Braccianti «dopati» per raccogliere più frutta e verdura

La vicenda a Sabaudia, dove un medico ha prescritto ossicodone a oltre 220 indiani

Braccianti «dopati» per raccogliere più frutta e verdura
"Doping" per migliorare le prestazioni e far avvertire meno la fatica. Questa volta lo sport non c'entra: al centro del trattamento "speciale" per elevare il livello delle performance "in campo" non sono calciatori, ma braccianti indiani, dopati per raccogliere più a lungo frutta e ortaggi. 

La triste vicenda, di cui ieri i media hanno dato ampiamente conto, è avvenuta a Sabaudia, dove un medico "di famiglia" (medicina generale) prescriveva un ritrovato a base di ossicodone (oppioide simile alla morfina) ai lavoratori stranieri e per questo è stato arrestato nell'ambito dell'operazione "No pain". L’indagine dei carabinieri del Nas di Latina - avviata ad aprile 2020 a seguito di un monitoraggio svolto sulla "dispensazione" di farmaci ad uso stupefacente – ha portato, inoltre, all’interdizione dalle rispettive professioni di un avvocato e di una farmacista, e al divieto di dimora in provincia di Latina per un uomo originario del Marocco: i quattro sono indagati a vario titolo per illecita prescrizione di farmaci ad azione stupefacente, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, frode processuale, falso e truffa ai danni dello Stato.



L'accusa dice che il medico ha rilasciato con finalità non terapeutiche un migliaio di prescrizioni - in gran parte a carico del servizio sanitario nazionale - per oltre 1.500 confezioni di un farmaco stupefacente con principio attivo ossicodone, accertando che l’assunzione del medicinale avveniva per consentire di effettuare faticosi turni di lavoro, che la maggior parte svolgeva nel settore agricolo. Il tutto attestando false esenzioni di ticket sanitario. 



Sarebbero 222 gli assistiti, tutti di nazionalità indiana, per la maggior parte braccianti, "curati" in modo speciale. Il medico, inoltre, aveva prescritto 3.727 ricette indicando falsamente l’esenzione del ticket con un danno allo Stato per oltre 146mila euro; inoltre prescriveva farmaci mai consegnati ai pazienti garantendo il rimborso alla farmacista indagata, redigeva falsi certificati per regolarizzare illecitamente cittadini extracomunitari e aveva scritto un certificato medico attestante false patologie, in accordo con l’avvocato, a favore di un uomo finito in carcere così da fargli ottenere una misura alternativa alla detenzione. 
Una vicenda su cui sono ancora in corso approfondimenti che sta facendo discutere molto, nel comprensorio ortofrutticolo pontino.

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