Norme di commercializzazione, l'Ue vuole cambiare

Consultazione per modificare gli standard relativi ai prodotti agricoli, ortofrutta compresa

Norme di commercializzazione, l'Ue vuole cambiare
La Commissione Europea ha pubblicato una roadmap per valutare la modifica degli standard di commercializzazione dei prodotti agricoli, compresi gli ortofrutticoli freschi: ha quindi avviato una consultazione, aperta fino al 16 febbraio, per conoscere il parere di settori, organizzazioni, amministrazioni, quale step verso la conferma, la modifica o la soppressione delle "norme" vigenti. Per Bruxelles, infatti, alcuni parametri sono ormai obsoleti e possono ostacolare gli sforzi per rendere il sistema alimentare più efficiente e green.



L'iniziativa mira dunque ad aggiornare gli standard con tre obiettivi: incoraggiare la fornitura di prodotti più sostenibili ai consumatori; semplificare la legislazione attuale, che utilizza diversi strumenti giuridici; allineare le norme dell'Ue con i requisiti del trattato di Lisbona.

Nella sua consultazione, la Commissione europea propone cinque alternative: eliminare gli attuali standard Ue e mantenere gli standard internazionali, nazionali o privati; non modificare le regole, limitandosi ad adattarle al Trattato di Lisbona; rivedere le attuali normative per ammodernarle, tenendo conto dei mutamenti tecnologici e dei nuovi mezzi di produzione, anche per aumentare il loro contributo alla sostenibilità del sistema alimentare; semplificare la normativa vigente; creare nuovi standard per raccogliere nuovi interessi dei consumatori in termini di salute o mezzi di produzione sostenibili; creare standard per tutti i prodotti agroalimentari.



Non è la prima volta che la Commissione Europea decide di rivedere gli standard di qualità commerciale riguardanti l'ortofrutta fresca: già nel luglio 2009 c'era stato un giro di vite che aveva ridotto le norme allora esistenti da 36 a 26. Successivamente ci sono state ulteriori riduzioni e attualmente sono 10 gli standard di qualità commerciale per frutta e verdura fresca.


Per Italia Ortofrutta le norme, oggi più che mai, devono fare riferimento ad alcuni principi cardine quali qualità, sostenibilità, distintività, semplificazione: "Serve un volano per rendere il Made in Italy ancora più appetibile e performante", commenta il direttore Vincenzo Falconi.


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