«Asparagi cari? No, il prezzo è giusto»

Rasà (Asparago Sovrano): «Annata buona. Ma ormai la soddisfazione dipende dalle disgrazie altrui»

«Asparagi cari? No, il prezzo è giusto»
La prima parte della campagna degli asparagi ha garantito ottimi risultati sia produttivi sia commerciali alle aziende agricole siciliane che coltivano in coltura protetta, meno soggette alle intemperie e soprattutto al "problema" della pioggia. Tanti altri territori produttivi d'Italia - dalla Puglia al Sardegna, dal Lazio al Veneto - non possono invece ritenersi soddisfatti a causa di gelate, continui ritorni di freddo e comunque basse temperature notturne che, oltre a provocare danni, non hanno incentivano la fuoriuscita dei turioni dal terreno, ritardando in maniera marcata le normali tempistiche delle raccolte in campo aperto.

"Quest'anno, per noi, è un'annata da ricordare. Le sfortune di altre zone ci hanno favorito, così come purtroppo ormai avviene di prassi in agricoltura", ammette a Italiafruit News Enzo Rasà, presidente del Consorzio Asparago Sovrano di Mirabella Imbaccari (Catania). Una realtà formata da una quindicina di azienda agricole che coltivano circa 50 ettari di turioni verdi in coltura protetta tra le province di Catania, Enna e Caltanissetta. 


Asparagi in coltura protetta (Fonte foto: pagina Facebook di Asparago Sovrano)

"Le nostre produzioni sono situate in zone collinari, ad altitudini comprese tra i 350 ed i 700 metri sopra il livello del mare - prosegue Rasà - Cominciamo a raccogliere di solito verso fine gennaio/inizio febbraio, per poi proseguire sino ad inizio maggio. La copertura stagionale degli impianti ci permette di proteggere le produzioni dalla pioggia e di non realizzare ne diserbi ne trattamenti chimici durante le raccolte". 

Dal punto di vista climatico, il mese di febbraio è stato caratterizzato da temperature favorevoli per l'asparago siciliano. "Abbiamo avuto un'ottima produzione in termini sia di quantità che di qualità. Da inizio marzo ad oggi, poi, ci sono stati diversi ritorni di freddo che hanno ridotto del 30% le quantità raccolte e provocato danni marginali. Le nostre produzioni si sono comunque sempre riprese velocemente dopo gli abbassamenti termici, mentre nel resto d'Italia non è andata così. Commercialmente parlando, quindi, possiamo parlare di una stagione buona, sicuramente da ricordare per Sicilia".


Mazzetti di asparago su tombolo realizzato da Giusi Casale. Mirabella Imbaccari, piccolo comune dove ha sede Asparago Sovrano, si è guadagnata a livello internazionale l’appellativo di “città del tombolo”. 

Asparago Sovrano distribuisce i suoi asparagi per il 50% in Gdo e per la restante quota nei Mercati generali. Due canali che hanno risposto bene in termini di vendite. "Sulle piazze italiane dell'ingrosso abbiamo raggiunto prezzi medi di 8 euro il chilo per la qualità Extra, di 7 euro per la Prima e di 6 euro per l'asparagina". Valori elevati per la produzione? "No, non li giudicherei alti, ma giusti per garantire il nostro reddito e quindi guadagnare in maniera degna - risponde - Dovrebbe essere così sempre, ma le condizioni del mercato negli ultimi decenni sono via via peggiorate. Tutto è cambiato dall'entrata in vigore dell'euro, nel lontano 2002, che ha progressivamente svalutato la moneta e ha messo in difficoltà il comparto produttivo delle orticole, favorendo invece altri attori della filiera", sottolinea Rasà nel ricordare come nel 1998 gli asparagi si riuscivano a vendere spesso a medie di 8-10mila lire il chilo. Tempi lontani che molti produttori italiani di verdure ricordano con piacere.

“Il nostro giudizio sulla campagna asparagicola, al giorno d’oggi, dipende sempre dall’andamento climatico e soprattutto da eventuali disgrazie come è successo quest’anno. In media, però, il reddito portato a casa dagli asparagicoltori siciliani è spesso paragonabile a quello di un lavoratore salariato. Dell’impresa su cui investi, si ricava poco. E in questa situazione è difficile progettare il futuro del nostro settore. Sarebbe bello se i prezzi fossero sempre giusti per i produttori, mentre dobbiamo rilevare come oggi il mercato sia generalmente troppo suscettibile sulle quantità: tante volte, non appena l'offerta aumenta anche solo leggermente, i prezzi tendono a crollare".

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