in parte dalle limitazioni ancora vigenti per l'emergenza sanitaria, sono intervenuti 40 esperti mondiale - dal vivo e da remoto - su “futuro del cibo nel mondo post Covid-19”Tra i risultati presentati, un accordo tra l'associazione europea dei sindaci Eurocities e il gruppo europeo del Wuwm.

“Il mercato all’ingrosso è il luogo in cui si svolge l’azione più importante della filiera alimentare e può cambiare il modello di business, è la forza trainante per modificare il settore agroalimentare" ha detto in modo perentorio Qu Dongyu (nella foto sotto), direttore generale della Fao, intervenuto in collegamento. 



“I mercati sono la pietra miliare del settore alimentare anche per consegnare alle popolazioni locali e lontane un’alimentazione sana e nutriente”, ha aggiunto. "E’ importante aiutare le piccole aziende che vanno coinvolte: le imprese agricole sono vicine alle città ma c’è bisogno di valorizzarle con infrastrutture, digitalizzazione, nuove tecnologiche. Con nuovi canali di marketing, per esempio il canale elettronico. Se il mercato all’ingrosso si ammoderna per primo, può offrire un servizio adeguato al mercato anche ai consumatori. La pandemia - ha concluso il Dg della Fao - ha messo a nudo la necessità di rafforzare l’interno sistema”.
 
“Il Pnrr italiano ha riservato una parte speciale ai mercati all’ingrosso nel quadro più ampio dei progetti rivolti alla logistica", si legge in una nota del ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli che non è potuto essere presente all’evento di Firenze. "E’ il riconoscimento del loro prezioso ruolo, non solo nella distribuzione di prodotti freschi, ma anche come hub di collegamento tra centri urbani e mercati esteri, tra produttori, trasformatori e consumatori.  Occorre procedere nella riorganizzazione della logistica e nella digitalizzazione delle aree rurali”.  E ancora: “Sostenibilità e innovazione sono i principi che attraversano e uniscono tutte le attuali politiche strategiche dell’Unione Europea. Transizione digitale ed ecologica, ricerca e innovazione, modernizzazione delle politiche tradizionali, sono i fondamenti del Next Generation Eu. La sfida che ci attende, ora, è volta a trasformare le voci di spesa in investimenti reali per costruire l’agricoltura del futuro”.



Stèphane Layani (sopra), presidente del Wuwm ha detto che "le filiere corte e i mercati locali vanno promossi per garantire l’accessibilità su qualsiasi scala locale di prodotti di alta qualità: per questo abbiamo appena lanciato, con il coinvolgimento di circa quattromila local market sparsi in 19 Paesi, l’iniziativa ‘Love your local market’ che celebra i mercati locali e quelli all’ingrosso. Se vogliamo sistemi agroalimentari sostenibili entro il 2030, dobbiamo agire”.

“La pandemia – ha spiegato Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati - ci ha insegnato che il cibo fresco è una delle grandi criticità del mondo, anche nei paesi ricchi. Nelle nostre città, il ruolo dei mercati, che sono il motore della distribuzione, sta crescendo. Le persone hanno consumato, anzi c’è stata per certi aspetti una riscoperta nel piacere di stare a casa mangiando e preparando qualcosa. Alla fine, il saldo non è stato così negativo: per alcune aziende è stato drammatico, altre hanno tenuto". 

"L’esperienza ci ha insegnato che bisogno attrezzarsi meglio per essere pronti a subire questi shock che potrebbero anche riproporsi", ha aggiunto Pallottini. "La prospettiva per il nostro settore è essere pronti a inserirsi in questo grande piano di rilancio del paese, i nostri mercati sono allineati entro il programma dell’agricoltura italiana. Noi rappresentiamo circa 10 miliardi di fatturato nella distribuzione, nel commercio del prodotto fresco". 



"Più della metà dell’ortofrutta passa nei mercati - ha ricordato - Abbiamo un ruolo fondamentale in certe filiere e dobbiamo esercitare sempre meglio il ruolo, siamo il motore di questo sviluppo. Dobbiamo avere la capacità di investire e di scommettere le infrastrutture e dando un ruolo di guida dentro la filiera nel rapporto sia della produzione sia del dettaglia. Non ho nulla contro la grande distribuzione però penso che la filiera tradizionale di agricoltura, mercato all’ingrosso, dettagli è la filiera che tiene in piedi il sistema della distribuzione del consumo del nostro paese”.  

Su “Il futuro del cibo nel mondo post Covid-19” sono intervenuti da remoto Zengjun Ma, Presidente del Cawa (China Agriculture Wholesale Association); Andrea Segrè, professore ordinario di Politica agraria internazionale e comparata all'Università di Bologna; Lawrence Haddad, direttore esecutivo del Gain (The Global Alliance for Improved Nutrition); Carolyn Steel, autrice del libro “Sitopia. Come il cibo può salvare il mondo” e Jamie Morrison, Direttore, Sistemi Alimentari e Sicurezza Alimentare della Fao.  A chiudere la conferenza Maimunah Mohd Sharif, direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani (UN-Habitat).

“Serve creare un canale di comunicazione tramite l’associazione Eurocities – ha spiegato Dario Nardella, sindaco di Firenze,  intervenendo alla conferenza - per un patto tra i gestori dei mercati e le città europee per garantire insieme qualità e sostenibilità. Del tema dell’educazione alimentare ne parleremo al G20 dell’agricoltura a Firenze a settembre. L’educazione alimentare, l’ambiente e la salute sono le grandi sfide delle nostre città, che riguardano il futuro delle città. Dobbiamo lavorare insieme su questi temi”. 



“Noi abbiamo una struttura pensata negli anni 70 e realizzata negli anni 80 – ha detto Giacomo Lucibello, presidente della Mercafir - che oggi tiene grazie al lavoro costante, alla manutenzione straordinaria ma che ha bisogno di essere riqualificata per dare un’impronta più all’avanguardia e più contemporanea. Abbiamo la fortuna di avere un mercato molto sano, di avere tanti operatori che hanno affrontato questa pandemia con impegno. Hanno cambiato molto del loro business adattandosi all’emergenza sanitaria mondiale e i risultati sono stati quelli che hanno fatti sì che il mercato tenesse: su questo è necessario investire". 

Copyright 2021 Italiafruit News