Il gelo presenta il conto: oltre 860 milioni di danni

Ecco le prime stime a livello nazionale per pesche, albicocche, ciliegie e susine

Il gelo presenta il conto: oltre 860 milioni di danni
Oltre 862 milioni di euro. A tanto ammontano i danni al comparto italiano della frutta primaverile ed estiva, secondo un report realizzato dal Cso Italy per l’Alleanza Cooperative Agroalimentari. Il primo studio che offre, in maniera dettagliata, una panoramica sulle perdite causate dalle gelate tardive di marzo e aprile 2021 a quattro specie frutticole: albicocche, pesche/nettarine, susine e ciliegie. Nello specifico, le perdite sono così suddivise lungo la filiera: 454 milioni di euro per le produzioni in campo (53% circa), 150 milioni per la fase di lavorazione (17%) e 258 milioni di euro per l’indotto (30%). 

“Di fatto il susseguirsi di così rilevanti gelate ha rappresentato un fenomeno di portata eccezionale”, scrive l’Alleanza Cooperative Agroalimentari in una nota. “Mai fino a questo momento eventi climatici avevano avuto impatti così devastanti su tutte le colture e contemporaneamente in tutti i maggiori bacini produttivi nazionali, provocando perdite così rilevanti a livello nazionale. Danni che risultano ancora più penalizzanti in quelle aree che già lo scorso anno erano state colpite dal gelo e che si trovano a far fronte per il secondo anno consecutivo a nuove perdite economiche”.


Albicocco, perse 120mila tonnellate
Il 2021 per le albicocche rappresenta il nuovo minimo storico degli ultimi 20 anni. A livello nazionale le perdite di prodotto rispetto al potenziale di 270.000 presente prima del gelo sono state valutate in circa 120mila tonnellate, equivalente a oltre il 40% del potenziale. 

Pressoché tutti i diversi bacini di maggior coltivazione in Italia sono stati interessati a più riprese dal gelo. Nelle regioni del Settentrione le flessioni sono risultate pari al -80-90% (Piemonte e Veneto); la regione Emilia-Romagna, prima per estensione in Italia, che nel 2020 aveva evidenziato la situazione peggiore dal punto di vista produttivo, vede anche quest’anno un’offerta 2021 che dovrebbe posizionarsi su oltre il 50% in meno rispetto al potenziale iniziale. Anche i principali bacini produttivi di albicocco nel Meridione, Campania, Basilicata e Puglia presentano perdite significative che vanno dal -20% a quasi -40% a seconda del territorio rispetto il 2020. 

Quanto ai danni, ammontano a 80 milioni di euro quelli relativi alla produzione, ai quali vanno aggiunti quelli della fase del post raccolto (24 milioni di euro) e dell’indotto, pari a 47 milioni di euro. Per un totale di circa 150 milioni di euro.



Pesco, la specie più colpita in assoluto 
Prima delle gelate, la situazione produttiva appariva buona, tanto che la stima delle produzioni potenziali era di poco inferiore a 1,2 milioni di tonnellate, nonostante il calo delle superfici che accomuna la maggior parte degli areali. Purtroppo, come per le albicocche, anche in questo caso pressoché tutti i principali bacini produttivi sono stati colpiti a più riprese dal gelo che hanno causato un calo del potenziale iniziale che va dal -60% in Emilia-Romagna al -70% del Piemonte, fino a produzioni quasi azzerate in Veneto, in Campania (-30%), Basilicata (-20%) e Puglia (-50%). 

La quantificazione del danno economico alla produzione è stimata in 210 milioni di euro, quella della fase di lavorazione e condizionamento in 89 milioni di euro. Sono 134 i milioni di euro che si perderanno invece per l’indotto. Nel complesso, quindi, le perdite ammontano a quasi 433 milioni di euro.



Susino, danni per quasi 138 milioni di euro
Tutti i principali bacini produttivi hanno subito perdite importantissime. In particolare, nel Nord-Italia si varia dal -70% in Emilia-Romagna a -80% in Piemonte, con produzioni quasi azzerate in Veneto. In Lazio si stimano perdite di circa il 70% mentre passando al Sud le mancanze di prodotto nelle principali regioni variano da -10% in Basilicata, fino a un -30% in Campania. A livello nazionale le perdite di prodotto, rispetto al potenziale presente prima del gelo, sono ipotizzate in più di 125mila tonnellate, pari ad un -55% del potenziale nazionale. 

I danni complessivi al comparto delle susine ammontano a quasi 138 milioni di euroLa quantificazione del danno economico alla produzione è di oltre 62 milioni di euro, mentre le stime dei danni economici di post raccolta e indotto si attestano rispettivamente a 25 e a 50 milioni.



Ciliegio, il settore perde un terzo del potenziale produttivo
In Italia le perdite dovute al gelo si attestano su circa 41mila tonnellate, corrispondenti ad oltre un terzo del potenziale presente prima delle gelate, che raggiungeva un buon livello produttivo, pari ad una attesa di 120mila tonnellate. Per il ciliegio sono stimati in 102 milioni di euro i danni alla produzione, 12 quelli per il post raccolta e 26 milioni la perdita dell’indotto.

Le analisi del Cso Italy per l’Alleanza Cooperative Agroalimentari includeranno nei prossimi mesi anche le stime dei danni su pere, mele e kiwi. E’ facile pensare che, con l’aggiunta di queste tre specie, le perdite possano superare il miliardo di euro. Senza contare, poi, i danni sulle produzioni orticole in campo (meloni, angurie, asparagi, brassiche, verdure, ecc.) e le altre drupacee come le mandorle.



La critica di Vernocchi ai media nazionali
“Uno dei motivi che ci ha spinto a far redigere una stima completa sulle perdite economiche complessive per le drupacee è il fatto che la rilevanza del fenomeno e l’impatto sul comparto ortofrutticolo nazionale derivante dall’andamento climatico degli ultimi mesi sia stato a nostro avviso alquanto sottovalutato, se è stato più facile per i falò accesi dai vignaioli francesi trovare spazio sui nostri media nazionali e non per le piante distrutte dei nostri areali produttivi”, tiene a sottolineare Davide Vernocchi (foto soprastante), coordinatore del Settore Ortofrutticolo di Alleanza Cooperative Agroalimentari.

“Il nostro auspicio è che anche in Italia la distribuzione dia spazio e un giusto valore alla produzione made in Italy, proprio come avviene proprio in Francia, dove i consumatori accettano di pagare fino a 2 euro in più al chilo le loro fragole, pur di premiare e difendere la produzione nazionale”, aggiunge Vernocchi nel lanciare, infine, un appello ai consumatori italiani: "Consumate frutta coltivata e lavorata in Italia". 

Nelle fotografie: danni da gelo rilevati da frutticoltori italiani nei mesi di marzo e aprile 2021

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