Ortofrutta «sospesa» da Nord a Sud per chi è in difficoltà

Dettaglianti, ambulanti, e-commerce specializzati: proliferano le iniziative solidaristiche

Ortofrutta «sospesa» da Nord a Sud per chi è in difficoltà
In principio fu il caffè, a Napoli. Poi, la crisi economica e gli effetti della pandemia hanno progressivamente ampliato la mappa e l'elenco dei generi alimentari di prima e seconda necessità "sospesi", arrivando anche all'ortofrutta. Ecco allora che in svariate città italiane c'è chi ha pensato di dar vita a questa forma di solidarietà anonima per "soccorrere" quanti faticano ad arrivare a fine mese. Declinando l'usanza del "sospeso" in vari modi.

A Marsala, da qualche settimana, Paolo Fico e Stefania Signorino mettono a disposizione l'ortofrutta del loro negozio ai più bisognosi dalle 14 alle 16 di ogni giorno, quando la bottega chiude. Invece di buttare via l'invenduto, lo donano. Prodotti a filiera corta, coltivati nell'aziende familiare di Fico.



A Bologna, Lucia (nella foto sopra di Bologna Today) e Domenico, storici titolari del chiosco di frutta e verdura in piazza Aldrovandi hanno iniziato dal alcuni giorni a raccogliere adesioni per aiutare chi è in difficoltà economica. I clienti hanno iniziato a fare donazioni di entità diverse, che poi vengono annotate e trasferite a un Comitato incaricato di convertire il denaro in buoni da 5 euro e distribuirli a chi ne ha bisogno. 

"La nostra categoria nei mesi della pandemia è stata fortunata, abbiamo smesso di lavorare solo nel periodo del lockdown più duro, ma solo per poco tempo: poi abbiamo potuto riaprire e la nostra attività non ha problemi", ha spiegato Lucia alla stampa locale. "Così abbiamo pensato di dare una mano a chi ha subito effetti più pesanti e abbisogna di aiuto". 
"I nostri clienti se decidono di dare un contributo arrotondando la spesa oppure aggiungendo quello che possono, ce lo lasciano e noi, con lo scontrino battuto, trasferiamo i fondi raccolti settimanalmente al comitato Piazza Verdi".



Salendo ancora la penisola, un negozio di frutta e verdura di via Servais nel quartiere Parella di Torino si è fatto promotore de "La Spesa sospesa" che ha successivamente coinvolto altri esercizi commerciali, ma anche la parrocchia di Santa Maria Goretti: ogni settimana una ventina di persone donano un cesto di frutta e verdura ad altrettante famiglie seguite dalla San Vincenzo che possono ritirarlo in un negozio della zona dove è attivo il "servizio".

Il sospeso trova spazio anche in rete: ifruttidellaterra.it di Collecchio (Parma) propone agli utenti di acquistare con 5 euro una cassetta di frutta e verdura da tre chili che verrà poi regalata alle famiglie in difficoltà. Sono state 136 le cassette donate nel 2020, già 87 quelle dei primi quattro mesi dell'anno in corso. Una progressione significativa. Anche Aretè (specializzato in prodotti biologici) offre lo stesso servizio.



Altre iniziative analoghe, online e offline, incentrate sull'ortofrutta, stanno prendendo piede da Nord a Sud, organizzate in certi casi da associazioni di categoria del settore agricolo così come da retailer della grande distribuzione.

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